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<<Il prossimo>>

Nick stava fuori dalla porta del bagno davanti ad una fila di ragazzi.

<<Lo sai perché sei qui?>>

A rispondere fu un ragazzino con le lentiggini: <<Per comprare una pistola>>

<<Per quale motivo?>>

<<Motivo? Per spaventare il mio cazzo di fratello che è un fottuto pezzo di merda>>

<<Risposta sbagliata, il prossimo>>

Un'altro ragazzo entrò, sembrava uno sfigato.

<<Si?>>

<<Ciao>> salutò timidamente <<Ecco.. devo comprare una pistola>> balbettò <<Per difesa personale.. se ci fosse una sparatoria, ho paura>>

<<Permettimi>> aprì la zip del suo zaino con un gesto veloce <<Di fartela passare>>

<<Waoh>>

<<Tu mi sembri proprio un tipo da glock-17, e per 300 miseri dollarucci, questa può essere tua>>

<<Ti va di insegnarmi ad usarla?>>

<<L'addestramento non mi riguarda. Per quello c'è internet>>

Ad interrompere la conversazione fu il suono della campanella.

<<Ok, tieni>> rispose tirando fuori i soldi.

<<Fantastico>> disse Carl contandoli <<Sei al scuro, va a testa alta>> chiuse il suo zaino e uscì dal bagno.

Le voci di quando passava lo infastidivano, ma le ignorava.

"Quello è Carl ma prima era bianco"; "E' meglio non provocarlo"; "Al riformatorio ha mangiato l'alluce a un ragazzino"

Entrò in classe affiancato da Nick.

<<Smettila di sorridere, la scuola non è matite colorate e colla come la ricordi tu>> gli disse prendendo posto al banco.
Nick si sedette in quello accanto al suo, poi arrivò Dominique che si sedette in quello dietro.

"Merda" pensò.

La professoressa entrò in classe e non potè fare a meno di notare l'omone seduto tra i banchi: <<Ragazzi sedetevi, tutti ai vostri posti, sedetevi. Aprite il libro di biologia alla pagina 17- E tu chi diavolo sei?>>

<<Lui è con me>>

<<Il suo posto non è qui>>

<<Perché è nero?>>

<<No, perché avrà 35 anni>> rispose impazzientita.

<<Lui è un'anima antica>> disse sottolineando ogni sillaba con voce provocatoria.

Ci fu un po' di silenzio.

<<Pagina 17. Chi di voi vuole parlare della mitosi?>>

Finite le lezioni Carl e Nick uscirono dall'edificio in cerca della ragazza che non si era fatta viva dopo il suono della campanella.
Arrivati nel grande cortile la videro in lontananza in compagnia di una ragazza.

Subito Carl la riconobbe e corse a dividere le due.

<<Che succede qui>> disse posizionandosi davanti alla fidanzata guardando negli occhi la riccia.

<<Me ne stavo tranquilla su quella panchina quando questa zoccola mi ha fatto il dito medio>>

<<Come mi hai chiamata->> disse cercando di allontanare il ragazzo e colpirla.

Lui ovviamente era più forte e glielo impedì.

<<Non chiamarla così>> la guardò negli occhi per un po', poi si voltò e se ne andò seguito dalla fidanzata.

<<La prossima volta le tiro una testata sulle gengive>> affermò nervosa.

<<Cerca di ignorarla piuttosto>>

<<Come faccio a ignorare quella faccia da culo>>

<<Inanzitutto potresti evitare di provocarla>>

<<Da che parte stai>>

Sospirò: <<Dalla tua, ma se inizi sempre tu passi dalla parte del torto>>

<<Vaffanculo>> rispose sviando il suo sguardo mettendosi a braccia conserte.

<<E se ti portassi a prendere il gelato?>>

Alzò le spalle.

<<Andiamo>> la prese sotto braccio e si incamminarono, pochi metri più indietro Nick li seguiva.

Gli stava lontano sotto ordine di Carl, voleva un po' di privacy per quando stava con la fidanzata.

<<Senti, pensi che non mi accorga che Nick sta cammminado due metri più indietro?>>

<<Speravo di no in realtà>>

<<Devo trovargli altri amici oltre a te>>

<<Fosse facile>>

Un telefono squillò: <<È il mio>> affermò afferrandolo <<Ian, si sono con T/n, cosa ti serve? Ah adesso non posso sto andando a prendere il gelato, va bene a dopo, ciao>>

<<Cosa voleva?>>

<<Ha detto che mi deve parlare di una cosa>>

<<Cosa?>>

<<Non lo so>>

Ci fu un po' di silenzio.

<<Come vi siete conosciuti? Tu e Ian>>

Si fermò un attimo, e subito dopo riprese a camminare: <<Non ricordo>>

<<Non ricordi o non vuoi dirmelo?>>

<<Chissà, oh guarda siamo arrivati>> disse cambiando discorso <<Prendi il mio gusto preferito>>

Carl entrò nella gelateria per poi uscire con tre coni, uno per sé, uno per la c/c, e uno per Nick che si sedette da solo nella panchina accanto alla loro.

Lei iniziò a gustarsi il suo gelato mentre il ragazzo la guardava perplesso.

<<Che c'è?>>

<<Perché non vuoi dirmi come hai conosciuto Ian?>>

Rimase in silenzio a pensare la risposta adatta da dare: <<Penso che se tu lo sapessi probabilmente te ne andresti>>

<<Perché cazzo dovrei andarmene?>>

Lei si alzò rimettendo lo zaino in spalla: <<Vado da Ian, grazie per il gelato>> lo baciò e se ne andò.

Nick prese il suo posto sulla panca.

<<Vaffanculo>> disse sbattendo il pugno <<Perché non me lo vuole dire cazzo? Non si fida di me?>>

Nick fece spallucce.

Champagne & Sunshine [carl x reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora