2| l'ennesima brutta figura

385 18 2
                                        

«Prossima fermata, Model Race - Genk»

Mi alzo in piedi avvicinadomi alle porte di uscita, circondata da tre-quattro persone al massimo. Mi reggo ad un tubo rosso premendo il pulsante per prenotare la fermata e guardo fuori, soffermandomi sulla moltitudine di auto parcheggiate attorno al grande circuito pochi metri più avanti.
Le porte si dividono, permettendomi di scendere, mentre mi sistemo la sacca sulle spalle. Faccio qualche passo poi aumento di velocità, quasi fino a correre, cercando di capire da che parte sia l'entrata per gli spettatori.
Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni per guardare l'ora quando prendo contro a qualcuno.
«Oh- scusi, non volevo» allungo una mano all'uomo davanti a me per aiutarlo a rialzarsi, lui però mi fa segno che è tutto a posto e si tira su stirandosi i pantaloni sporchi dalla caduta.
«Fa niente, fa niente»
Mentre finisce di sistemarsi decido di cogliere l'occasione.
«Sa dirmi dov'è l'entrata per gli spettatori?»
«Certo, avanti qualche metro, poi la trova sulla sinistra» risponde sorridendo.
«Grazie mille» wow, di persone così gentili se ne trovano poche in questi tempi «E scusi ancora»
Lo vedo scuotere la testa come a dire, per l'ennesima volta, 'Non importa', poi gli volto le spalle e corro verso gli spalti alla ricerca della famiglia Schumacher.

In lontananza comincio a sentire il rumore dei kart e scorgo una recinzione poco più avanti, aperta su un lato, da dove provengono urla e schiamazzi.
Mi avvicino, facendo attenzione a non scontrarmi con nessuno, mentre cerco Corinna, Michael e Gina-Maria da qualche parte sulle scalinate. Mi faccio largo tra i parenti e gli amici degli altri piloti, circondata da birre, bibite e snack vari, finché non sento la voce inconfondibile della donna che mi ha fatto da seconda madre.
«Vai Mick, c'è la puoi fare!»
Alzo lo sguardo e la vedo. Li vedo. Sono tutti in piedi e Gina sta sventolando una bandierina con un grande numero 103 stampato sopra.
Cerco di farmi vedere alzando le braccia in aria, ma a causa della confusione non riesco ad attirare la loro attenzione; così, grazie anche a qualche gomitata, decido di infilarmi tra i tifosi, arrivando finalmente a pochi posti lontano da loro.
«Ehi! Gina!» urlo, sperando che mi senta.
La ragazza si blocca e inizia a guardarsi attorno, cercando la persona che ha appena gridato il suo nome.
«Gina, di qua!» mi faccio sentire alzando ancora di più la voce «Sono io, Aley!»
A quel punto la vedo girarsi verso di me e finalmente mi trova. Tira la maglia a Michael, suscitando curiosità anche da parte di Corinna, e mi indica, salutandomi con un grande sorriso.
Passo sui piedi di un'altra famiglia, scusandomi per il disagio, poi mi butto tra le braccia della mia migliore amica.
«Perdonatemi, ho fatto tardi» dico, spostando lo sguardo sui suoi genitori.
«Oh, tranquilla cara. Sapevamo che saresti arrivata, prima o poi» le parole della donna mi rassicurano, mentre Gina mi avvolge da dietro.
«Come sta andando?» chiedo, poi, rivolgendomi a Michael che aveva appena spostato lo sguardo verso il circuito.
«Bene. Sta facendo un buon lavoro» il sorriso che si disegna sul suo viso è impagabile.
«È terzo» mi informa entusiasta Gina da dietro.
«Per ora»
«Oh, dai mamma! Non essere così pessimista!» nascondo la bocca dietro una mano, divertita.
«Lo so, cucciola, lo so, ma quando lo vedo correre così... può succedere di tutto»
Le mie risate vengono spente da quell'affermazione, piena di paura e apprensione. Guardo verso la pista dove due kart sfrecciano ruota a ruota per aggiudicarsi la posizione.
«Aley, ti va di scendere giù? Così ci avviciniamo alla corsa»
Gina mi risveglia dai miei pensieri e spazza via le nuvole che stavano iniziando a fare pioggia sui ricordi.
«Si... certo» accenno un sorriso e, facendo un cenno agli adulti, ci infiliamo tra i tifosi fino ad arrivare davanti alla recinzione che ci divide dal tracciato.

*

Nel frattempo Mick non aveva di questi problemi.
La sua mente era completamente incentrata sulla gara, anche se cominciava a pensare che sorpassare il suo compagno di squadra Mazepin, ormai, fosse impossibile. Nonostante avesse sorpassato i due piloti alle sue spalle con facilità, Mick sapeva che Nikita era un osso duro.
Provò a farsi vedere da dietro cercando di mettergli pressione, sapendo che i giri mancanti erano troppo pochi per aspettare ulteriormente a mettere in atto il sorpasso.
Spinse sull'acceleratore, lasciando pochi metri tra il suo kart e quello del compagno, finché non riuscì a trovare un piccolo spazio sulla destra. Determinato a passarlo affiancò il kart alla sua sinistra lungo tutta la penultima curva, finché le ruote anteriori dei due piloti non furono a pochissimi centimentri di distanza.
'Ora o mai più'
La chicane era la sua ultima speranza.
Il piede di Mick si alzò improvvisamente dall'acceleratore lasciando che Mazepin passasse nuovamente avanti, poi inclinò il volante, tagliando la strada davanti a lui e posizionandosi alla sinistra del compagno. Chiuse la curva, tornando ad accelerare, mentre Nikita, a causa della distrazione dovuta alla manovra del tedesco, andò dritto, perdendo ulteriormente tempo e lasciando che Mick riuscisse a superarlo.
Il piccolo pilota si guardò alle spalle e vide il kart dell'amico farsi sempre più lontano. Davanti a lui, invece, il traguardo lo stava aspettando.
E anche se la bandiera a scacchi non stava sventolando per lui, la felicità nei suoi occhi era paragonabile alla più bella delle vittorie.


~ ☆ ~
Eccomi tornata con un nuovo capitolo!
Questo weekend la F1 è ferma, così vi ho voluto regalare questo capitolo per rallegrarvi un pò, spero vivamente di esserci riuscita <3
°•Liv

Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora