capitolo 31

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ian'spov

Piazzammotutta l'attrezzatura da ritrovamento persona dentro al piccolo bazar,gli inquirenti mi chiesero se Jessica avesse dietro il suo cellularee io risposi di si. Riuscirono tramite il suo numero e leregistrazioni scoprire la zona dove si poteva trovare Jessica. Eravicina , il computer segnalava che si trovava a meno di 2 km da noi.Senza aspettare altro tempo, ci preparammo e una volta muniti digiubbotto antiproiettile e manganelli entrammo in azione, non mi fupermesso di stare assieme ai poliziotti, avrei intralciato il lorolavoro, ma potei comunque aggregarmi a loro assieme ai tecnici cheguidavano la squadra d'assalto con i microfoni.


Latesta mi girava, mi ricordo mano a mano tutto molto bene, i ricordimi affiorano sempre più nitidi nella mente, mi ricordo delleaggressioni subite e dei calci, non mi preoccupo minimamente del miobraccio dolente, ma mi preoccupo che al mio bambino possa succederequalcosa, anche se non era inizialmente atteso, io già lo amavo, ese gli fosse capitato qualcosa ne sarei morta. Sentivo che latemperatura era calata di molto, infatti iniziavo sempre più asentire freddo, molto freddo. Mi accorsi che non avevo più i vestitiaddosso, avevo solamente la biancheria intima e uno straccio lungoche copriva tutto il mio corpo lasciando scoperte le braccia e legambe, mi sentivo ghiacciare, non sopportavo il freddo. Entrarono dibotto ancora i miei aggressori, si diressero verso di me a passospedito e mi dissero " ben svegliata puttana, sei pronta asoffrire?" in mano il gorillone aveva dei bastoni appuntiti easpetta... nei pantaloni teneva una pistola... il mio sangue siraggelò nelle vene. Ormai la mia pelle aveva troppi lividi e graffi,il male inflitto sul mio corpo con il bastone non lo sentivo nemmenopiù. Ad un tratto sentii in lontananza delle macchine, capii chequindi dovevo trovarmi in un posto vicino ad una strada, non troppoaffollata. Il rumore degli pneumatici si avvicinava sempre più, edio in cuor mio speravo si trattasse di Ian.

ian'spov

Arrivammo,dove il GPS del telefono di Jessica ci aveva guidato, era un postosperduto di Novara in mezzo alle risaie davanti a noi era tuttocoltivato, intorno a noi solo prato ed una casetta piccola, puòdarsi che il telefono sia stato gettato qui e noi con i mezzi di cuiadesso dispone la polizia siamo riusciti a risalire solo a questoposto. Spero di trovare la mia bambina, sono molto preoccupato perlei. Mentre la squadra d'assalto si preparava, i tecniciscannerizzavano con sofisticati metodi la casa davanti ai nostriocchi. Dallo scanner termometrico, si poteva realizzare cheall'interno della casa ci fossero due persone, forse una terza, maessa non si riusciva a scorgere perfettamente, perchè non era dellestesso colore delle altre due persone, la forma era quella ma ilcolore era più simile a quella di un animale a sangue freddo. Lasquadra decise di intervenire ed io riuscii soltanto a chiudere gliocchi e pregare, pregare che li dentro ci fosse la mia piccola.

Erodi nuovo sola nel buio, sentivo al piano superiore della musica moltoalta, non riuscivo a sentire nient'altro. Cercai di accucciarmi su mestessa per riuscire a mantenere una temperatura corporea accettabile.Stremata dalle forze, senza ne cibo ne acqua chiusi gli occhi. Ad uncerto punto mi sentii sollevare da due braccia possenti e muscoloseche mi trascinavano, cercai di dimenarmi con quel briciolo di forzerimanenti ma non riuscii a muovermi di un solo millimetro. E fu liche finalmente sentii l'aria fresca di giugno sulla pelle, non potevocrederci, era soltanto un bellissimo sogno,? riuscii ad aprire gliocchi per un istante prima di ritornare nel buio baratro e ciò chevidi mi bastò per tutta la vita, i suoi occhi ghiaccio, i suoimeravigliosi occhi, ero in paradiso, lui mi aveva salvata finalmente,ed ora sentivo di potermi rilassare e mi lasciai inghiottire dalletenebre.

Misvegliai dopo circa 3 giorni, ero in una stanza bianca e moltoasettica, sentivo un continuo bip...bip...bip.... ero collegata amille e più macchinari, ma non mi importava, perchè ero viva eperchè sulla mia mano appoggiata leggera come una piuma c'era lamano di Ian. tossì pian piano, sentivo male dappertutto, e misentivo qualcosa di rotto. Ian si svegliò subito e mi sorrise e solocon quello io mi sentii rinascere, il suo sorriso era la miglioredelle medicine disponibili sulla faccia della terra. Dopo un interamattinata di controlli e visite, mi arrivò il referto del mio corpomesso male, 3 costole incrinate, il braccio sinistro rotto e........un inizio di distacco di placenta, la gravidanza era in superrischio, se si fosse staccata il mio piccolo pulcino sarebbesoffocato sotto a quell'organo che in condizioni normali lo aiuta asopravvivere nella pancia della mamma. Ricevetti l'ordine di riposoassoluto e divieto di qualsiasi tipo di attività. Ero contenta peròtutto sommato perchè il mio pulcino era sano e salvo. Ian mistringeva la mano e cercava di calmarmi, e ci riusciva sempre, il suotocco riusciva a calmare ogni singola cellula del mio corpo.

tresettimane dopo

Oggifinalmente mi dimettono dall'ospedale, ho l'ordine di assoluto riposoanche a casa, ma almeno sono a casa mia e il mio umore si ènotevolmente risollevato, la placenta si è quasi totalmenteriattaccata all'utero e al 99% non ci dovrebbero essere altriproblemi, aspetteremo il risultato dell'ultima ecografia distamattina per capire meglio la situazione. Finalmente dopo variesami ci rimandano a casa, e devo ammettere che mi era mancata la miacasetta. Il mio futuro marito mi ha messo al corrente anche dellerestaurazioni che stanno facendo nella nostra "reggia". Ian dopouna telefonata preoccupata da parte della polizia, mi ha messo alcorrente della situazione, e cioè che l'uomo che mi aveva più voltepicchiata era in carcere e non sarebbe uscito per un bel po di tempo,ma la cattiva notizia era che, il suo complice, quella che io credevodonna, era scappato e non si trovava da nessuna parte, e inoltre ilgorillone in carcere non si decideva a confessare nulla, era mutocome un pesce, quindi ci avevano raccomandato prudenza.
Ian erasempre più premuroso, e cercava di aiutarmi in tutti i modipossibili, era davvero perfetto. Mi venne in mente che con tutto ciòche era successo, non gli avevo nemmeno dato il regalo di compleannoe non gli avevo nemmeno fatto gli auguri. Così lo chiamai e luisubito molto allarmato mi disse " amore che c'è ? hai bisogno,oddio cosa posso fare per te?" semplicemente dopo tre settimanedi inferno sulla mia bocca spuntò un sorriso e gli dissi "volevo semplicemente scusarmi" I-" scusarti? e per cosa?"J-" per non averti fatto gli auguri al tuo compleanno!, midispiace tanto amore!" Ian si avvicinò a me e mi disse "il più bel desiderio e regalo di compleanno c'è l'ho qui davanti ame e non mi servono auguri o regali, a me basta averti a fianco tuttii giorni, che sono l'uomo più felice del mondo" le lacrime digioia iniziarono a rigarmi le guance e lui mi diede un dolce baciosulle labbra.

unasettimana dopo....
Dopo il controllo che feci in ospedale midissero che ero a posto, la placenta si era attaccata benissimo e ilpiccolo fagiolino stava bene. Uscimmo dall'ospedale con la bustacontenete la mia ecografia più altri esami che avevano dovuto fareper vedere se il bambino stava bene e così facendo avevano anchescoperto il sesso, io e Ian non eravamo pronti a scoprire cosa fosse,decidemmo di sederci in macchina comodi e solo allora avremmo apertola busta, parlando avevamo anche già deciso i nomi: se femmina-phoebe- , mentre fosse stato maschio si sarebbe chiamato -matteo-.Salimmo in macchina, ero agitata volevo sapere se sarebbe nato tra 6mesi una phoebe o un matteo. Ian aprì lentamente la busta e tiròfuori l'esito: e mi disse " sei pronta?" annuiienergicamente e lui disse " è Matteo, aspettiamo un maschietto"la mia gioia fu incontenibile, io volevo disperatamente un maschiettoe ne ero felice ci abbracciammo e ci baciammo in pre dalla gioia,quello era uno dei giorni più belli della mia vita.!

Il destino dell'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora