"Allora Christian Stefanelli... dimmi qualcosa di te."
Dirgli qualcosa di me? Che cosa avrei dovuto dirgli?
"Beh non ho molto da dire, mi chiamo Christian Stefanelli, ho 18 anni, quasi 19 e sono al primo anno."
"Questo già lo so, dimmi qualcosa che non so." Mattia continuava a fissarmi con i suoi occhi azzurri, come in attesa di chissà quale confessione. Mi rendeva nervoso.
"Ho paura dei fuochi d'artificio." Che cosa? Perché gliel'ho detto?
Mattia scoppiò a ridere in una risata canzonatoria.
"Ah sì? Allora forse è meglio che per Capodanno torni a casa dai tuoi genitori così possono tenerti la manina!"
Diventai subito rosso. Perché mi volevo così male da volermi umiliare da solo? Di solito non mi comportavo così, reggevo bene le conversazioni, non avevo mai avuto problemi a rispondere subito con una battuta o cose del genere ma c'era qualcosa in Mattia che mi metteva in soggezione.
Saranno stati i suoi occhi... Troppo azzurri, troppo freddi, non erano naturali.
Mattia continuava a fissarmi, aspettava una mia risposta ma non riuscivo a parlare, ero come congelato.
"Sai Christian... Vorrei darti un suggerimento, non si devono rivelare le proprie paure a una persona che si conosce appena." Si sporse sul tavolo e avvicinò il suo viso al mio, eravamo a pochi centimetri di distanza. "Non si sa mai come questa possa ritorcerle contro di te."
Ero senza fiato, non riuscivo a respirare. Poi come se niente fosse Mattia tornò seduto normale, prese la sua bibita e iniziò a sorseggiarla.
"Com'è la tua famiglia?"
"L-la mia famiglia?" Non capivo come potesse cambiare argomento così da un momento all'altro. "Beh, i miei si sono separati quando avevo 7 anni, mia madre si è risposata e ho una sorella, Alexia, che è un anno più grande di me."
"È carina?" Ma che domande erano? Era mia sorella, non l'avevo mai guardata in quel modo, non so come la potessero trovare i ragazzi.
"Beh sì, immagino di sì."
"Me la presenterai." Non era una domanda, era una constatazione.
"E tu invece?"
"Io cosa?" Mi prendeva in giro?
"Avrai una famiglia, no?"
"Sì certo, come mai sei in questa scuola?" Stava evitando l'argomento.
"I miei mi ci hanno spedito perché ho messo incinta una ragazza e non volevano che si ripetesse."
"Quindi sei padre?"
"No, la ragazza ha avuto un aborto spontaneo poco dopo."
"Capisco... Ma mi sembra esagerato mandarti qua solo per un'esperienza con una ragazza."
"Beh... diciamo che loro sono convinti che io, ehm..." Come potevo dirglielo? "Sia ossessionato dalle ragazze, ecco."
"E lo sei?"
"Diciamo che mi piace andarci a letto." Com'eravamo finiti a parlare di questo?
"Non posso biasimarti."
"Tu come mai sei qua?"
Non mi rispose, semplicemente alzò le spalle e rimase in silenzio. Io gli avevo raccontato metà della mia vita e io di lui sapevo solo che si chiamava Mattia Zenzola.
"Raccontami qualcosa di te." insistetti.
"Magari un'altra volta riccio, ora devo andare." Si alzò e se ne andò senza aggiungere altro.
STAI LEGGENDO
Stanza 258 || Zenzonelli Edition
Fanfic«Stefanelli... Christian Stefanelli» Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva. «Stefanelli, Stefanelli, Stefanelli... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo Mattia Zenzola!» Presi le chiavi che mi off...