Damen
Una passione per essere definita tale non presenta alcuno sforzo fisico e psicologico. Non c'è fretta nel compiere un passo, non c'è passaggio che renda impossibile l'impresa. Potrei dire che infondo c'è un grande senso del dovere, ma non è così. Non ricordo bene quando ho cominciato a frequentare il circuito, mio nonno non aveva mai chiarito le nostre posizioni ed io a stento riuscivo a superare il grande cancello. Non concepivo classifiche, tempi o metri. Intravedere lo sforzo era adrenalina pura. Ho proseguito fino al compimento dei sedici anni, studiavo senza proferire. La prima volta che vidi Tempest non si reggeva in piedi, un Mustang nero in condizioni toccanti. Mio padre ci mise poco a convincere il proprietario, era destinato al macello e non c'era più nulla da fare per ristabilirlo. Non avevo mai avuto l'indole da crocerossina, eppure fu lui a scegliermi. Nitrì fortissimo, così forte da scatenare i versi degli altri animali. Arrivati a casa chiamammo una serie di zooiatra competenti nel settore, ci vollero mesi per sanare le ferite e ricuperare le forze. Tempest non è mai stato un semplice cavallo, ma il compagno perfetto per me. L'unico a cui ho confessato segreti immorali, inestimabile è quello che provo per lui. Il campo è delimitato dalle luci accecanti, il sole ormai ha lasciato spazio alla luna. Intravedo dagli spalti la coda lunga, sporge la testa in avanti e trotta spedito all'ultima circonferenza. Jeremy solleva le briglie, non colpisce. Conosce bene l'atteggiamento ed esigo massimo rispetto. Nessuno torcerà mai un solo pelo a quel cavallo, non hanno il permesso per avvicinarsi. I presenti hanno già scommesso sulla vittoria, il resto attende per racimolare il denaro.
«Ultimo giro! In testa Tempest Can e Maddy ES...» lo speaker pronuncia parole che determinano la fine, osservo il monitor con attenzione. Spinge, i muscoli si contraggono e vince. La folla esulta, fischi e urla s'innalzano dagli spalti. Ridacchio, consapevole dell'imminente vittoria. Ricevo varie pacche, ascendo per ritirare il montepremi e torno alle stalle. Il legno scuro è coperto dalla paglia e dal fieno, l'odore non è dei migliori. Sono sicuro, non è prudente portare il cavallo in queste strutture infette. Non mi curo dell'uomo accanto al ragazzo, diretto al puledro e coincido la mia fronte con la sua. Serro le palpebre e respiro in sincrono, poggio il bicipite in cerchio al collo.
«Sei stato grande amico, il più bravo di tutti» sussurro a due centimetri dall'epidermide sudata, lambisco con le falangi sul muso. L'unico per cui sprecherei termini fluenti e affetto indesiderato.
Schiarisce la gola con vari colpetti di tosse, fulmino con lo sguardo e arretro di qualche passo. Incrocio i capelli bianchi e gli occhi scuri, la barba curata e il completo stirato. Non riesco a far coincidere la figura, non ho mai visto questo signore prima d'ora. Aggrotto le sopracciglia e presso le labbra in una linea dura. Protendo il corpo dinanzi allo stallone e assisto alla scena più ridicola degli ultimi tempi.
«Sono Jhonny Carrel, il detentore di Maddy ES...» comincia ed ho già smesso di ascoltare. Afferro il recipiente, comincio a versare all'interno dell'acqua tiepida. Rialzo le maniche ed infilo gli stivali alti fino alla rotula. Sospiro esasperato dalle continue offerte, reclinerò finché ne avrò la possibilità.
«Vorrei comprare il suo cavallo Sign. Anderson, sono disposto a pagare molti soldi...» sposta il peso sulla gamba sinistra e segue ogni movimento che compio. Rimuovo le garze dai muscoli e strofino ripetutamente la spugna sugli zoccoli, sgarbato fingo di non dare ascolto. Tempest comincia ad agitarsi nel momento in cui sfioro la criniera, non ama farsi palpare in quel punto e la presenza di un estraneo non aiuta. Ritento nel percuotere un po' il fianco, impenna sulle zampe posteriori e nitrisce. «Buono amico, sono io!» esclamo, comprendo a pieno lo stato d'animo.
«Sign. Anderson potrei aum...» tenta un'ulteriore verso, freno la conversazione prima che ricominci con la cantilena.
«Mi ascolti bene perché non sono solito ripetere più volte, lei è al corrente della cifra a cui ammonta il mio conto bancario?» chiedo retorico, annuisce.
«Potrei acquistare lei e tutta la sua scuderia, come potrebbe retribuirmi? Conosco bene i tipi come lei, mi dispiace ma la risposta è no. Non cederò Tempest a nessun altro, nessuno lo merita più di me. Adesso vada, sta adirando la bestia e non intendo lui» indico il purosangue. Sbuffo, perché non l'hanno soccorso quando c'era bisogno? Sono passati nove anni da allora, perché adesso? Non liquiderò Tempest, non tradirò la sua fiducia. Sono disposto a contrattare con molti uomini, ma nessuno sarà in grado di convincermi. Rivolge lo sguardo all'uscita e prosegue spedito verso essa, Jeremy arresta un'enorme risata e curva le clavicole interiormente. Percuote il capo e morde il labbro inferiore. Appiglio la parte bassa e punto il condotto d'acqua interamente sulle costole, batto varie sberle sul didietro.
«Stasera si festeggia!»*
L'insegna del locale dichiara l'accesso a chiunque voglia trascorrere una notte da brivido. Corpi sudati sfregano vicendevolmente, urlano e schiamazzano in preda all'eccitazione. Ben, il buttafuori, rimuove la corda rossa dall'occhiello e urta il fianco di Mad. Scaglio uno sguardo iroso e accosto il corpo al suo. La chioma scura è raccolta verso l'alto, il top non lascia spazio all'immaginazione e i jeans a vita bassa rendono il tutto più casual possibile. Soffoco il cappotto in una morsa e procedo in direzione dei divanetti, la musica echeggia intensamente. Adocchio una serie di ragazzine e strizzo l'occhio ad una di loro, capelli lunghi e curve formose. Risiedo accanto alla donna e acconsento con un cenno del capo. Non dialogo, ascolto. Sono un ragazzo coinciso. Fondo il bicipite intorno alle spalle di Jeremy ed entro in collisione con il suo cocktail. Serro le palpebre e gusto il sapore del Whisky, fluisce lungo l'esofago e brucia come un incendio. Sfioro i ricci scuri e asciugo le goccioline sulla fronte, il caldo è asfissiante. La calma viene sostituita dalla voce stridula di Janette, quasi non sembra lei. Labbra gonfie, tette in mostra e vestito al limite del succinto. Saluta mia sorella con un bacio, non posso farea meno di pensare a quante altre bocche abbia baciato prima disfiorare la pelle diafana di Madelyn. Arriva in poco tempo il mio momento, tento di trovare una giustificazione e scatto in piedi. Trapelo nella folla e aderisco al bancone infondo al locale. Le bevande sono disposte in modo da afferrarle più rapidamente possibile, i calici collocati in ordine di grandezza. Ispeziono Pitt, il barman, e acclamo la premura sul lavoro. Il polpaccio gonfio screma l'acciaio freddo, rabbrividisco visibilmente. Accenno un dito sul cuore spezzato e successivamente sulla lettera accanto. Ammiro l'effetto dell'aspetto esteriore sulle damigelle, digrigno la mascella. I tatuaggi sul volto procedono la personalità, mi piace l'esito emanato. Non ho paura di mostrarmi per quello che sono.
«Anderson! Cosa prendi?» l'uomo reclama e osserva la persona difronte a sé. Respingo la richiesta e concentro l'interesse sulla calca. Riconosco alcuni ragazzi in piedi accanto all'uscita, identifico il più alto e avanzo verso di loro. Proseguo come un serpente, striscio lento e impercettibile. Spingo il dorso coperto dalla felpa e penetro nella carne scoperta del braccio, non lascio la presa. Non lascerò, finché non chiederà clemenza. Rammento la vicenda, un moto d'ira attraversa le viscere.
«Che cazzo Anderson! Lasciami andare!» strombazza, il tono supplichevole e l'espressione paonazza. Dave Taylor, spregevole e ottuso. Causa scompiglio e disordine, ha l'obbligo di restituire ciò che gli ho offerto mesi fa e che non ha restituito. Confida in una perdita di memoria temporanea, bensì non ho omesso.
«Io non dimentico Taylor, hai pochi giorni per ridarmeli» mormoro all'orecchio, ritraggo la presa e sorrido falsamente. Sbianca e trema, crede di essere più subdolo del sottoscritto. Volto per ritornare alla combriccola, solo una futile provocazione. È intimorito al punto giusto adesso. Una voce mielosa imbatte su di me, chiede spiegazioni e impreca blasfemi contro il personaggio. Roteo di poco e resto interdetto. Non c'è traccia di farina o di grembiuli, questo locale non profuma di pane o di vaniglia. I capelli biondi pendono oltre il seno prosperoso, le iridi azzurre coincidono con le labbra piccole e corpose. Il vestito chiaro sfiora la curva del sedere e risalta il fondoschiena perfetto. La maggior parte degli individui contemplano di sfregare i palmi su un lembo di pelle come il suo. Le fossette impresse sulle guance come cicatrici. Ride, getta la nuca all' indietro e arrossisce. Assomiglia tanto a quel fiore che si orienta verso il sole.#spazioautrice
Ciaooooo a tuttiiii, tutto bene?
Io moltissimo. Quanto amo scrivere dal punto di vista di Damen, finalmente abbiamo scoperto il nome del nostro amico. Amante dei cavalli e delle scommesse, ho omesso la sua famiglia. Non è ancora arrivato il momento...stay tuned!!
Ig: _fatimaonwattpad_ 🌻
Un bacio, Fatima.❤️
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𝑭𝒊𝒐𝒓𝒊 𝑵𝒆𝒍 𝑩𝒖𝒊𝒐.
Random🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile, scene che possono urtare la vostra sensibilità e uso di stupefacenti. E se ci fossero due sentieri da esplorare? Tu, quale sorte tenteresti? Raisa è una ragazza di diciannove anni, uno spic...