UNO, DUE, CENTO

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Questa notte non ho chiuso occhio, tra lo scontro dei miserabili con Matteo e l'ennesima litigata con Federica il mio cervello non ha smesso di elaborare pensieri.
Ho scritto a Fede di vederci a casa mia  perché dobbiamo parlare, anche se non ho da offrirgli più parole.
La nostra storia va avanti da più di 3 anni, siamo cresciuti insieme ed è stata la mia prima storia d'amore che considero amore vero.
ma il tempo passa e le cose cambiano,   adesso quando mi guardo allo specchio vedo la stessa persona di anni fa  ma poi esco fuori di casa e qualcosa in me non funziona.
Prima passare del tempo con Federica era una  priorità per me, c'era prima lei e poi tutto il resto invece adesso qualcosa è cambiato,
non sento la stessa emozione di prima
sento che parlo ma il corpo è diverso.
Adesso lei è davanti a me con i suoi occhi blu come il cielo che abbiamo davanti che aspetta che io dica qualcosa.

"Fede è inutile girarci intorno, lo sappiamo entrambi che la nostra storia da un po' di tempo non funziona più.
ed è anche normale, si cresce e si cambia proprio come è cambiato il nostro amore.
mi sembra inutile tirare la corda finché non si spezza"

la sua espressione cambia radicalmente, il sorriso che aveva sul volto scompare e il suo sguardo diventa cupo.

" Guardami, fede non lo faccio perché ti odio o perché non ti ami più ma guardaci
non siamo più gli stessi."

finalmente alza lo sguardo e mi guarda fisso negli occhi

"Nic io ti amo e tu mi ami ancora, dai si può ricominciare"

mi abbraccia

"È triste ma quando mi abbracci non sento più niente.
Tu dici dai si può ricominciare
Ma io non ho da offrirti più parole
Si è vero tu mi incanti anche se non mi parli ma l'aspetto esteriore non è tutto e lo sai molto bene"

alla prima frase che ho pronunciato i suoi occhi si riempiono di lacrime e si stacca subito da quell'abbraccio

"avevi detto che sarà per sempre"

ed è vero, gliel'ho detto tante di quelle volte ma perché ci credevo, ero sincero

"è vero avevo detto che sarà per sempre eppure  siamo vicini ma con diversi pensieri.
Mi dispiace ma io non ho da offrirti più parole"

A quel punto prende la borsa che aveva poggiato sul tavole e se ne va, portando con sé un capitolo della mia vita.
E sono di nuovo SOLO e come sempre mi accorgo di essere il solito che si rifugia nel fondo di questo stupido e fragile bicchiere che bevo per mandare giù la parte mia che non si vede,  sono da sempre definito da tutti il solito stronzo che  parla sempre di sé
Ma lo faccio perché nessuno  veda la parte vera di me.
Sarà che devo mentire e mostrare ciò che non sono come ho sempre fatto.

~~~~~~~~~~~~~
Stasera i Miserabili si riuniranno per  parlare di ciò che è successo ieri sera in discoteca e capire cosa fare.
Ho bisogno di parlare con Nic e per questo motivo andrò anche io anche se mi hanno categoricamente proibito di andare, sono un po' arrabbiati con me e li capisco insomma per colpa mia adesso rischiano di essere menati dagli amici di Matteo.
Entrando nel bar riesco a vedere tutti tranne Niccoló e  vedo da fuori Adriano che parla al telefono e sembra molto arrabbiato

"Niccoló ma dove cazzo sei
stiamo aspettando te"

nota la mia presenza e stacca subito la telefonata.
mi guarda

"ti avevamo detto di non venire, che ci fai quì?"

"si scusate, adesso me ne vado!
sai dove Niccoló? devo parlargli"

"no mi dispiace, non mi ha detto dov'è.
ma sono sicuro che non si trovi a casa sua"

da quella frase capisco subito dov'è
prendo un taxi, anche se sono abbastanza impaurita di prendere il taxi di sera ma non ho ancora né la patente né un autista personale quindi mi dovrò arrangiare.
Sono arrivata sul posto di ieri, mi incanto ogni volta alla vista mozzafiato di Roma
non riesco a capacitarmi quanto una città possa essere così bella.
Lo vedo, è seduto sul muretto con la testa rivolta verso le stelle.
mi siedo accanto a lui senza dire una parola e gli porgo la porzione di patatine che ho comprato poco fa, alla mia visione sorride e né prende una.

" che ci fai quì?"

stranamente il suo tono non è serio come sempre ma la sua voce è quasi spezzata
come se avesse pianto.

" stai bene?"
l'unica cosa che riesco a dirgli
quando lo vedo le parole mi mancano.

" sai che non si risponde ad
una domanda con un'altra domanda?"

dice ridendo ma riesco a vedere una lacrima scorrere sulla sua guancia ma l'asciuga subito con la manica della sua felpa.

" la verità è che è da ieri sera che voglio parlarti, volevo scusarmi per non averti ascoltato insomma io non conoscevo realmente Matteo e tu avevi ragione dal primo instante. Tu volevi mettermi in guardia e io ti ho solo aggredito sputandoti addosso le parole peggiori. 
Adesso basta, non dire a nessuno  che mi sono scusata con Niccoló Moriconi
ho una dignità"

abbasso lo sguardo ma sento che all'ultima frase ride, una piccola risatina che fa ridere anche me.

"ora però rispondi tu alla mia domanda"

dico dopo alcuni minuti di silenzio da parte di entrambi. Da quando sono quì non ci siamo mai guardati negli occhi, solo piccoli sguardi rubati.
prima di cominciare a parlare noto che si gira di spalle ma il suo sguardo è sempre rivolto verso l'alto

"Oggi mi sento sparire perché non so dentro più quello che ho, è come se vivessi nei mesi passati
Mi rendo conto che sono sempre io che rovino tutto sul finale che allontano le persone
Ma poi da solo non ci riesco a stare
ho lasciato Federica, era la scelta più giusta da fare.
e scusa se ti parlo e sto mostrandoti le spalle"

non so cosa dirgli finché non dice una frase composta da soli tre parole.

"mi sento solo"

poggio la mi mano sulla sua

"Mi sono trasferita da poco, ho perso i rapporti con tutti gli amici che avevo lì e anche se erano pochi rappresentavano un pilastro fondamentale per me.
Quando sono arrivata quì mi sentivo spaesata e gli unici amici che ho sono i miserabili, obbligati ad essere miei amici solo perché sono la sorella di luigi, che si sono già stufati di me e dei mille casini che combino.
Mia mamma è sempre a lavoro e mio fratello lo vedo solo la sera quando ci riuniamo al bar.
Anch'io sono sola, prova a guardarti intorno magari ti sentirai meno solo"

finalmente si gira versa di me

"Non ci riеsco, sono solo.
Però ti guardo е siamo simili
Entrambi col sorriso e i lividi."

stringe la stretta della mia mano, m'invita a guardare le stelle
Una, Due, Tre
Una, Due, Cento.

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