Capitolo 7

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Per Isabel la parola domenica significava relax. Niente università e niente sala prove ma solo dormire fino a tardi e stare in pigiama tutto il giorno nei mesi freddi, o a godersi il sole leggendo un libro sotto un salice, in quelli caldi. In ogni caso significava: non-guardare-mai-l'orologio.

Ma quella domenica mattina il suo cellulare si mise a squillare in quel modo fastidioso come lo può essere solo di domenica mattina.

Isabel allungò un braccio fuori dalla coperta cercando a tastoni quel maledetto oggetto di disturbo sul comodino e lo trovò.

-Se è Sun-Hee giuro che è la volta buona che la strozzo- pensò mentre cercava di mettere a fuoco con gli occhi la schermata.

Ma non era Sun-Hee a chiamarla a quell'ora improponibile della domenica mattina ma bensì il coreografo.

Si drizzò a sedere sul letto e schiacciò il tasto di risposta.

-Pronto?- disse con la voce un po' impastata dal sonno.

Dall'altro lato della conversazione Sungdeuk le diede il buongiorno e le chiese scusa per averla svegliata a quell'ora. Poi le domandò se era possibile avere la sua presenza in sala prove. Purtroppo, grazie a due scansafatiche di loro conoscenza, erano in ritardo con la scaletta e si cercava di recuperare un po' nel week end.

-Certamente- rispose Isabel rendendosi subito disponibile -Arrivo il prima possibile.-

La chiamata si concluse e ormai sveglia del tutto, si apprestò a prepararsi per uscire e si vestì con abiti comodi adatti ad una bella corsa in bicicletta ma che dovevano anche darle libertà di movimento per ballare. Quindi niente jeans e optò per un pantalone da tuta a vita bassa con coulisse e una maglietta aderente corta che le lasciava scoperti fianchi e ombelico.

Bevve un caffè al volo e uscì di casa con una ciambella in bocca. Mentre stava uscendo notò la borsa dell'università appesa alla sedia e decise di portarla con sé per studiare un po' durante le pause. Negli ultimi giorni non aveva avuto molto tempo a disposizione per ripassare i suoi appunti e doveva assolutamente farlo se voleva recuperare quel 26. Le sue intenzioni per quella giornata erano quelle di dedicarsi a preparare l'esame studiando in tranquillità sotto il salice del parco, ma i piani erano cambiati dopo la telefonata di Sungdeuk.

***

Dopo circa un'ora da quella telefonata tutti si erano già riuniti nella sala prove. Tutti tranne uno. Sungdeuk chiese al gruppo se qualcuno avesse idea di dove fosse finito Jungkook e Yoongi, che si trovava accanto alla vetrata, casualmente buttò l'occhio giù in strada e lo vide fermo alla fermata dell'autobus.

-Eccolo là- disse indicando fuori -Credo che stia aspettando Isabel.-

-Ma io sono qui- si sentì dire da un angolo della sala.

Tutti i presenti si voltarono nella direzione da dove proveniva quella voce e videro Isabel seduta su una sedia con le gambe incrociate su cui teneva un libro aperto.

Sungdeuk alzò gli occhi al cielo e si impose di mantenere la calma, anche se un tic compulsivo ad un occhio, che cominciava a manifestarsi, tradiva l'aumento esponenziale del nervosismo e l'esasperazione che immancabilmente Jungkook riusciva a far fiorire.

-Qualcuno vada a chiamare quel rimbambito! E gli dica di portare il suo golden culetto immediatamente qui!- sbraitò verso un gruppo di ballerini che si trovava lì a fianco.

Uno di loro uscì di corsa per andare a chiamarlo rientrando con lui qualche minuto dopo.

Jk raggiunse il punto della sala dove si trovava Isabel e le si sedette accanto salutandola.

Andeer |Jungkook ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora