-Vuoi che ti accompagni?-
Lorenzo osservava Jungkook che si stava allacciando le scarpe, standosene in piedi sulla soglia della stanza con le mani in tasca e un'epressione tra il serio e il preoccupato, ma questi scosse la testa senza rispondere. -Grazie Lorenzo- rispose poi senza alzare gli occhi sul ragazzo -Ma preferirei andare da solo.-
Lorenzo annuì leggermente con la testa e dopo aver lasciato un ultimo lungo sguardo e una frase lasciata in sospeso sulle sue labbra non sapendo se fosse il caso di pronunciarla o meno, si allontanò dalla porta incamminandosi lungo il corridoio e ritornare giù in cucina dove la colazione era ormai pronta.
Jungkook scese anch'esso le scale e, silenzioso, attraversò la cucina dirigendosi verso la porta d'ingresso.
-Non fai colazione?- gli chiese Lorenzo che seduto al tavolo era intento a versare il caffè della moka nella tazzina di fronte a lui.
Jk negò scuotendo lievemente il capo. -Non ho fame- mormorò senza voltarsi.
Fuori c'era un taxi ad aspettarlo e l'ultimo dei suoi pensieri era quello di mangiare. Aprì la porta uscendo sotto il portico soffermandosi un istante a guardarsi intorno, poi calzò il cappellino da baseball sulla testa e si diresse verso l'automezzo fermo davanti al cancello.
Durante il tragitto verso il luogo in cui si doveva recare, rimase a guardare il paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino. Il taxista sbirciava quel ragazzo, troppo taciturno per la sua età, dallo specchietto retrovisore. Avrebbe voluto incominciare una qualunque conversazione con lui, magari la più banale in assoluto, ma quello che leggeva nei suoi occhi lo dissuasero dal farlo. Non era opportuno, non in quel momento almeno. Magari in un'altra occasione, ma non oggi, non questa volta.
Arrivato a destinazione, Jungkook scese dalla macchina e chiese all'autista di aspettarlo asserendo che non ci avrebbe messo molto. Quest'ultimo gli fece segno di non preoccuparsi e gli disse di prendersi tutto il tempo che gli serviva.
Ringraziò con un cenno del capo e prese la direzione che lo portava dinanzi a quell'enorme cancello in ferro battuto varcandolo con una sensazione di angoscia a premergli in mezzo al petto.
Solo il crepitio dei suoi passi sul sentiero ciottoloso, oltre al cinguettio di qualche passero presente tra le fronde della lunga fila di cipressi e il ronzio delle api che volavano di fiore in fiore raccogliendo nettare, rompeva il silenzio di quel luogo che sembrava sempre così desolato e freddo anche nelle più calde giornate estive.
Camminava a passo lento, come a voler ritardare volutamente il momento più a lungo possibile, con lo sguardo abbassato e la visiera calata sugli occhi a nascondere ogni emozione.
Arrivò in un punto preciso di quel luogo ricco di sprazzi di colore dovuto alla presenza di innumerevoli fiori di ogni tipo e sostò davanti ad esso per un lungo attimo prima di inginocchiarsi per posare il mazzo di margherite bianche che aveva portato con sé.
Poi accarezzò la foto incastonata nella lapide di granito color Andeer, il pregiato marmo svizzero dello stesso colore dei suoi occhi, e tirò su con il naso serrando strette le labbra a reprimere il dolore che lo stava dilaniando ancora una volta e che non si era minimamente sopito.
-Ciao Babe...- mormorò abbozzando un triste sorriso mentre una lacrima gli sfuggiva dalle ciglia.
***
Era trascorso un anno da quel maledetto giorno. Trecentosessantacinque giorni senza passarne nessuno a non sentirsi responsabile di quello che le era successo.
Lei era morta a causa di quello che lui rappresentava, perchè egoisticamente aveva chiesto di essere felice.
E la rabbia contro se stesso e contro quello che gliela aveva portata via lo indusse a lasciare tutto, ad allontanarsi da quel mondo che ormai avrebbe potuto solo odiare, abbandonando ogni cosa e persona, trasferendosi lontano, dove nessuno o quasi lo conosceva.

STAI LEGGENDO
Andeer |Jungkook ff
FanfictionIl tempo non ha potere sulle emozioni. Non cancella ciò che ha reso indimenticabile. #1 jjk #1 boyxgirl #4 BTS #1 jm #1 kookie