La sveglia suonò e non fui mai più felice di sentirla.
Quella notte non avevo chiuso occhio e non era difficile immaginare il perché. Il respiro di Mattia non aveva abbandonato il mio collo per tutta la notte, ma non era quello il motivo che mi aveva impedito di addormentarmi. La presenza del suo corpo completamente nudo aderente al mio coperto dai soli boxer mi aveva causato non pochi problemi, più volte ero stato sul punto di alzarmene e andarmene, perché la tensione era troppa, in più Mattia aveva l'abitudine di muoversi nel sonno. Per mia sfortuna però, non rotolò lontano da me, ma anzi, se possibile si era avvicinato ancora di più a me. L'unica cosa che mi aveva trattenuto dal fuggire era stato il mio orgoglio. Andarmene avrebbe significato dargliela vinta e avrei preferito passare altre mille notti insonni piuttosto che farlo.
Allungai il braccio e spensi la sveglia del mio cellulare. Ovviamente la sveglia era mia, ma alla fine svegliava anche Mattia. Penso che se io non l'avessi messa, lui non se ne sarebbe preoccupato, visto che le lezioni per lui erano solo un optional. Un altro motivo per odiarlo: se io facevo molte assenze, il preside minacciava di chiamare i miei, manco avessi avuto 13 anni, mentre lui poteva saltarsi tutte le ore che voleva senza che nessuno gli dicesse niente, solo perché lui era Mattia Zenzola.
Lo odiavo, lo odiavo!
E in questo momento lo odiavo ancora di più, perché non accennava a spostarsi da me per alzarsi e io non sapevo come chiederglielo senza far trapelare il mio imbarazzo. Aspettai ancora qualche minuto, poi decisi che se volevo mettere qualcosa sotto i denti era meglio rivolgergli la parola per fargli muovere il culo e farlo spostare, anzi, far spostare il suo cazzo, da me.
"Ehm... Mattia..." purtroppo la mia voce non uscì decisa come volevo.
"Che cazzo vuoi Stefanelli?" Mi rispose lui evidentemente scocciato e senza neanche un minimo accenno di volersi spostare. Ebbi la tentazione di rispondergli 'il tuo' ma non l'avrei mai ammesso neanche a me stesso, forse anche spaventato dall'idea che avrebbe potuto accontentarmi.
"Voglio che ti levi dalle palle visto che vorrei alzarmi." Gli risposi a tono.
"Più che dalle palle dovrei levarmi dal tuo culo, ma non so se lo farò, ci sto piuttosto bene." Arrossii e ringraziai il cielo che gli stessi dando le spalle e che quindi lui non mi potesse vedere.
"Zenzola non è il momento di scherzare, ti sembrerà strano, ma io ho l'obbligo di frequentare quelle cazzo di lezioni." Afferrai il suo braccio e lo tolsi finalmente dal mio petto. Con mia sorpresa non fece molta resistenza, ma solo dopo mi accorsi che le sue mani non mi avevano abbandonato, si erano solo spostate ad afferrarmi i fianchi, cosa che mi immobilizzò.
Non capii le sue intenzioni fino a quando non iniziò a dare delle leggere spinte contro il tessuto dei miei boxer. La mia testa non riusciva a realizzare veramente quello che stava facendo. Alle sue spinte si aggiunsero degli strusciamenti e il mio corpo automaticamente lo assecondò. Così iniziai anch'io ad andare in contro alle sue spinte mentre le sue mani sui miei fianchi guidavano i movimenti. Sentivo la sua erezione indurirsi sempre di più, ma solo quando iniziai ad eccitarmi anch'io capii cosa stavamo veramente facendo. Stavamo simulando un cazzo di atto sessuale vestiti, se i miei boxer si potevano chiamare vestiti. Ma poi cos'ero? Uno stupido dodicenne che si eccitava per un paio di strusciatine? Stavo davvero toccando il fondo.
Non sapevo per cosa essere più irritato se per il fatto che io stessi simulando il passivo o per il fatto che mi stesse piacendo. Se pensava che sarebbe andata così anche nella realtà si sbagliava di grosso ed era meglio farglielo capire subito.
Fu per questo che con uno scatto repentino gli afferrai i polsi ancora posizionati sui miei fianchi, feci in modo che si girasse sulla schiena e mi misi a cavalcioni su di lui. Quando le nostre erezioni entrarono a contatto sfuggì un gemito ad entrambi. Iniziai a muovermi sopra di lui dominandolo completamente.
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Stanza 258 || Zenzonelli Edition
Fanfiction«Stefanelli... Christian Stefanelli» Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva. «Stefanelli, Stefanelli, Stefanelli... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo Mattia Zenzola!» Presi le chiavi che mi off...