3| prendere o lasciare

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Vederlo alzare l'ultimo trofeo della stagione dal secondo gradino del podio era una sensazione strabiliante. Se poi mettevamo in conto anche la sua terza posizione nella classifica generale allora la festa raddoppiava.
L'inno non suonava per lui.
Gli applausi non erano solo per lui.
Il campionato aveva un altro vincitore, ma a lui non importava.

'Arrivare alla fine, felici del proprio percorso.'

Perché quel giorno, finalmente, Mick era orgoglioso di se stesso.

*

| Dicembre

«Aley! Hai una visita!» il viso di mia sorella spunta dalla porta leggermente aperta, facendo intravedere qualche ciocca bionda e i jeans strappati nonostante la poca luce della camera.
«Chi è?» chiedo curiosa, mentre scendo dal letto e mi infilo le ciabatte.
«Bho. Pa' mi ha detto solo di chiamarti. Stavo preparando il pranzo» dal tono della voce sembra seccata «A proposito si mangia tra dieci minuti quindi non trattenerti troppo»
Sbuffando per i suoi modi, corro giù dalle scale, passandole affianco e tirandole una gomitata, finché non arrivo davanti alla porta d'entrata dove trovo mio padre voltato di spalle parlare con qualcuno sull'uscio.
Appena nota la mia presenza si volta di scatto rivelando l'identità del ragazzo davanti a lui.
«Ah... eccoti. Mick è passato a salutarti...» noto con stranezza che non è tranquillo. Mi avvicino lentamente per poi sentire Maggie alle mie spalle e lo sguardo di mio padre tremare davanti alla sua figura.
«Sta... per partire» deglutisce.
«Una settimana a Méribel, in Francia. Dicono che la neve sia fantastica» la sua voce calda e cucciola, unita alla spensieratezza che fa di lui uno dei ragazzi più puri e veri che io conosca, fa apparire un piccolo sorriso sulle mie labbra.
«Partiamo tra poco più di un'ora. Non potevo non salutarvi» i suoi occhi improvvisamente si spostano su Maggie che viene colpita dritta al cuore da una freccia di dolcezza.
«Grazie Mick, ma ora dobbiamo mangiare» lo respinge acida, afferrandomi per le spalle e facendo segno a mio padre di andare in cucina.
Io torno a guardarlo con occhi tristi, mentre la mano di mia sorella si allunga verso la porta per chiuderla.
«Aspetta!»
Il braccio candido di Mick spunta in mezzo alla fessura, facendomi sussultare, mentre Maggie sospira, obbligata a riaprire la porta.
«Volevo chiederti una cosa» dice riferendosi a me, sperando che mia sorella gli permetta di parlare.
Sento Maggie sbuffare al mio fianco, poi alzare le mani in segno di resa e borbottare qualcosa tra sé e sé mentre torna in cucina seguita da mio padre, che saluta Mick con un mezzo sorriso e un cenno di testa.
Quando finalmente siamo soli mi allunga un biglietto.
Lo prendo in mano, sorpresa e confusa.

'Gland - Méribel'
Prima classe - posto 21

«È per il treno»
Alzo lo sguardo incrociando i suoi occhi azzurro cielo.
«Vorrei che venissi con noi»
A quelle parole non so se sentirmi felice o meno.
«Wow Mick... davvero, sarebbe bellissimo, però...»
Penso a quello che potrebbe dire Maggie: sicuramente mi vieterrebbe di andarci. Chiederlo a mio padre poi, sarebbe ancora più inutile: ha troppa paura per me e non si fiderebbe mai a lasciarmi con gli Schumacher, soprattutto con la vocina di Maggie che gli sussurra nelle orecchie. È già stato un regalo farmi partecipare all'ultima gara di quest'anno; probabilmente Maggie neanche lo sa. Ma... meglio così, no?
Guardo il biglietto tra le mie mani scuotendo la testa, poi glielo allungo.
«Mick, mi dispiace, ma non posso venire»
Il sorriso sul suo volto si spegne, come la fiamma di una candela colpita da una folata di vento improvvisa.
«Non voglio problemi» cerco di spiegargli, dovendogli chiarire la mia decisione.
Aspetto una sua reazione che però non arriva all'istante, così, colpita da un forte senso di colpa, abbasso la testa.
Sono passati pochi secondi, quando sento il tocco della sua mano sulla mia spalla. Tiro su il viso incontrando la purezza dei suoi lineamenti.
«Ok»
Nonostante sia una sola parola, apparentemente vuota e senza sentimenti, per me, al contrario, è una grande dimostrazione di amicizia.
«Mi mancherai»
Sorridendo, allargo le braccia e lui fa lo stesso. Quei pochi secondi cerco di immagazzinarli dentro il mio cuore, sapendo che dovrò rimanerne senza per un po'.
«Salutami i tuoi» gli sussurro col mento sulla sua spalla «E dì a Gina di fare attenzione. È capace di tutto quella ragazza»
Lo sento ridere, mentre le nostre braccia si staccano, lasciando che l'aria fredda di dicembre ci punga la pelle.
«Cerca di non annoiarti troppo senza di me»
«Ah, ora fai anche il modesto?»
«È PRONTO!!!» la voce acuta e sgodevole di Maggie, penetra dentro le mie orecchie facendomi sbuffare.
«Devo andare» mi scuso, facendo qualche passo indietro.
Lui alza le spalle, ormai la conosce e non ci fa neanche più caso.
«Ci sentiamo»
Annuisco mettendo entrambe le mani sulla porta, mentre Mick si volta, mostrando le spalle.
«Non divertirti troppo» lo prendo in giro, facendo eco alle sue parole di prima.
Lo sento ridere, mentre il volume della sua voce si perde nell'aria.
Chiudo la porta alle mie spalle, sperando di aver fatto la scelta giusta.


~ ☆ ~
Questo capitolo mi smuove molti brutti ricordi ed è stato un pò complicato pensare ad un Mick felice e spensierato.
Ma lasciando da parte questo, spero che la storia vi stia piacendo.
Secondo voi Aley ha fatto la scelta giusta a rifiutare l'invito di Mick? O doveva andare con lui scontrandosi con la famiglia?
°•Liv

Cɪʀᴄʟᴇs |𝙼𝚒𝚌𝚔 𝚂𝚌𝚑𝚞𝚖𝚊𝚌𝚑𝚎𝚛|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora