TI AVREI SALVATA ALTRE CENTO VOLTE

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Stasera sarei dovuta andare alla grigliata organizzata da Alessandro a casa sua, ma mi dispiace troppo che per colpa mia Niccoló debba privarsi di stare con i suoi amici quindi ho deciso di andare a visitare un parco vicino San Basilio.
Appena arrivo noto che è molto isolato ma non ci faccio molto caso.
Il parco è veramente molto bello e non capisco come mai ci siano così poche persone, sarebbe perfetto per portare i bimbi a giocare o per fare una semplice passeggiata come la mia.
credo di andare via perché si è fatto abbastanza buio e inizia a farmi paura, noto però che due ragazzi mi stanno seguendo, velocizzo il passo ma credo abbiano capito che mi sono accorta della loro presenza, iniziano a correre e mi raggiungono.

"che fai scappi da noi"

dice uno con il volto quasi tutto coperto, intravedo solo gli occhi di un nero così intenso
che quasi mi fanno paura

"ehy bambolina, sai che le ragazze come te non dovrebbero essere da sole a quest'ora"

mi dice un'altro prendendomi per il polso, cerco di liberarmi ma stringe ancora più la presa facendomi male.
vedendo questa mia reazione ne arriva un terzo

" non essere spaventata, non vogliamo farti del male"

cerco di liberarmi per la seconda volta ma vengo spinta da quello col volto coperto.
Sbatto la testa contro un'albero e l'ultima cosa che riesco a vedere è un ragazzo che si avvicina a me e urla facendo andare via quei ragazzi.
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"porca puttana Martina che paura, pensavo fossi morta"

gli dico preso dalla spavento, sono anche ipocondriaco e ho bisogno di misurare la pressione perché credo di non stare molto bene

"tu non dovresti essere quì"

dice alzandosi di scatto e allontanandosi da me, non solo l'ho salvata da quei ragazzi adesso vuole anche fare l'orgogliosa.

"ma sei seria?
potevano farti qualsiasi cosa e invece di ringraziarmi mi dici -non dovresti essere qui?-
tu non dovresti essere qui, riesci ad immaginare cosa ti avrebbero fatto se non fossi arrivato io?"

" ce l'avrei fatta anche senza di te"

risponde in modo secco, poi Adriano mi dice pure che dovrei conoscerla, non capisco come faccia ad essere la sorella di Luigi

"senti vaffanculo vá, ci ho visto lungo quel giorno al bar quando non ti ho salutato"

si allontana da me ma l'unica cosa che sono riuscito fare è stata seguirla non appena ho sentito i suoi singhiozzi

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mi allontano velocemente da lui, la verità è che sono terribilmente spaventata e avrei bisogno solo di qualcuno che mi abbracci e mi dice che è tutto passato non un ragazzino orgoglioso che si vanta di quello che ha fatto e non mi chiede nemmeno come sto.
Come sempre però l'unico abbraccio che riceverò sarà da me stessa, mi siedo su una panchina, porto le ginocchia al petto e inizio a piangere talmente forte che forse anche Niccolò che era distante da me è riuscito a sentire perché vedo che si avvicina e si siede accanto a me.
non so perche questa reazione, forse un accumulo di cose, forse ciò che è successo adesso è stata solo
la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

" puoi anche andare, non voglio farti tenerezza"

vedo la sua faccia delusa, ma delusa da chi? da cosa?

" lo so che le cose tra di noi non sono iniziate bene, che mi stai sul cazzo e io sto sul cazzo a te ma fidati che ti avrei salvata altre cento volte"

vedo il suo tono sincero e finalmente i suoi occhi per la prima volta,
si sfila gli occhiali, e mi guarda fisso negli occhi.
restiamo così almeno 10 minuti, quasi non casco in quegli occhi color nocciola.
Istintivamente lo abbraccio , lo abbraccio forte e lo ringrazio
non dico altro, le sue braccia mi stringono forte e il mio mento è appoggiato sulla sua spalla.

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