capitolo 20

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Ilviaggio fino a Ravenna fu lungo, i genitori di Ian abitavano moltolontani da noi... una volta vicini alla sua abitazione Ian miavvertì, mi risvegliai dal mio torpore e cercai di essere il piùpresentabile possibile dopo tre ore di viaggio in macchina. Entrammoin un vialetto pieno di alberi che lo costeggiavano, in fondo alvialetto si scorgevano delle luci, mano a mano che ci avvicinavamoiniziai a notare l'immensità di quella abitazione, ma che dicoabitazione era una reggia, come minimo li ci sarebbero state 20famiglie. Mi giro verso Ian e dico " caspita, ma tutta questa ecasa tua???!" Ian si gira verso me e dice " no, piccolaquesta è casa dei miei genitori" i nostri sguardi siincrociarono e scoppiammo in una risata. Parcheggiata la macchinasentivo Ian un po teso, e io invece ero agitatissima alla sola ideadi conoscere i genitori del mio fidanzato, ma ci facemmo forza avicenda e scendemmo dalla macchina. Una donna ci stava aspettandosull'uscio della porta era una bella signora, e Ian le assomigliavamoltissimo, abbracciò suo figlio e poi mi guardò e gettò le suebraccia al mio collo e mi abbracciò molto forte, si staccò da me emi tese la mano dicendo un po' rossa in viso " ciao cara, iosono Laura, la mamma di Ian" a mia volta mi presento e lei ciinvitò ad entrare, la casa è un incanto, davvero molto bella earredata con mobili moderni. In salotto troviamo un uomo sullasessantina che ci viene in contro con un sorrisone, credo sia ilpadre di Ian e ne ho la conferma quando stringendomi la mano mi dice" sono Gianni il padre di Ian" poi anche lui mi abbraccia.Mi stupisco molto, sono persone meravigliose, Laura mi ha fatto fareil giro della casa e mi ha detto tantissime cose imbarazzanti su Ian,mentre Gianni mi ha semplicemente detto " finalmente mio figliosembra avere fatto una scelta giusta" arrossii a quelle parolema lui non se accorse, finalmente Ian ci raggiunse e si mise difianco a me e disse ai suoi genitori " non monopolizzatemi laragazza" ci guardammo e tutti insieme ridemmo. Poi io e Ianandammo sopra e ci facemmo un bel bagno caldo assieme, Ian mimassaggiava la schiena e mi diceva cose dolcissime all'orecchio. Dopopoco, mi girai verso di lui e iniziai a baciarlo, dapprima era unbacio tenero e dolce che però sempre più cresceva di intensitàfino a diventare pura passione, iniziai a percepire qualcosa che nelsuo basso ventre cresceva e si faceva sempre più grande e voglioso,così finalmente uscimmo dalla doccia e andammo sul nostro letto, eli esplose la passione e in modo tremendamente dolce e travolgenteentrò dentro di me e iniziò a muoversi sempre più velocemente,regalandomi un immenso piacere, continuammo così fino a che entrambinon venimmo per poi subito dopo addormentarci accoccolati. La mattinaseguente, Ian e suo padre dovettero andare all'ospedale di Ravennaper un meeting sulla pediatria, si anche il padre di Ian era unpediatra, e poi Gianni voleva passare del tempo con suo figlio, cosìio e Laura come due vecchie amiche uscimmo assieme e lei mi fecevisitare la bellissima cittadina vicino a casa loro, pranzammo in unbar molto caratteristico della zona e al pomeriggio mi portò a fareshopping e insistette per comprarmi un vestitino blu con lepaillettes su tutto il corpetto e una gonnellina che scendeva apalloncino. Mi disse che stasera lo avrei dovuto indossare. Io annuìe felici tornammo a casa. La serata passò in modo sereno etranquillo, Gianni era davvero uno spasso continuava a fare battutesu battute e trattenere le risate era difficile, Laura e Gianni ciavevano portato in un bel ristorante perchè volevano festeggiare laprima ragazza che Ian gli aveva presentato , ma sopratutto volevanofesteggiare il loro anniversario di matrimonio che sarebbe stato tratre giorni. Tornati a casa ian mi raccontò la sua giornata e io fecilo stesso con la mia. Ad un certo punto mi disse " seitremendamente sexy con quel vestitino, tu non sai che voglia ho ditogliertelo" e di rimando gli risposi " vecchiopervertito!!!" andai in bagno per cambiarmi e mettermi ilpigiama, quando tornai in stanza lo vidi addormentato, così loaiutai a mettersi sotto le coperte e andai contro al suo petto perdormire.
Bussano alla porta, mi sveglio e con la voce impastatadal sonno mugulo qualcosa, dall'altra parte della porta sento la vocedi Laura che dice " piccioncini vi ho portato la colazione incamera" ommiodio ma questa donna è fantastica, rispondo "arrivo subito Laura" chiamo Ian e gli dico che sua mamma haportato la colazione, poi mi alzo, spalanco le tende e lascio che iraggi del sole penetrino nella stanza illuminandola, vado poi adaprire la porta e ringrazio Laura che se ne va subito, finita lacolazione Ian si va a fare una doccia mentre io preparo la mia e lasua valigia, perchè dopo che mi sarò fatta una doccia pure iopartiremo per tornare a casa. Infatti verso le 12:30 circa partimmoda Ravenna, la mamma di Ian aveva insistito perchè ci fermassimo lialmeno a pranzo, ma Ian conoscendo i pranzi domenicali della madredecise di partire prima. Una volta arrivati a casa erano le 16:00decidemmo di farci un bel bagno rilassante assieme e poi andammo ariposare, stanchi del viaggio.
Ci svegliammo alle 18:30 e optammoper una pizza, dopo la cena, optammo per un bel film, ma siccomeeravamo stanchi, non lo vedemmo tutto e senza che nemmeno me neaccorgessi, Ian mi portò in stanza da letto e dormimmo abbracciatitutta la notte. La settimana successiva passò velocissima, con ipreparativi del tirocinio, gli esami da sostenere prima di andare inospedale, tra due settimane saremmo partiti per questa nuovaesperienza. A metà settimana mia mamma mi chiamò e mi disse che nonsarebbe riuscita a venire giù perchè si era ammalata, ma avevapromesso che la settimana dopo sarebbe venuta ad aiutarmi con il "trasloco" delle mie cose nell'appartamento di Milano della ziaErika. Il week-end passò come sempre troppo velocemente, ma ladomenica sera iniziai ad avere forti dolori addominali, dovevaarrivarmi il ciclo, ma non sono mai stata male per questo, macomunque può capitare e Ian si prese cura di me, mi fece dainfermiere anche perchè per tutta la notte vomitai e anche lamattina seguente non riuscii ad andare a scuola, mi sentivomalissimo. Non avevo appetito e appena provavo ad ingerire qualcosa,esso tornava su. Al mercoledì Ian decise di portarmi all'ospedale,lui non lavorava più li come pediatra ma conosceva la maggior partedelle persone e subito mi fecero tutti gli esami di routine, ma nonc'era nulla di sballato. Giada preoccupata venne a trovarmi e miportò le cose che le avevo chiesto, avevano deciso di ricoverarmi equindi mi servivano ricambi. La notte passò quasi senza vomito ealla mattina, decisero di dimettermi con la diagnosi di influenza, econ la prescrizione di prendere vitamine e tachipirina per la febbrese fosse salita. Alla sera nuovamente stetti male e vomitai di nuovotutto quel poco che ero riuscita ad ingerire, quella notte decisi diandare a casa da Giada, siccome Ian era stato a casa dal lavoro, nonvolevo fargli perdere altri giorni, gli promisi che Giada sarebbestata con me e Ian acconsentì finalmente dopo una lunga discussione.L'indomani mattina Giada come promesso stette a casa con me e decisedi farmi da medico, così iniziò ad indagare su quando avevoiniziato a sentirmi male, se poteva essere correlato a qualcosa, cosaavevo fatto nelle ultime settimane. Arrivò alla fine ad unaconclusione e mi pose una domanda " jessica rispondisinceramente, ma tu.... insomma tu ed Ian.... avete...mm... eccousato il preservativo?!" sbiancai a quella domanda, non cieravamo minimamente preoccupati di questa cosa, diventai muta e nonriuscii a dare una risposta, e Giada capii che no, non lo avevamo maiusato. Detto questo corse fuori ed andò in farmacia, prese uno diquei test di gravidanza precoce e me lo somministrò. Ero ancoraimmobile da prima ma con l'aiuto di Giada mi alzai e andai inbagno.... lette le istruzione feci pipì sullo stick e ...



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