Lui era lì. Indossava una maglia bianca che gli faceva risaltare gli occhi chiari, un semplice pantalone della tuta e l'immancabile cappellino rosso che gli schiacciava i capelli biondi come la luna. Teneva le braccia incrociate al petto e sul viso aveva un dolce sorriso che gli faceva apparire come per magia due buchini sulle guance.
Istintivamente stringo le braccia al petto, non tanto per imitarlo, ma perché mi viene spontaneo farlo. A passo cauto inizio ad avvicinarmi e ogni piede che metto avanti il mio stomaco si rigira.
«Dai! Cosa aspetti?» Charles mi si affianca e mi dà una gomitata sul braccio per farmi coraggio.
«Sei sicuro che sia la scelta giusta?»
«Aley... ma ti senti quando parli? Fatti meno pare e vai da lui»
Sospiro, mentre il resto del team ci supera ricongiungendosi ai ragazzi e agli ingegneri rimasti in sede.
Faccio a Charles un cenno di assenso e mi dirigo verso Mick che ha appena salutato Guillaume con un'amichevole pacca sulla spalla.
«Ehi»
Non so perché mi sono uscite queste parole così vuote e tremolanti, ma lui è subito pronto ad aggiustare la situazione.
«Sei la solita stupida»
«Già in confidenza il ragazzo?»
Lui scuote la testa senza prendermi sul serio.
«Vieni qui» allarga le braccia e io mi lancio, senza pensarci due volte, contro il suo petto come per paura che possa scappare via di nuovo. Lego le braccia attorno al suo collo, mentre lui mi stringe per le spalle. Mi mordo le labbra mentre il suo profumo naturale mi inonda il viso, quel profumo che ho amato da piccola, odiato da ragazzina e imparato nuovamente ad amare negli ultimi giorni. Anche se, a pensarci bene, credo di non averlo mai odiato veramente. Sento ogni centimetro del mio corpo tremare sotto la sua figura che, da così vicini, sembra grande il doppio della mia. Le sue mani sfregano sulla mia felpa e mi sembra quasi di sentirlo deglutire per non farsi vedere fragile quando gli sussurro all'orecchio 'Mi sei mancato'.
Improvvisamente tutti i ragazzi attorno a noi cominciano a battere le mani, chi fischia e chi grida mettendo le mani a mo' di cono attorno alla bocca per farsi sentire meglio.
Io e Mick ci stacchiamo, evidentemente imbarazzati, poi René intima a tutti di entrare in sede perché la prossima settimana inizieranno a correre anche i piloti di F3 e F4 e bisogna iniziare a lavorare da subito. Mi lancia un'occhiata stupida prima di varcare la soglia della porta, seguito a ruota da ingegneri e piloti ancora in erba.
«Allora...»
«Allora cosa Mick?»
Stiamo camminando nel corridoio principale che porta al mio ufficio, quando mi volto verso il tedesco che rimane fermo qualche passo indietro.
«Quindi? Ti hanno mangiato la lingua?»
Mick torna a camminare verso di me, mentre io resto ferma aspettando una risposta.
«Niente. In realtà volevo solo vedere la tua faccia scocciata»
Lo mando a spendere dandogli una manata sul braccio e gli giro le spalle, mentre lui ride tra sé guardandomi andare via.
Entro nel mio ufficio e mi chiudo la porta alle spalle, mi siedo davanti alla scrivania e accendo il computer per iniziare a lavorare.
Passano pochi secondi poi la maniglia della porta si abbassa facendone uscire una mano e il viso del biondino.
«Io vado che Luca mi vuole al simulatore»
«Mh»
Cerco di ignorarlo, concentrandomi sullo schermo davanti a me.
«Comunque, sotto sotto, non sei cambiata tanto»
Questa frase però mi fa voltare - e penso proprio che volesse essere questo il suo intento -.
«Sei la stessa permalosa di sempre»
«E tu sei lo stesso scassapalle»
«Elegante mi dicevano»
«Mick, vai a sbattere contro una barriera che è meglio» tengo sempre lo sguardo fisso sul monitor, ma è come se lo stessi guardando in faccia.
«Ora fai l'aggressiva? Quello è il ruolo di tua sorella»
Probabilmente l'aveva pensata come una battuta o comunque non come qualcosa che potesse ferirmi; invece quelle parole mi avevano colpito.
«Tu non la conosci. Non più, almeno»
Mi scurisco in volto e noto che anche lui non è più tanto tranquillo.
«Io non sarò cambiata, ma Maggie sì. Ha imparato a volermi bene ed è diventata una persona migliore. Non mi ha abbandonata, anzi, mi è stata vicina come penso nessun'altro e mi ha aiutata a superare tutta quella merda in cui mi avevano lasciata»
Il mio tono non si è alzato, ma è diventato freddo, piatto e deciso. I miei occhi ora fissano i suoi.
«Sarai pure un bravo ragazzo, per carità, ma a volte dovresti pensare prima di parlare, soprattutto se di persone di cui non conosci appieno la vita»
Mi rendo conto di quello che gli ho detto, sì. Le mie parole lo hanno destabilizzato quando pensava di avermi ritrovato, di aver ricucito il nostro legame... Gli voglio bene, ma non può permettersi di parlare male di mia sorella, non dopo tutto quello che lei ha fatto per me. Non l'ha fatto per cattiveria, lo so, ma questi punti riaprono delle ferite che fanno ancora fatica a guarire e che credo ci metteranno parecchi anni per rimettersi in sesto.
Restiamo fermi a guardarci occhi negli occhi per alcuni secondi, poi il silenzio diventa troppo e mi decido a rigirarmi sulla sedia verso il computer.
Nessuno spiaccica più parola. L'unico rumore che si sente adesso è quello delle mie dita sulla tastiera.
Non so dopo quanti secondi Mick abbia deciso di uscire dalla stanza, so solo che quando mi sono azzardata a guardare verso la porta, forse per cercarlo, forse solo per assicurarmi di non avergli fatto troppo male, non c'era n'era più l'ombra.
La giornata è continuata normalmente.
Ho lavorato, caricato dei video, delle foto e ho azzardato qualche intervista pre-campionato ad alcuni ragazzi di F4. Non sono più uscita dall'ufficio, se non appunto per registrare o per prendere qualcosa da mangiare, e penso sia stato meglio così.
Mick poteva essere in giro in qualunque momento e non mi andava di riprendere la conversazione. Dovevo almeno dormirci sopra.
Quando guardo l'orario sono le ormai le nove e mezza, il sole è già calato da un pezzo e l'unica luce che illumina la scrivania è quella della lampada nell'angolo, visto che la luna stasera ha deciso di rimanere dietro le nuvole.
Prendo la mia roba, la infilo nello zaino ed esco dalla stanza facendo scattare la serratura.
Sospiro. Qualcosa dentro di me mi dice che oggi non doveva andare così. Mi ero fatta un bellissimo film in testa dove io e Mick tornavamo ad essere quello che eravamo stati. E invece... magari serviva solo un po' più di tempo.
Passo davanti allo studio di René e lo saluto quando vendo che è ancora dentro a studiarsi le strategie per le prossime gare. Quest'uomo sembra caricato a molla, non smette mai di lavorare!
A passo svelto esco dalla sede, dirigendomi verso l'hotel dove alloggio con gli altri ragazzi che penso siano già tutti in camera, vista l'ora a cui si devono svegliare tutti i giorni, anche se un piccolo pensiero verso le notti in bianco di Marcus che arriva in sede la mattina non reggendosi in piedi, si fa spazio nella mia testa facendomi sorridere e scaldandomi dalla fredda aria della sera. Incrocio le braccia e strofino le mani sulle maniche della giacca mentre attraverso la strada e mi dirigo verso l'hotel.
Quasi non sento la vibrazione del cellulare nella tasca dei pantaloni a causa dei brividi di freddo.
Lo tiro fuori e lo sblocco vedendo un nuovo messaggio da parte di Maggie. Clicco due volte sopra la notifica aprendo la chat e mettendomi subito a scriverle qualcosa.
Vi ricordate tutte quelle volte che i vostri genitori vi hanno detto di non guardare assolutamente il telefono mentre camminate per strada? Certo, spesso sono assillanti e ti viene normale non darci troppo peso.
Ma io quella sera avrei dovuto fare più attenzione.
~ ☆ ~
Avrei voluto pubblicare l'altro giorno, ma i compiti me lo hanno impedito, scusate.
Comunque, cosa pensate succederà nel prossimo capitolo? E tra Aley e Mick? Le cose si rimetteranno a posto? E se sì, subito o ci vorrà ancora del tempo?
Lasciate un commento se volete, che mi fa sempre piacere, e buon continuo giornata <3
°•Liv
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Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|
Fanfiction[IN SOSPESO] Per molti motorsport significa soltanto correre in cerchio su vetture guidate da stupidi ragazzini che occupano le loro giornate sfidando la morte a 300km/h. Per Mick e Aley, invece, anche se entrambi si ostinano ancora a non volerlo c...
