"È un trauma cranico. Rimarrà in coma artificiale per tenere sotto controllo la situazione. Mi spiace, non abbiamo potuto fare altro. Ora bisogna solo aspettare... e sperare..."
*
| Quattro anni dopo
°.•
Degli occhi. La forma di un viso. Il colore azzurro delle iridi. La carnagione bianca come il latte...
Le sue mani si allungano verso di me, sfiorando la mia pelle. Le sue labbra sorridono. E le mie di conseguenza fanno lo stesso.
I nostri occhi sprofondano gli uni negli altri. Sembra di tuffarsi nel mare... e mi ritrovo al largo.
Poi l'acqua si fa fredda.
Il cielo si scurisce. Le onde crescono e il vento si fa forte.
Arriva la notte. La luna dietro le nuvole grigie.
Mi guardo attorno, persa e impaurita.
Ad un tratto qualcosa afferra la mia caviglia portandomi in profondità. Serro le palpebre e trattengo il respiro, mentre l'acqua avvolge il mio corpo.
... Buio.
Poi la luce sembra tornare. Riapro gli occhi e davanti a me la sua figura.
Ora, però, il suo viso è cupo e guarda verso l'abisso.
Cerco di avvicinarmi ma l'acqua in qualche modo me lo impedisce. Apro la bocca per urlare ma escono solamente bolle d'aria senza alcun suono.
Mi manca l'ossigeno. Non riesco più a respirare.
L'ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi è il colore delle sue iridi.
Solo che ora non sono più azzurre come le ricordavo. Ma nere, come le acque sotto i nostri piedi.
E non appartengono più al suo viso.
Ma a quello di suo padre.
°.•
Mi sveglio improvvisamente col cuore a mille e sudando freddo. Mi guardo attorno e quando mi rendo contro di essere nella mia stanza l'allarme nel mio cervello inizia a spegnersi permettendo al mio corpo di smettere di tremare. Mi ributto di schiena sul materasso mettendomi le mani in faccia e stropicciandomi gli occhi cercando di dimenticare l'incubo appena fatto. Sospiro pesantemente inspirando la maggior quantità d'aria possibile per provare a far rallentare il battito; poi, ormai abituata a questi risvegli turbolenti, mi rigiro spostando lo sguardo verso la porta e allungando un braccio al comodino per afferrare il cellulare e guardare l'orario.
'4.48'
Sbuffo, massaggiandomi le tempie sapendo che provare a riaddormentarmi sarebbe impossibile. Calcio il lenzuolo giù dal letto e mi tiro sù infilandomi le ciabatte e andando verso il bagno per sciacquarmi la faccia con l'acqua gelida. Mi guardo allo specchio sopra al lavandino: gli occhi leggermente cerchiati e rossi, i capelli disordinati e l'espressione da zombie appena sveglio. Mugugno tra me e me tornando in camera e apro la finestra per prendere un pò d'aria. È ancora piena notte e la luce fioca dei lampioni non basta ad illuminare strada e marciapiede. Un venticello frizzantino mi accarezza la pelle scoperta delle braccia riuscendo a portare via qualche brutta sensazione. Dopo qualche minuto alla finestra il freddo però comincia a farsi sentire e decido di riavvicinare i vetri e tornare a letto. Mi siedo sul materasso e riafferro il cellulare per poi stendermi con un braccio sulla fronte e aprire qualche social per far passare il tempo sperando di dimenticare quel viso.
Scorro tra i post di Instagram, leggo qualche commento, controllo Whatsapp e infine apro Spotify prendendo le cuffiette dal cassetto del comodino e faccio partire la prima playlist che capita. Chiudo gli occhi e mentre la musica suona nella mia testa fantastico storie. Lo faccio ogni volta. Il testo è triste e parla di una rottura? Immagino una ragazza che piange sul letto o che corre sotto la pioggia. È felice, invece? Lei ad una festa, persone che ballano e ridono. Magari trova anche una persona speciale.
Sono persa nei miei pensieri quando parte un pezzo che non sentivo da troppo.
'E forse che mi ero ripromessa di non sentire più...'
Bastano poche note, poche parole e la mia mente torna lì.
Mi tolgo le cuffie immediatamente e fermo la musica sentendo le lacrime farsi avanti.
Non posso andare avanti così! Sono quasi quattro anni ormai che sto male!
Forse Maggie ha ragione... devo dimenticare tutto, farmene una ragione... Continuare i miei studi e andare per la mia strada senza sperare ogni volta di incontrarlo dietro l'angolo.
Dopotutto cosa posso fare io? Le ho già provate tutte...
Torno su Instagram, lo cerco e clicco sul suo profilo.
○ mickschumacher ✓ [messaggio] [segui già]
Quando si dice 'il masochismo'...
Scorro tra le sue foto mentre la nostalgia si fa sentire.
Lui e Gina, con la madre, con Angie - piccola cucciola -, sui kart e in giro per il mondo. Sempre col sorriso.
Ma io non lo ricordo affatto così...
Quegli occhi gonfi di lacrime, di paura e di delusione. Quell'azzurro cielo che si era trasformato in mare in tempesta.
Continuo a guardare i post quando la maniglia della porta si abbassa costringendomi a spegnere il cellulare e a mettermi nella prima posizione naturale possibile che mi viene in mente per far finta di dormire.
Dei passi si fanno avanti avvicinandosi al letto. Serro le palpebre e cerco di regolare il respiro, ma la mia recitazione dura ben poco.
«So che sei sveglia. Vieni, io e papà dobbiamo farti vedere una cosa»
La mano di Maggie mi scuote la spalla e riapro gli occhi mettendomi subito a sedere, sbadigliando come a continuare la farsa.
«Muoviti è importante!» sussurra sulla porta sottolineando il muoviti. Ormai sa che per quanto riguarda la lentezza sono una campionessa olimpica. Ma solo se si parla di alzarsi dal letto o dover fare qualcosa di cui non ho la minima voglia, perché per una ragazza che vuole lavorare nell'ambito automobilistico la lentezza è come un taboo.
«Sì arrivo, arrivo» le rispondo, facendole segno con le mani di stare calma mentre mi infilo le ciabatte.
Appena la raggiungo mi chiudo la porta alle spalle e la seguo giù per le scale finché non arriviamo al tavolo della cucina dove papà è già seduto davanti ad un PC.
«Oh, Aley finalmente!»
«Che succede pa'? E perché siete svegli a quest'ora?»
«Non fare domande e siediti» taglia corto Maggie poggiandosi al muro dietro papà.
Sbuffando per i suoi soliti modi garbati mi avvicino al tavolo e mi accomodo al fianco di nostro padre che mi sorride passandomi il PC.
«Guarda»
Sposto lo sguardo sullo schermo e quello che leggo mi fa quasi saltare per aria.
New e-mail
•Ferrari Academy
Gentile Aley Forbes,
Dopo aver letto la sua richiesta per lo stage a Maranello, osservatola durante l'anno di studi ed esserci consultati, la informiamo che abbiamo deciso di darle una possibilità. La aspettiamo tra due mesi all'aeroporto di Bologna dove verrà portata alla sede...
Ma ormai avevo già smesso di leggere.
Maggie mi bloccò da dietro impedendomi di urlare visto l'orario e mio padre mi abbracciò appena mi calmai un poco.
Non potevo crederci!
Forse il mio sogno si stava avverando?!
Tutti gli sforzi erano stati ripagati. Le ore aggiuntive di studio, i crediti, i doposcuola... tutto!
Ora dovevo solo non lasciarmi scivolare dalle mani questa opportunità.
~ ☆ ~
Plot twist!
Vi aspettavate questo cambio improvviso della storia?
Cosa pensate sia successo tra Mick e Aley quattro anni fa?
E di questa nuova opportunità?
°•Liv
STAI LEGGENDO
Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|
Fanfiction[IN SOSPESO] Per molti motorsport significa soltanto correre in cerchio su vetture guidate da stupidi ragazzini che occupano le loro giornate sfidando la morte a 300km/h. Per Mick e Aley, invece, anche se entrambi si ostinano ancora a non volerlo c...
