#spazioautrice
Ieri, dopo mesi di lavoro-casa, sono entrata in Mondadori con aria spaesata. Mi sono sentita ''estranea'' in un mondo che ho sempre sentito ''mio''. Ed è stato solo dopo qualche minuto che ho compreso quanto mi fosse mancato entrare il libreria e spulciare fra i libri più venduti, infilare il naso fra le pagine appena rilegate e sentire quel profumo di nuovo e di vita. Questa notte ci ho riflettuto tanto, pensato e ripensato a come potessi far coincidere lavoro e scrittura, mi dispiace spoilerarvi, che non ci sono riuscita. In compenso però, tornando su questo piattaforma, nella sezione: capitoli, ho ritrovato la storia di due ragazzi che merita di essere raccontata. Stoppando la passione, mi sono accorta di aver messo in stand-by anche la loro ''vita''. Ho promesso a me stessa e a una persona, che purtroppo non c'è più, che mai avrei perso la dote di raccontare. Voglio scusarmi, in primis, con me stessa per avermi punito in questo modo. Gli obbiettivi derivano da sogni e, io, il mio, l'avevo perso. E vorrei scusami, soprattutto con chi, continua a sostenermi.
Vi lascio leggere in pace, buona lettura.
-Fatima.🌻
Damen
Oggi...
«Dobbiamo escogitare un piano valido» sostiene Drew. Nel salotto di Villa Anderson tutti i fratelli sono stati convocati con urgenza, dall'altro lato della sala Jeremy è in preda al panico. Lo vedo deglutire più volte, mentre sorseggia dell'acqua.
«Jeremy» lo richiama Dominic, sobbalza visibilmente. Odio vederlo agitato in questo modo, «accompagna Madelyn in camera» suggerisce con un cenno. Mia sorella è in preda al panico, singhiozza come una bambina ed agita le spalle.
«Non voglio andare in camera, non ho cinque anni!» lamenta. Arnold scuote il capo, seduto accanto a mia madre. «Ti stai comportando da tale, quindi fa' come dice» rimprovera, poggia i gomiti sulle ginocchia e sospira. Schiocca un'occhiataccia allo zio, ma non replica. Si sofferma sul mio viso, annuisco per indicarle di compiere esattamente ciò che dicono. Smuove qualche passo e circonda la vita con le braccia, inala un po' della colonia e bagna il giacchetto con le lacrime. Carezzo la chioma scura con le dita, giocherellando con una ciocca fuoriuscita dal raccolto.
«Va' di sopra, dopo guardiamo uno dei tuoi film preferiti. Io, tu e Jeremy come i vecchi tempi» sussurro fra i capelli per rassicurarla. Il tono vacilla, nonostante abbia indossato una delle solite maschere d'indifferenza. Non posso mostrarmi debole davanti all'intera stirpe, comprenderebbero subito che qualcosa non coincide con la verità, soprattutto visto che il colpevole è in questa stanza.
«Non tornerai...» bisbiglia. «Non tornerai a casa, vero?» chiede direttamente all'orecchio. Copro un ghigno con il palmo della mano, sollevo il mento per incrociare le iridi vispe di Zio Joe. Attento ad ogni dettaglio, pronto a qualsiasi particolare impercettibile ad occhio nudo. Lui nota tutto e, quando dico tutto, intendo proprio tutto. Ma se c'è una cosa che ho imparato stando in questa casa è proprio la furbizia, posso anche avere sangue misto, ma sono pur sempre un discendente in linea retta. Volto le spalle magre della ragazza in direzione delle scale, dopo aver sfiorato con il naso la guancia impregnata.
«Sei diventata un'adulta» bacio la nuca con lentezza, «un'adulta intelligente e perspicace» mormoro. Madelyn si limita a fissarmi ad ogni scalino che percorre, seguita da un Jay stranamente silenzioso. Un po' come se fosse un addio, scuote impercettibilmente la mano. Non lo è, poiché userò ogni metodo per rivederli.
«Non è stata la ragazzina a confessare» ribatte Heliana a pochi centimetri da mio padre. Non avevo dubbi su questo, quando avrebbe potuto? L'ho seguita, pedinata e adescata per uno scopo egoista, ma Raisa non è una stupida ragazzina di diciannove anni. Quella notte ha visto me, vestito in quel modo e con l'arma fra le mani, sebbene non abbia mai chiaramente parlato della questione, ho notato il modo in cui cercava di scovare la verità. Al suo non-compleanno ero sul punto di cedere, pronto a celare senza omettere, se solo non ci avessero interrotti...avrei potuto finalmente essere libero. Le avrei chiesto di mentire per me...e lo avrebbe fatto, ne sono sicuro.
«C'è un mio amico nel Vermort...sarebbe disposto a tenerti per un po'» farnetica Joe, irrompendo il flusso dei pensieri. Il Vermort? Troppo distante, separato da Maddy e Jeremy, distaccato da Angel e lontano da Raisa. Inghiotto rumorosamente il groppo amaro, incrocio per una frazione di secondi gli occhi rassegnati dei presenti e comprendo che non scherzano affatto.
«Non se ne parla! Non lascerò mio figlio nelle mani di uno sconosciuto!» esclama Heliana nel panico, il leggero tremolio percuote il labbro inferiore ed è costretta a coprirsi con il dorso per non scoppiare in lacrime. Gli occhiali scuri ricoprono le iridi chiare, la pelle diafana è costellata di macchioline rosse per lo sforzo emotivo. Distolgo lo sguardo per non travolgermi di emozioni negative. «Concordo con Heliana, non è così che risolveremo la situazione» dice Dominic
«E come pensi che possano risolversi? La polizia lo sta cercando, non c'impiegherà molto se lo teniamo nascosto qui» suggerisce Zio Arnold, allacciando la cordicina della vestaglia con eleganza.
«Non andrò nel Vermort» dico in un sospiro. Sono calmo, l'apatia sembra aver assunto il controllo. Nessuna emozione, accetto la tranquillità. Ma comincio a perdere il controllo nel momento in cui è Drew ad insistere sul prossimo ''viaggio'' da intraprendere. «Ci andrai perché sono io ad ordinarlo!» urla, scatta in piedi e si avvicina. A due centimetri dal mio naso, affanna come se avesse corso per chilometri. Una scintilla rabbiosa padroneggia nelle pupille, pronto ad esplodere nella frazione di secondi. Incrocio le braccia al petto in un segno di chiusura, «Non scapperò, non adesso. Cosa pensi che farò una volta arrivato lì? Non me ne starò chiuso in una camera tutto il giorno, sai bene che non riuscirei a sopravvivere per molto» stringo forte la mascella e irrigidisco i muscoli della braccia lungo i fianchi. Spalanca le orbite ed è la prima volta che ignoro un comando, non cederò ad una sola parola pronunciata da nessuno di loro. Ho un piano che potrebbe rivelarsi la fuga migliore ed Angel non rinuncerà ad aiutarmi, non ne sono sicuro ma è l'unica opzione plausibile. Devo rivedere Raisa per garantirmi che, in caso di un processo, testimoni a mio favore. Ma non è solo questo il motivo... Ho tenuto le relazioni distanti per la paura di arrivare a questo punto, dove famiglia e relazione s'incrociano in un bivio senza uscita. Sono fottuto e, non intendo sul punto di vista giuridico, ma a lei che continua a risiedere nella mia mente come un tarlo. Lancio un'occhiata all'uomo dinanzi a me.
È colpa sua. Qualcuno deve pur prendersi la responsabilità di ciò che sta accadendo. Se quella notte non mi fossi presentato, se Jeremy si fosse rassegnato alla morte di Tourus, se lei non ci avesse visti impugnare la pistola contro il banchiere, tutta questa serie di vicende catastrofiche non sarebbero accadute. Vivrei nella posizione di essere ''solo'' l'erede della famiglia Anderson, circondato da dicerie e dalla fama di essere irraggiungibile per ogni essere. Al mio arresto, le teorie saranno affermate e le persone indagheranno per celare ogni minimo segreto su quanto sia lurido e spregevole l'impero che abbiamo costruito.
«Per una cazzo di volta lascia che sia io a decidere le sorti della mia vita» raddrizzo le spalle e compio un passo in avanti. Lo fisso, la vena gonfia sulla tempia e il volto duro. «Hai fatto abbastanza e, quando dovevi, non hai mosso un dito!» lo accuso. Ci metto poco a realizzare ciò che la mia bocca ha pronunciato senza riflettere. Nella stanza piomba un silenzio fastidioso, simile al ronzio di una zanzara in piena estate. Le orecchie dei presenti sono drizzate su di me. È come se un macigno mi fosse piombato sul cuore. Andrew è talmente immobile che nessuno si accorge del modo in cui gli trema il labbro inferiore. Heliana si precipita ad affiancarlo, tende una mano sull'avambraccio per cercare di fermare l'irreparabile.
«Non è giusto...» bisbiglia, «Tuo padre ha cercato di salvarti prima che compissi quattro anni!» gesticola come un'ossessa. «Sono stata io! È colpa mia, ero io a non volerti qui. Non ho mai accettato che tuo padre avesse avuto un'altra donna al di fuori di me!» sovrappone il corpo a quello di suo marito, accorciando la distanza fra noi. All'improvviso mi pietrifico. Riesco a leggere negli occhi dell'uomo tutta la sofferenza e il dolore di aver scoperto troppo tardi di avere avuto un figlio da una sola notte di passione, d'istinto abbranca la manica del pigiama e tira indietro la donna che ama.
«Non sprecare fiato, lascia andare colui che non conosce riconoscenza» recita.
«Ti sbagli» s'intromette Dominic, affiancandomi come farebbe un padre. Torno a respirare regolarmente sapendo che c'è lui a sorreggermi le spalle.
«Hendrick è un ragazzo intelligente, non hai cresciuto uno sbadato figlio di puttana. Avrà sicuramente pianificato qualcosa ancor prima che lo facessimo noi» dice. Drew lo fissa come se fosse impazzito, completamente fuori di testa. E cazzo, se lo è. Ma nessuno conosce me al di fuori di lui, nessuno. «Stiamo invecchiando, le menti giovani sono fresche e, anche se ci sembrano inesperte, sono le migliori» ridacchia per smorzare la tensione. Zio Joe annuisce e sghignazza, mentre Arnold si limita a compiere un cenno d'assenso.
«Lascialo fare, mettiamolo alla prova» poggia i palmi sul dorso imbottito e imprime i polpastrelli contro la stoffa del divano. Abbasso il capo e volgo lo sguardo al pavimento in segno di pentimento, ma non per niente intimorito dalle loro parole.
«Sto per andarmene» puntualizzo, «Ho una faccenda da sbrigare e non ho tempo da perdere» il disprezzo nella voce è percepito principalmente dall'uomo che mi ha generato. Rughe profonde delineano la fronte ed è allibito da ciò che ha creato...guardami sono uguale a te.
«Non puoi andartene nel bel mezzo di una conversazione importante» sibila Arnold.
Tiro i riccioli sulla fronte e sorrido infastidito dal commento, scrollo di dosso le mani di Dominic e abbandono il salotto con lunghe falcate. Afferro il gruzzoletto di soldi accanto al giubbotto e le chiavi dell'auto.
«Non cercatemi per nessuna ragione» mormoro, producendo bisbigli sconnessi e urla da parte di Heliana. Mi prega di tornare indietro e di riflettere su quanto possa essere distruttiva la situazione, ma cos'ho da perdere? Non mi è mai importato degli affari e dei soldi, adesso posso essere finalmente libero dalle loro insulse regole.
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𝑭𝒊𝒐𝒓𝒊 𝑵𝒆𝒍 𝑩𝒖𝒊𝒐.
Random🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile, scene che possono urtare la vostra sensibilità e uso di stupefacenti. E se ci fossero due sentieri da esplorare? Tu, quale sorte tenteresti? Raisa è una ragazza di diciannove anni, uno spic...