6| autostop ad un ferrarista

249 19 2
                                        

Le sue dita tremavano.
Teneva gli occhi chiusi per paura di poter vedere il dolore nel viso di sua sorella.
Ansimava e sentiva i battiti del cuore salirgli fino alla gola.
Si era dovuto sedere su una panchina dentro al cottage per calmarsi, dopo aver urlato contro sua madre e i soccorritori che non avevano voluto portarlo con loro in ospedale.
Non poteva lasciare solo suo padre. Non adesso quando aveva bisogno di aiuto.
Gina si era accomodata al suo fianco, ma lui aveva respinto il suo abbraccio e si era alzato in piedi andando verso la finestra, poi aveva poggiato le braccia sul piccolo davanzale e la testa, che continuava a pulsargli, sul telaio di legno.
Aveva da poco ripreso a nevicare e una leggera pioggia di fiocchi bianchi scendeva dal cielo grigiastro sopra le loro teste.
Sentì i passi di sua sorella allontanarsi e immaginò che fosse salita al piano superiore dove si trovava un piccolo bar per bere qualcosa di caldo e calmare i nervi. Ne avrebbe avuto bisogno anche lui, ma preferiva stare solo.
Poggiò il mento sul palmo della mano e continuò a guardare la neve scendere lenta, accompagnata dal rumore del vento e dal profumo dello strudel di mele appena sfornato.

*

Gina stava per addentare una fetta del suo dolce preferito, il sapore delle mele e della pasta sfoglia le stava facendo venire l'acquolina, quando sentì la suoneria del cellulare attivarsi.
Si pulì le mani e lo prese in mano, notando una chiamata da parte di Aley. Si affrettò a rispondere.

-Aley!-
-Gina, dove siete?-
-A Méribel, ma... cosa intendi?-
-Non ha importanza adesso. Dammi un'indirizzo, mandami la posizione...-
-Ok ok, aspetta un attimo...-
-Grazie, ci vediamo poi-
-Cos-? Aley!-

Gina tolse il cellulare dall'orecchio e guardò sorpresa lo schermo dove Aley aveva appena chiuso la chiamata.
Continuò a chiedersi cosa avesse in mente quella ragazzina mentre apriva Whatsapp e le inviava la posizione.
L'unico motivo per cui potesse avergliela chiesta era perché voleva raggiungerli, ma...
Non c'era nessun 'ma'.
Gina conosceva Aley. Sarebbe stata capace di farlo.
Decise di posare il telefono e magiare le sue due fette di strudel continuando a pensare alle parole della sua migliore amica.

*

«Ehi ragazzina, salutami il campione, ok?»
Apro la portiera del furgone e salto giù, annuendo.
«Sarà felice di sentire che i suoi fan non lo abbandonano mai»
L'uomo al volante si fa scappare una risata, poi mi saluta e dopo che ho chiuso la portiera riparte a tutto gas.
Fortunatamente chiedendo indicazioni ho trovato qualcuno disposto ad accompagnarmi fino alle piste da sci. Si chiama Sebastian ed è un grande tifoso della Ferrari. Inizialmente non ero sicura se raccontargli il perché volessi arrivare a tutti i costi alle piste, non mi sembrava giusto divulgare io la notizia prima dei telegiornali, ma non avevo avuto altra scelta. Gli avevo fatto promettere di non farne parola con nessuno e lui mi aveva dato la sua parola.
Poco prima di scendere mi aveva regalato un berretto di lana col cavallino rampante e un bellissimo pon-pon.
«Dovevo darlo ad un amico, ma fa freddo e non hai niente con te. Spero possa servirti almeno un pò».
Lo accettai volentieri, ringraziandolo per tutto quello che aveva fatto.

Ora mi trovo finalmente ai piedi della montagna, il cottage è a poco più di dieci minuti. Guardo il furgone allontanarsi, poi a passo svelto prendo il sentiero per le piste.


*

«Gina!»

'Mh?'

«Mick!»

'Possibile che...?'

«Ehi!»
Se la sua testa gli stava giocando brutti scherzi non era il momento più adatto. Sbattè più volte le palpebre e si stropicciò gli occhi, pensando che fossero solo vocine causate dallo stress, ma quando la voce della ragazza si fece sentire nuovamente gridando il suo nome e quello di sua sorella era troppo nitida e forte per non essere vera.
Mick si precipitò alla porta che dava sulla pista da sci e la aprì frettolosamente, dimenticandosi di rimettersi il giaccone da montagna che si era tolto. L'aria gelida gli riempì e polmoni, sentì il suo corpo diventare un ghiacciolo e incrociò le braccia al petto per scaldarsi un pò.
Cercò dei capelli biondi in mezzo alla neve e quando vide una cuffia rossa con tanto di pon-pon salire sopra l'orizzonte i suoi occhi non potevano crederci.
«Aley...» sussurrò appena, creando col suo fiato caldo una nuvola biancastra nell'aria.
Fece qualche passo in avanti, sprofondando con gli scarponi nella neve fresca, mentre davanti a lui i contorni della figura di Aley si facevano sempre più netti, rendendola sempre più vera e visibile.
Qualcosa dentro di lui si accese e iniziò a scaldarlo, sciogliendo rabbia, tristezza e paura.
Aley stava correndo nella sua direzione con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia e Mick sentì i suoi occhi farsi nuovamente lucidi.
Stavolta, però, era più felice che mai.


~ ☆ ~
Capitolo di passaggio con un ¡nuovo personaggio!
Spero che la storia vi stia piacendo...
I capitoli "belli" arriveranno tra un pò, prima devo far maturare la storia e capire come farla proseguire per bene.
°•Liv

Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora