"Aveva degli occhi bellissimi" pensarono i due incontemporanea.
<<Perché sorridi come un ebete?>> domandò Lip non appena Carl mise piede nella stanza.
<<Fatti i cazzi tuoi stronzo>>
<<Coglione>> rispose lui ridendo e contagiando il fratello.
Al piano di sotto si accese un'aspra discussione tra T/n e Fiona.
<<Perché mi hai iscritta a scuola?>>
<<Se hai deciso di vivere qui, o lavori, o vai a scuola>>
<<Non ho deciso di vivere qui e poi posso benissimo trovarmi un lavoro>>
<<Beh allora finché dormirai sotto questo tetto andrai a scuola e la mollerai solo quando avrai trovato un lavoro decente>> detto ciò salì le scale e la lasciò sola.
Cosa doveva fare? Non voleva tornare a casa, si sentiva sola li, qui era in compagnia; era più divertente.
Si stese sul divano per riflettere e alla fine si addormentò.La mattina dopo era un lunedì, ciò significava sprecare 5 ore della propria vita ad ascoltare vecchi noiosi che parlano fregandosene di quanto se ne sbattano i coglioni gli allievi delle loro lezioni di merda.
T/n tenne il muso a Fiona tutto il giorno.
<<Dai, non guardarmi così>>
<<Che è successo?>> chiese Ian sedendosi al tavolo.
<<Devo andare a scuola, ecco che è successo>> rispose nervosa prima di uscire dal retro.
<<Portaglielo>> disse Fiona a Carl porgendogli uno zaino.
Lui lo prese e uscì di casa.
<<Ei T/n>> la chiamò raggiungendola <<Lo zaino>>
<<Ah>> lo prese e continuò a camminare affincata dall'amico.
<<Prego>>
Alzò gli occhi al cielo.
<<Dentro Fiona ti ha messo il pranzo>>
<<Bene>>
<<Sei incazzata?>>
<<Astuto Gallagher>>
<<Non chiamarmi per cognome>>
<<Il motivo?>>
<<Mi eccita.>>
<<Vaffanculo>> disse accelerando il passo.
<<Sai se stiamo nella stessa classe?>>
<<Spero di no>>
<<Ti va di pranzare insieme?>>
<<No?>>
<<Sei una stronza>>
Lei gli rise in faccia.
Quel suono gli fece accennare un mezzo sorriso.
"E' carina quando ride"
<<Non vedo perché dovremmo pranzare insieme però ok>> rispose girandosi e varcando il cancello dell'edificio.
Come poteva immaginare le lezioni furono noiosissime e non riuscì nemmeno a fare amicizia come aveva progettato di fare.
Non capiva il perchè; non le veniva in mente che, forse, poteva essere a causa delle sue risposte di merda del tipo: "Posso la gomma" "No succhiamelo" oppure "Chi ha una penna in più" "Tua madre".
Uscita in corridoio dopo l'ultima campanella iniziò a guardarsi intorno: da che parte era la mensa?
Due grandi mani si appoggiarono sulle sue spalle: <<Ti vedo disorientata>>
Si voltò di colpo: <<Vaffanculo Carl, credevo fossi un manico>>
<<Dai seguimi>> disse iniziando a camminare.
Raggiunsero la mensa e Carl si diresse verso un tavolo colmo di ragazzi.
<<No fermo io non mi siedo li>>
<<Sono simpatici>> rispose afferrandole il polso è trascinandola verso di loro.
<<Vaffanculo Carl>> bisbigliò prima di sedersi insieme ai ragazzi.
<<Ei Gallagher presentaci la tua amica>>
<<Ah si lei è S/n [soprannome]>>
<<Yo S/n>> disse uno battendole il pugno.
<<Yo>> rispose lei.
Finito di pranzare si alzarono.
<<Tu vai io ti raggiungo>> le disse Carl, così lei si incamminò verso l'uscita.
<<Allora l'hai portata?>>
Il moro tirò fuori dalla tasca una bustina e tramite una stretta di mano la passo all'altro ragazzo mentre lui in cambio gli diede dei soldi.
<<Sono 25 euro precisi>>
Senza contarli li mise in tasca.
<<È carina la tua ragazza>>
<<Non è la mia ragazza>> rispose rimettendosi lo zaino sulle spalle.
<<Beh allora potresti darmi il suo numero>>
<<Non ce l'ho>>
<<Beh sbrigati a chiederglielo>> disse l'altro accendendo una sigaretta e andandosene <<Ci si vede Gallagher>>
Carl raggiunse T/n che lo aspettava davanti alla porta.
<<Spacciato la tua razione quotidiana?>>
<<Circa>>
<<Come circa>>
<<Quel bastardo mi ha dato 10 dollari in meno>>
<<Vatteli a riprendere>>
<<No tanto in quella bustina c'era solo zucchero e farina>>
<<Figo>>
<<Il mio amico vuole il tuo numero>>
<<Non darglielo >>
<<Non ce l'ho>>
<<Lo vuoi?>>
Si accese una sigaretta e la guardò negli occhi per poi alzare le spalle.
<<Lo prendo per un no>>
<<Non sei molto brava a interpretare i segnali>>
<<E tu non sei molto bravo a inventare scuse per chiedere il numero di una ragazza>> rispose accelerando il passo.
<<No aspetta guarda che non ero io a volere il tuo numero>>
<<Si certo>> disse ridendo.
Anche lui sorrise nel vederla così.
<<Sembri idiota quando sorridi>>
<<Vorrei dire lo stesso ma al contrario tu hai un bel sorriso>>
<<Vaffanculo Carl>> imprecò sviando il suo sguardo.
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Champagne & Sunshine [carl x reader]
FanfictionLa cosa buffa, e probabilmente l'unica cosa che fosse di un effettiva importanza, è che non poteva finire diversamente.