Capitolo cinquanta

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Ledi: io di più

(...)

sbarro gli occhi, allungo la mano verso la mensola e prendo il mio Nokia 3310 da anni novanta per sapere l'orario e mi accorgo che sono le sei del mattino. No non ci credo; mi guardo intorno e noto che sulla scrivania c'è ancora il mio diario segreto, vado ad aprirlo e mi accorgo che nell'ultima pagina c'è scritta la noiosa giornata di ieri trascorsa sui libri. Chiudo il diario amareggiata, vado in bagno, mi lavo e dopo mi vesto mettendomi il mio solito felpone largo e i jeans stretti; mi faccio una coda, indosso i miei occhiali style "il mondo di Patty" e mi dirigo in cucina a fare colazione

Ledi: buongiorno mamma
Angela: buongiorno, ti ho preparato la colazione, ora torno a letto
Ledi: grazie
Angela: dormito bene?
Ledi: si
Angela: c'è qualcosa che non va? ti vedo strana
Ledi: illusioni mamma
Angela: tesoro, se ti sei innamorata di qualche ragazzo parliamone, non devi angosciarti
Ledi: si mamma, sono innamorata di un ragazzo che non esiste
Angela: un ragazzo che non esiste?
Ledi: niente mamma, ne parliamo quando torno
Angela: va bene

esce dalla cucina ma vedo entrare mia sorella che si siede al suo posto e incomincia a fare colazione senza degnarmi di uno sguardo

Ledi: buongiorno eh!
Iris: ah, buongiorno Mercoledì! non ti avevo vista!! lo sai che oggi è la tua giornata?

alzo un sopracciglio non avendo capito il senso della sua frase

Ledi: in che senso?
Iris: Mercoledì, oggi è Mercoledì

quanto non la sopporto quando fa queste sue battutine infantili

Ledi: ah ah ah... devo ridere?

non mi risponde però la lascio perdere e mi siedo a far colazione. In cucina c'è un silenzio tombale, si sente solo il fastidioso ticchettio dell'orologio che mi sta facendo innervosire. All'improvviso il silenzio viene interrotto dai continui colpi di tosse di Iris, dovuti probabilmente da qualche goccia di the caldo andata di traverso. Appena esce dalla cucina per correre in bagno scoppio a ridere. Dopo aver lavato la mia tazza da colazione vado nell'altro bagno a lavarmi i denti, subito dopo mi dirigo in camera mia, apro la scarpiera e mi infilo le superga. Sono pronta per andare a scuola, prendo lo zaino ed esco dirigendomi alla fermata del bus. Dopo aver trascorso cinque e interminabili ore scolastiche passo in cartoleria a prendere un blocco di fogli a protocollo e quando mi volto per dirigermi all'uscita vedo entrare un ragazzo dagli occhi castano/nocciola e i capelli in ordine con un ciuffo che spara in alto. Rimango pietrificata, non può essere lui. Esco dalla cartoleria ma lo seguo e noto che anche lui sta aspettando il mio stesso bus. Lo guardo ma non si accorge di me, il bus arriva e dopo essermi seduta giro lo sguardo osservando quello che c'è fuori dal finestrino. No, non può essere! non ci posso credere che il ragazzo di cui mi sono innamorata non è inesistente. Improvvisamente i miei pensieri vengono interrotti dalla voce di qualcuno

X: scusa?

mi volto e rimango a bocca aperta

Ledi: s si?
X: ce l'hai una cicca?
Ledi: si

prendo il pacchetto delle cicche dentro la tasca laterale del mio zaino e gliela porgo

X: grazie

mi sorride ristituendomi il pacchetto

Ledi: fi f figurati
X: comunque piacere, Gianluca

mi da la mano e gli sorrido con una faccia da ebete

Gianluca: te come ti chiami?
Ledi: Mercoledì, Ledi per gli amici

sbarra gli occhi, ecco lo sapevo, adesso mi prenderà in giro per il nome

Gianluca: lo sai che assomigli un botto a una ragazza che ho sognato stanotte?
Ledi: v veramente?
Gianluca: giuroo
Ledi: pure io ho sognato un ragazzo, ed eri tu
Gianluca: ahah che coincidenza
Ledi: già

gli sorrido

Gianluca: scusa devo andare, questa è la mia fermata
Ledi: va bene, ciao

mi guarda e si avvicina a me lasciandomi un bacio a stampo

Gianluca: ci rivedremo

rimango senza parole, si allontana e lo osservo dal finestrino finché la sua sagoma diventa minuscola. Quando torno a casa corro direttamente da mia mamma

Ledi: mamma, il ragazzo inesistente esiste
Angela: come?
Ledi: il ragazzo di cui mi sono innamorata esiste!
Angela: ahh però mi spieghi cos'è sta storia?
Ledi: mamma, ho fatto un sogno e ho praticamente trascorso CENT'ANNI IN SETTE ORE

nei giorni successivi, sempre casualmente, incontro Gianluca sul bus e con il passare del tempo i nostri cuori si impossessano l'uno dell'altro, diventando una cosa sola; ma questa è tutta un'altra storia.

Fine

Cent'anni in sette oreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora