12| puoi chiamarmi Kiwi

204 15 5
                                        

Quando scendo dal bus e i miei occhi si alzano verso la sede Prema sento le gambe tremare.
L'edificio è grande, non quanto quello a Maranello, ma comunque spazioso e colorato. Sulla facciata frontale il logo rosso Prema contrasta col bianco della parete e una striscia verde mette ancora di più in evidenza la provenienza italiana del team. Mi faccio strada verso la recinzione in metallo e suono al campanello nonostante il cancello aperto.
«Si?» una voce maschile risponde dal citofono, mettendomi in agitazione.
«Emh... mi ha mandato Fabio... dalla Ferrari»
Non ricevendo risposta mi schiarisco meglio la gola, pensando di aver usato le parole sbagliate.
«Sono la nuova stagista...»
«Ah, sì. Clare mi aveva chiamato per dirmelo. Entra pure. Mando qualcuno ad aprirti»
Spingo il cancello, mentre l'uomo dall'interno mi dà inutilmente il tiro, e cammino lungo il vialetto che porta all'ingresso principale.
Arrivata al portone, però, non vedo nessuno così mi fermo poco prima del tappetino per pulirsi le scarpe, che noto essere disegnato con una fetta di pizza e la scritta Italians do it better, continuando a guardarmi intorno per studiare l'ambiente mentre aspetto.
Dopo poco sento il rumore della maniglia e mi faccio più vicino il bagaglio per risultare meno ingombrante.
Quando tiro su lo sguardo, pensando di ritrovarmi davanti un uomo maturo sulla cinquantina o una donna ormai in carriera, un sorriso giovane e un cappellino rosso con tanto di visiera mi sorpendono.
«Ehi, ciao. Sei la nuova stagista giusto?» chiede il ragazzo davanti a me con un inglese abbastanza buono - dalla voce penso sia sulla ventina -.
«Io sono Antonio. Vieni pure, ti prendo il borson-»
«No no, tranquillo. Faccio da sola»
Probabilmente la mia risposta lo prende alla sprovvista perché per pochi secondi rimane fermo non sapendo che fare.
«Ah... ok. Allora chiamo gli altri così ti presenti»
Con una mano dietro la nuca si sposta di lato lasciandomi entrare all'interno della sede, mentre io, ringraziandolo e studiando lo spazio attorno, mi tiro dietro il bagaglio.
«Se non ti dispiace troppo ti lascio sola due secondi. I ragazzi sono a provare le nuove tute per la stagione»
«Tranquillo, nessun problema»
Si allontana e appena svolta l'angolo sento l'aria tornare a circolare dentro i polmoni, come se avessi trattenuto il respiro per tutto il tempo.
Mi poggio al muro che dà sull'esterno e mi mordicchio il labbro interno quando sento il cellulare della tasca vibrare. Lo tiro fuori notando un nuovo messaggio da Maggie.

'Come sta andando? Ti hanno già rimandata a casa? ahahah.
A parte gli scherzi... papà è in ansia. Appena puoi chiamaci'

Le invio velocemente una risposta dicendole di non cantare vittoria, visto che mi hanno preso, e di dire a papà di tranquillizzarsi perché sto bene.
Digito le ultime parole quando sento vociferare dal corridoio dove poco fa era sparito Antonio. Rimetto il cellulare in tasca mentre da dietro l'angolo spuntano altri sei nuovi ragazzi, accompagnati da un uomo non troppo alto che tiene delle cuffie rosse attorno al collo.
Li guardo avvicinarsi e appena riesco a mettere a fuoco i loro visi capisco che avrò a che fare con dei ragazzini troppo cresciuti. Avranno bene o male la mia età, tranne quello con gli occhi verdi che sta parlando con Antonio. Loro sembra abbiano qualche anno in più.
«Allora... sei tu Aley?» mi chiede l'uomo annotando qualcosa sulla cartellina che prima non avevo visto mentre aspetta una risposta.
«Sì... piacere» accenno un sorriso per smorzare la tensione che ho dentro sentendo gli occhi di tutti puntanti su di me.
«Bene...» finisce di scrivere, poi chiude la penna e mi allunga una mano «Io sono René, il team manager. Quando hai bisogno di qualcosa chiedi pure a me»
Annuisco continuando a sorridere.
«Io ora devo andare, ho un meeting con gli ingegneri. Fatele vedere un pò i dintorni e aggiungetela al gruppo principale. Più avanti parleremo dell'inizio stagione, adesso pensa solo ad ambientarti»

Avevo sempre pensato che gli italiani fossero dei pazzi eccessivi e che il mondo delle corse facesse al caso loro proprio per quello. Adesso che c'ero dentro, però, mi ritrovavo in mezzo a persone accoglienti e pacate che mai avrei potuto pensare fuori di testa.
Mi sbagliavo e l'avrei capito presto.

René ci saluta con la mano ed esce dalla porta principale lasciandomi sola coi ragazzi.
«Beh, io direi di passare alle presentazioni» Antonio spezza il silenzio facendo segno agli altri di farsi avanti.
«Io sono Charles» il ragazzo dagli occhi verdi è il primo a fare un passo, allungando la mano e sfoderando un bellissimo sorriso.
«Aley, piacere»
«Io e questo ragazzaccio qua di fianco» riprende indicando Antonio e beccandosi una manata da quest'ultimo «Corriamo in formula 2. Loro invece» e allarga le braccia verso gli altri cinque poco più dietro «In formula 4»
«Quelli di formula 3 stanno per arrivare. Dovevano finire di prendere le misure a Callum» dice, prendendo parola, quello che più avanti scoprirò essere il più piccolo tra i ragazzi.
«Sono Lukas. Lukas Dunner»
«Juan Manuel Correa, ma puoi chiamarmi solo Juan. O Manuel, come preferisci non mi fa differenza»
Sorrido a quell'affermazione che probabilmente voleva essere simpatica per farmi sentire più a mio agio.
«Enzo. E lui è Marcus» si presenta per ultimo un ragazzo paciocco con un viso ancora bambinesco.
«Da quando in qua per te sono Marcus?» gli risponde l'altro scuotendo la testa e avvicinandosi a me allungando una mano.
«Kiwi»
«Kiwi?»
«Sì, Kiwi. Sai essendo Neozelandese non potevo che essere un Kiwi»
«Ok...» rispondo non molto convinta sperando di non averlo guardato troppo storto.
«A proposito» interviene Charles prendendomi un pò alla sprovvista e distraendomi da Marcus «Da dove vieni?»
«Sono svizzera, ma negli ultimi anni ho vissuto in Belgio»
«Fico!» esclama Antonio «Io invece sono italiano»
«Tu Charles?» gli chiedo ponendo la mia prima domanda, visto che lui per primo me lo aveva domandato.
«Vengo da Monaco, tra la Francia e l'Italia»

Stiamo continuando le presentazioni tra aneddoti strani (?) della vita di Marcus, feste nelle ville monegasche e primi trofei nelle gare sui kart da parte degli altri quando si sentono dei passi venire dal corridoio.
Il nostro brusio si affievolisce mentre le voci degli altri, nuovi, ragazzi si uniscono alle nostre.
«Ehi, guys. Cosa sta succedendo?»

Non capì subito il significato di quelle parole.
Ma la voce mi suonò stranamente familiare.
Aveva usato l'italiano, mi aveva sussurrato Charles. Un italiano ancora acerbo ma comunque italiano, che io ancora non capivo se non per qualche semplice parola.
«Vieni e non lamentarti» lo ammonì Antonio tornando all'inglese «E per una buona volta togliti quel cappellino dalla testa. Hai degli occhi che farebbero concorrenza a quelli del monegasco qui affianco»
I ragazzi si allargarono facendo entrare nel cerchio anche i piloti di formula 3.
Uno aveva i tratti asiatici, altri due erano biondi, uno con l'aria da inglese, il secondo alla fine si rivelò tedesco.

E il terzo...
Il terzo aveva gli occhi azzurri come il cielo.
La pelle candida come le nuvole.
Le labbra sottili, il fisico asciutto ed era decisamente più alto di quanto ricordassi.
Si sfilò il cappellino dalla testa mostrando le ciocche bionde come i campi di grano maturo.
La tuta che indossava, anche se un pò stretta e usurata, gli fasciava il corpo e i toni bianco rossi mettevano in risalto la sua figura.
Anche se, penso, qualunque cosa avrebbe potuto far risaltare il suo essere.
Perché quegli occhi azzurri, nonostante l'avrei negato per tanto, forse troppo, tempo, sarebbero stati belli in qualunque situazione.

~ ☆ ~
Nuovo capitolo!
Aley finalmente è dentro e ha conosciuto i nuovi ragazzi, anche se con un piccolo imprevisto(?).

Ma lasciando da parte questo... e spostandoci al mercato piloti di quest'anno.
Cosa ne pensate di Mick in Alpine? Non è ancora sicuro niente ma le notizie girano e Ocon aveva detto che gli sarebbe piaciuto avere Mick al suo fianco nel 2023.
Anche se mi dispiacerebbe vedere Mick fuori dell'ottica 'Ferrari' penso che potrebbe essere una buona esperienza per lui anche perché l'Alpine si è dimostrata più competitiva, veloce e performante rispetto alla Haas durante l'anno.
Voi cosa ne pensate?
°•Liv

Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora