capitolo 29

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Erapassato qualche giorno ormai dalla visita alla nostra futura reggia,ero felicissima, di li a poco ci avrebbero dato le chiavi cosicchéfinalmente avremmo potuto iniziare a portare dentro le nostre cose eristrutturare la nostra stanza, era già bellissima così ma a mesarebbe piaciuta più calda, accogliente, con un bel parquet chiaro ele pareti scure. Ian disse che la casa la potevo arredare come megliocredevo, il mio gusto gli piaceva molto. Quel giorno io e Iandecidemmo di andare nel negozio a mio avviso più fico, l'ikea volevoscegliere il nostro lettino, e ero curiosa di vedere le cullette perneonati, non avevo amici con figli piccoli e le cose mie di quandoero piccina non le avevo più, avrei dovuto comprare tutto nuovo e lacosa mi entusiasmava moltissimo. La giornata all'ikea fu a dir pocomagnifica comprammo tutto ciò che ci necessitava per la nuovacasetta e comprammo anche la cameretta per il bimbo o bimba chestavamo aspettando.
Ero molto in ansia in questo periodo perchèdi li a 10 giorni ci sarebbe stata la prima ecografia, ed al solpensiero di vedere il mio bambino/a per la prima volta mi emozionavatantissimo. E Ian era ancora più eccitato di me. Era ormai quasi unasettimana che stavo esclusivamente con Ian e volevo vedere un pochinoGiada che stava facendo tirocinio in ospedale, volevo passare uno deinostri pomeriggi assieme come facevamo qualche tempo fa, un girettoin centro e poi shopping e gelatone. Ian doveva sbrigare dellefaccende universitarie a Varese e quindi mi scaricò a Milano perstare con la mia adorata sorella mancata Giada. Ci saltammoletteralmente addosso e passammo un ora intera a chiacchierare sedutesul divano o meglio dire svaccate sul divano. Non ci accorgevamo cheil tempo passava, eravamo sempre li sul divano a parlare Giada miraccontò delle mille cose viste in reparto e io dal mio canto leraccontai della nostra futura casetta e di tutto quello che erasuccesso, compresa la stupenda proposta di matrimonio che a Giada nonavevo ancora raccontato. Ben presto si fecero le 19 e Ian ci sorpresetutte e due portandoci un buonissima pizza, cosi io e Giada potemmocontinuare i nostri discorsi fino alle 23, quando Ian mi dissedolcemente nell'orecchio " piccola è ora di andare" avevaragione era tardi e noi ci avremmo messo ancora 45 min prima diarrivare a casa, quindi a malavoglia salutai Giada e io e Ian andammoa casina.
Il giorno dopo mi alzai piena di energie, dovevo trovareil modo di "liberarmi" di Ian per un paio d'ore, perchèper domani era programmata l'ecografia al mattino e al pomeriggiosarebbero venuti i suoi genitori che erano di ritorno da un viaggio,il giorno seguente sarebbe stato il compleanno di Ian e io volevocomprargli un bel regalino. Così con una delle scuse più banaliuscii di casa, non sapevo ancora che sarebbe stato meglio rimanerci.Arrivai in centro a Novara ed entrai in un negozietto piccolo mapieno di cose simpatiche e carine. Optai per una cornice moltostrana, potevo fare stampare una foto in 3d e metterla in questacornice ottica, davvero fico. Andai dal negoziante e feci stampare lafoto, poi non vidi più nulla, so solo che ho la nausea e sono in unposto freddo ed umido e nero, tutto intorno a me è nero. Dove sonofinita???


Il destino dell'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora