| Ottobre 2013
Le note di 21 Guns dei Green Day rimbombano dentro le mie orecchie ormai traboccanti dopo ore di cuffiette e musica a palla. Stringo le gambe al petto e poggio il mento sulle ginocchia guardando fuori dalla finestra dove il sole sta già scendendo, dipingendo il cielo di rosa e arancio. Chiudo gli occhi pronta a rimanere nella mia camera per altrettanto tempo - o almeno finché non mi verrà voglia di mangiare qualcosa e dovrò scendere in cucina per uno snack -, quando il quasi impercettibile rumore della vibrazione del telefono mi risveglia, facendo tremare il copriletto accanto ai miei piedi. Lo prendo in mano e lo schermo mi illumina il viso, abbagliandone gli occhi che ormai si stavano abituando alla luce bassa del tardo pomeriggio. Sbatto ripetutamente le palpebre per qualche secondo, finché non riesco a mettere a fuoco il messaggio che mi è arrivato. Anzi, no... non è un messaggio. Socchiudo gli occhi provando a leggere meglio, tastando nello stesso momento il comodino al fianco del letto per cercare gli occhiali che avevo tolto per riposare. Appena li trovo li indosso, riuscendo finalmente a decifrare la notifica.
'Last race, 18.30'
Abbasso la tendina in alto per vedere l'ora, mentre cerco di fare mente locale.
'17.54'
Manca poco più di mezz'ora... Ma a cosa? "L'ultima gara"... ma di chi?
Alzo lo sguardo davanti a me, mentre la mia mente vaga tra i cassetti dei ricordi cercando di mettere a fuoco il perché della nota sul calendario.
Poi, l'illuminazione.
Cazzo! Quell'ultima gara!
Mi sfilo gli auricolari dalle orecchie e salto giù dal letto fiondandomi verso l'armadio per cercare qualcosa con cui vestirmi in fretta. Raccolgo un paio di pantaloni dallo schienale di una sedia e insieme ad una maglietta a maniche corte leggermente sgualcita corro in bagno, rischiando di inciampare nei cavi del PC che fuoriescono da sotto la scrivania. Mi lascio sfuggire qualche parola di troppo mentre mi cambio e mi infilo delle vecchie snikers bianco-sporco che probabilmente non vengono pulite da troppo tempo. Mi spazzolo frettolosamente i capelli, tralasciando il trucco - avrei fatto troppo tardi e comunque mi hanno già visto senza -, scendo le scale facendo quasi due gradini alla volta, recupero la mia sacca militare dalla poltrona dove metto il cellulare e le chiavi di casa, poi mi fiondo verso la porta.«Aley»
Oh, no. Ci mancava solo papà.
«Si?» rispondo con voce dolce, fingendomi un'angioletto e girandomi verso di lui con occhi grandi da cerbiatto.
«Dove vai a quest'ora? Sta già scendendo il sole» alza un sopracciglio e mi scruta da testa a piedi come a tirarmi fuori le parole di bocca.
«A fare un giro» mento spudoratamente.
La mia voce trema e lui se ne accorge. Non sono mai stata brava a dire bugie.
«Aley...» mi rimprovera, sbuffando tra sé.
«Ok ok» rispondo frettolosamente, sperando che mi lasci uscire se gli dico la verità «Tra mezz'ora... mi- mi ero dimenticata di dirtelo ma...»
Guardo verso le punte dei miei piedi cercando le parole giuste, quando sento il rumore delle sue ciabatte avvicinarsi. Tiro su lo sguardo nell'attimo in cui la sua mano si poggia sulla mia spalla.
«Cucciola, ti ho mai vietato qualcosa?»
Nego con la testa, mordendomi le labbra.'Beh... in realtà...'
«Allora, cosa ti preoccupa?» faccio un respiro profondo, decidendomi a parlare. Spero solo che vada bene, anche se sono un po' scettica al riguardo.
«C'è l'ultima gara di Mick... Mi ero persa con le ore e comincia fra trenta minuti. Non posso mancare... lo sai»
I suoi occhi si scuriscono e si guarda attorno come per vedere se c'è qualcuno nelle vicinanze che possa sentirci.
«Aley... io ti manderei anche, ma...»
«Ti prego. Ne ho bisogno»
Sospira, grattandosi la nuca, mentre io prego che mi lasci uscire.
«Ok... va bene» salto quasi per la felicità «Però» ribatte, fermandomi «Appena sarà finita tornerai subito. Intesi?!»
«Intesi» annuisco, decisa.
Lo guardo negli occhi e mi fa segno con la testa di uscire. Gli lascio un tenero bacio sulla guancia per poi aprire la porta e correre verso la fermata dell'autobus, mentre tiro fuori il biglietto dalla cover del cellulare.*
Dennis si era ripromesso di proteggerla sempre.
Ora che la guardava correre in strada attraverso il vetro dalla finestra, però, aveva paura di aver fatto la scelta sbagliata.'Non puoi permetterle di farlo! È troppo pericoloso e lei non riesce a capirlo!'
Si mise una mano sulla faccia, stropicciandosi gli occhi per scacciare quelle parole.
Maggie glielo ripeteva ogni volta che erano soli: Aley era, ed è tutt'ora, un'imprudente e permetterle di frequentare amicizie come quella degli Schumacher era da sconsiderati.
Dennis lasciò scivolare i palmi sul viso, liberando la visuale per gli occhi; cercò un'ultima traccia della sua seconda figlia lungo il marciapiede, ma quello che vide fu solo una strada sgombra senza anima viva in giro.
~ ☆ ~
Eccomi, spero vi possa piacere.
Perdonatemi se gli aggiornamenti saranno lenti...
Alcuni personaggi potrebbero 'comparire' solo più avanti quindi non spazientitevi, prima devo dare forma alla storia.
Detto questo baci e cercate di non morire di caldo ♡
°•Liv
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Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|
Fanfiction[IN SOSPESO] Per molti motorsport significa soltanto correre in cerchio su vetture guidate da stupidi ragazzini che occupano le loro giornate sfidando la morte a 300km/h. Per Mick e Aley, invece, anche se entrambi si ostinano ancora a non volerlo c...