32| girl power

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Ora sono qui in ufficio, ad organizzare gli ultimi dettagli per il piccolo set fotografico che farò fare ai ragazzi di F4 prima della seconda gara ad Adria, in Veneto, oltre a pubblicare qualche post in attesa del weekend per non perdere l'amore dei tifosi. Inoltre ho ancora una decina di mail da leggere, tra le quali una da parte di Angelina e due di René di questa mattina che mi ero dimentica di leggere, in mezzo a qualche pubblicità, comunicazioni della Fia e l'annuncio dell'apertura di un nuovo ristorante di sushi girata da Charles che aveva promesso di portarmici.
Decido di aprire per prima una delle mail di René.

From: René
To: Aley

Buongiorno Aley,
So che forse è un po' tardi per avvisarti, ma avrei bisogno che ti trattenessi a fine giornata e facessi qualche ora extra assieme agli ingegneri. Ovviamente non dovrai mettere le mani da nessuna parte; il tuo compito sarà quello di riprendere il lavoro dei ragazzi per poi montare un video da mettere sul profilo del team. So che sei molto impegnata, ma è importante farlo. Solitamente l'avrebbe fatto Angelina, ma è fuori città per qualche giorno e non possiamo aspettare che torni.
Avvisami se hai qualche problema, io proverò ad organizzarmi in altro modo.
René Rosin

Mentre la mia testa cerca di convincersi a dire di sì nonostante le mie gambe oggi non ce la facciano davvero più a reggere, clicco anche sulla seconda mail che mi accorgo essere strettamente collegata alla prima.

From: René
To: Aley

Visto che sei lì, nel mentre ti presenterò anche una nuova ragazza che arriva dall'università d'ingegneria di Milano. Le abbiamo dato la possibiltà di fare uno stage e resterà con noi per un mese; poi si vedrà anche se penso che abbia tutte le carte in regola per rimanere.
Aspetto conferme.
René Rosin

Immediatamente, per non fargli perdere altro tempo, clicco su 'rispondi' assicurandogli che ci sarò e che non vedo l'ora di conoscere la nuova ragazza. Un po' di genere non maschile farà bene a questo posto.
Leggo velocemente anche la mail di Angelina, che è semplicemente la risposta alle foto che le avevo mandato in mattinata, giro a René le mail della Fia e finalmente chiudo il portatile e rilasso gli occhi, togliendomi gli occhiali e stofinandomi le palpebre chiuse.

Ma il relax dura ben poco perché pochi secondi dopo sento bussare alla porta dell'ufficio e mi affretto ad andare ad aprire nonostante sia già accostato. Callum è in piedi davanti all'uscio e dal modo in cui mi guarda penso di non avere una bellissima cera.
«Marcus ha detto che volevi parlarmi.»
«Sì, volevo farti una domanda.» rispondo, sistemandomi al meglio i capelli che avevo raccolto in uno chignon scomposto per lavorare e stare più comoda, entrando nella stanza e facendolo accomodare per sistemare le ultime cose che avevo lasciato sparse sulla scrivania.
«Conosci Dan Ticktum?»
«Mh... Mi suona familiare. Forse abbiamo fatto qualche gara assieme in Inghilterra da più piccoli. Ma perché me lo chiedi?»
«Ha iniziato a seguirmi su Instagram» rispondo senza dare troppo peso alle parole, ormai conosciuta la risposta e proiettata completamente verso le ore aggiuntive che mi toccherà fare.
«Davvero?» il suo tono prende una piega strana che mi fa girare verso di lui.
«Sì, e allora?»
«Beh, da quel che ricordo non è una bellissima persona» afferma soffermandosi sul bellissima. «Almeno quando correvamo insieme...»
«In che senso?» domando, continuando a dargli le spalle per sistemare la scrivania.
«Si credeva sempre superiore e trattava male gli avversari. Però forse fuori dalle competizioni è diverso» cerca di ipotizzare, mentre io spengo il PC e tiro giù le veneziane pronta ad uscire dall'ufficio e dirigermi verso il reparto meccanico.
«Cos'hai oggi?» chiede poi seccato, notando che praticamente non lo sto più ascoltando.
«Io? Niente. Forse solo un po' troppo lavoro» mi avvicino al muro e spengo le luci, lasciando che i contorni dei nostri volti siano delineati solamente dalle luci del corridoio, e faccio segno a Callum di uscire dal mio ufficio.
Lui fa come gli è stato detto fermandosi però davanti all'uscio, scuotendo la testa e incrociando le mani al petto, segno che non è troppo contento del mio comportamento.
«Callum, René mi aspetta. Per favore...»
«Se ti lascio andare ora, mi concederai del tempo dopo?»
«Va bene, va bene» rispondo seccata sapendo che dargli corda è l'unico modo per farlo scansare.
«Allora, prego signorina» dice con fare cavalleresco, lasciando libero il passaggio.
«Idiota» lo rimprovero a bassa voce mentre lo supero.
«Non mi sembra un linguaggio molto adeguato per una donna del suo calibro» continua cercando di farmi sorridere, alzando un sopracciglio.
Io mi fermo poco più avanti della porta, voltandomi e simulando un inchino.
«Pardon messere per il mio linguaggio scurrile. Non si ripeterà» sarà il fatto che non riesco mai ad arrabbiarmi con Callum o che ho l'umorismo rotto, ma questa scenetta riesce a farmi divertire.
«Finalmente un sorriso, eh» constata compiaciuto «Dai, vai pure da René, ci vediamo dopo»
Io annuisco salutandolo velocemente, dirigendomi verso il reparto ingegneria.

Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora