38

2.1K 63 7
                                    

Spalancò le finestre come se, oltre al normalissimo venticello notturno, potesse entrare la luce del sole, la quale, era tramontata qualche ora prima a occidente.

Salì sul materasso del ragazzo mettendosi a cavalcioni sul suo corpo e iniziò a lasciargli una scia di baci che dalla fronte, al naso, raggiungevano il collo.

<<Mh>> mugugnò svegliandosi.

Allungò la mano trovando la testa della ragazza, così la accarezzò.

<<T/n?>> chiese con un leggero sorriso.

<<Buongiorno>>

Consumando i primi sforzi della giornata si voltò verso la sveglia: <<Sono le tre del mattino, perché mi hai svegliato>>

<<Andiamo a fare una passeggiata?>>

<<Cazzo, no, voglio dormire>> chiuse gli occhi è girò il busto facendo scivolare la ragazza sul bordo del letto.

<<Preferisci dormire, invece che stare con me>>

Lui non rispose.

<<Vaffanculo>> si alzò e uscì dalla stanza innervosita.

Il ragazzo dai capelli castani alzò gli occhi al cielo sbuffando e lentamente si alzò raggiungendo la ragazza che attualmente si trovava sul ciglio della porta pronta ad andarsene.

La raggiunse da dietro la prese per i fianchi abbraccaindola, appoggiò il mento sulla sua spalla e chiuse gli occhi sbadigliando.

<<Sono stanco>> le sussurrò all'orecchio <<Tu no?>>

<<No perniente>> sorrise.

Lui sbuffò nuovamente, afferrò una giacca e la infilò.

Uscirono di casa.
Lei si guardava intorno come una bambina spensierata, lui invece quasi dormiva in piedi, con il cappuccio in testa e le mani nelle tasche.

<<Dove vuoi andare?>>

<<Boh, dove mi porta il vento>>

Lui la guardò confuso: <<E quindi aspettiamo un tornado?>>

Sorrise: <<Chissà>>

Camminarono a vuoto per un po', ormai si erano fatte le tre e mezza.

Finalmente raggiunsero una stazione dei treni.

<<Cosa facciamo qui?>> non ottenné risposta, così continuò <<Vuoi che facciamo le foto aesthetic nella stazione dei treni come le coppie felici di pinterest?>> chiese scherzando.

Si fermò di colpo, dopo averlo leggermente superato, e si voltò iniziando a guardarlo negli occhi, si avvicinò, gli prese il volto con le mani e lo baciò. Si staccò: <<Partiamo>>

<<Cosa?>>

<<Andiamo via, in un'altro paese>> gli afferrò entrambe le mani <<Sposiamoci e andiamo a vivere lontano, senza pensieri, fratelli.. ->>

<<E la scuola militare?>>

<<Ce ne sarà un'altra>>

<<T/n non mi sembra una buona idea>>

<<Perché>>

<<Non possiamo partire così, all'improvviso. E poi come ti è venuta in mente>>

<<Respiriamo sempre la stessa aria del Southside, è ora di cambiare>>

Lui la squadrò un po' per poi deglutire nervoso: <<È meglio se chiamo Ian>>

<<Cosa? No, lui non deve saperlo vorrà sicuro fermarci>> gli afferrò il braccio nel tentativo di bloccarlo mentre afferrava il telefono.

<<Mollami>>

<<Non chiamare Ian>>

<<T/n tu non hai preso le medicine>>

Lei si fermò di colpo.

Allentando la presa Carl riuscì a liberarsi.

<<Da quanto non le prendi eh?>> sembrava arrabbiato e preoccupato allo stesso tempo.

<<Qualche giorno>> sussurrò.

Lui allungò la mano per accarezzare la nuca ma lei subito la allontanò.

<<Non toccarmi>>

<<Perché sei arrabbiata ora>>

<<Vaffanculo Carl>> corse via, non a caso, un motivo c'era.

Si chiuse in uno dei bagni della stazione e iniziò a piangere, era la malattia a renderla così vulnerabile.

Carl si era allenato duramente nel corso di questi giorni ed era riuscito a tenerle il passo durante la sua, se così si può chiamare, fuga.

Dopo averla vista chiudersi in bagno bussò alla porta.

<<T/n, so che sei li dentro>> affermò appoggiando l'orecchio sulla porta.

<<Vattene via Carl>>

<<Perché sei scappata?>>

Dopo un momento di silenzio rispose: <<Tu non mi ami>>

<<Perché lo pensi?>>

<<Non vuoi venire via con me, perché non mi ami abbastanza>>

<<T/n, a parlare non sei tu, ma la tua malattia>>

Era stufa: <<Sempre a dare la colpa al mio bipolarismo, a voi non viene in mente che forse questa sono io, e quella stupida ragazza che si droga di medicine ogni cazzo di giorno, è solo la versione di me che piace agli altri. Io sono così, sono nata con una malattia ed è quella a rendermi diversa da te o da chiunque altro>>

Il ragazzo lasciò il suo corpo cadere a peso morto sul legno della porta fino a sedersi per terra.

<<T/n, lo sai che ti amo per come sei, ma se ti dico che devi prendere le medicine, lo faccio perché ti fanno stare bene, impediscono ai tuoi momenti bui di prendere il sopravvento>>

Ci fu un po' di silenzio.

<<Carl>>

<<Mh?>> domandò nella speranza che lei capisse e gli chiedesse di tornare a casa.

<<Dimmi delle cose che ti piacciono di me>>

Lui esitò un attimo: <<Mh allora... sei molto bella>>

<<Davvero?>>

Sorrise: <<Si>>

<<Poi?>>

<<Hai un sorriso meraviglioso>>

<<Ancora una>> si alzò in piedi.

<<Una sola? Ehm...>> pensò un po' <<Mi hai migliorato la vita>>

La ragazza lentamente afferrò la maniglia e aprì la porta del bagno che subito venne spalancata dal ragazzo dagli occhi verde smeraldo che corse da lei prendendola in braccio.

<<Torniamo a casa?>>

Annuì baciandolo sul naso.

Champagne & Sunshine [carl x reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora