12. Allora okay

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Il giorno seguente la colazione fu terribile.

Alex se n'era andato poco prima che arrivassi io piantando in asso Luca e Guido, ma anche in quel caso non era stato devastante come il pranzo. Non rivolse la parola a nessuno, né a me né agli altri e ogni tentativo di Luca di introdurre una conversazione risultò del tutto inutile e morì dopo pochi secondi.

Il pomeriggio nonostante fosse novembre e facesse abbastanza freddo, lo trascorsi in giardino con Guido. Probabilmente Luca era andato a parlare con Alex.

Mentre sapevo cosa pensavano gli altri due riguardo la mia uscita con Mattia, l'opinione di Guido mi era totalmente ignota e questo mi spaventava a morte. Avevo già litigato con Alex, non volevo litigare anche con lui; sapevo che anche lui non provava molta simpatia nei confronti di Mattia, ma non aveva mai mostrato tanto astio quanto Alex, ciò nonostante non mi aveva ancora detto niente e questo non faceva altro che aumentare la mia ansia.

"Guido..." Azzardai. "Tu cosa ne pensi?"

"Di cosa? Del nuovo aspirapolvere che hanno le inservienti per pulire le scale?"

"Cosa? No no, intendo della faccenda di me e Mattia." Oddio così la stavo facendo sembrare più brutta di quello che era! Anche se al solo pronunciare le parole 'me e Mattia' un brivido mi percorse per tutto il corpo.

Lo sentii sospirare.

"Penso che dovresti stargli lontano, ma che comunque non posso impedirtelo, infondo la vita è tua e se mi allontanassi da te come ha fatto Alex non potrei proteggerti in alcun modo." Fui leggermente rassicurato da quella risposta.

"Grazie Guido, ma comunque devi stare tranquillo: non mi può succedere niente."

"Non è vero Christian, tu non sai la-" Alzai gli occhi al cielo e lo interruppi subito.

"Certo che lo so cos'è successo e so anche che non è stata colpa di Mattia." Davvero credevano che ancora non sapessi niente?

"C-cosa? Tu lo sai? Ma come?"

"Certo che lo so, me l'ha raccontato lui stesso."

"Allora chissà cosa ti avrà detto!"

A quell'affermazione mi incazzai. Non solo continuavano ad accusare Mattia di una cosa di cui non aveva colpa, ma adesso gli davano anche del bugiardo.

"Che cosa dovrebbe avermi detto? Mi ha detto esattamente quello che ha detto a voi, ossia la verità."

"Mattia è un ottimo attore Christian, ha avuto per tre anni il ruolo di protagonista nello spettacolo della scuola."

"Perché, in questa scuola c'è un corso di recitazione? Vabbè, in ogni caso tu non l'hai visto Guido... Se l'avessi fatto non avresti mai dubitato delle sue parole."

"Ma Christian..."

"Stava piangendo Guido, cazzo!"

Non so se furono le mie parole o il fatto che le avessi urlate, fatto sta che si ammutolì all'improvviso non sicuro su cosa dire.

"Lui stava... stava piangendo?"

Sospirai. "Sì." Dissi quasi in un sussurro.

Il silenzio fra di noi si protrasse a lungo, nessuno dei due sapeva bene come rispondere, la situazione era ancora abbastanza tesa.

"Allora?" Sbottai, non sopportando più la situazione.

"Tu non puoi fare a meno di lui?"

Scossi la testa deciso.

"Allora okay."

"Okay in che senso?" Domandai non capendo.

"Okay, se ci tieni tanto proverò a... beh, non dico che adesso gli credo, ma proverò a considerarlo un punto di vista neutrale. Chissà, magari proverò a parlargli anche..."

Gli saltai praticamente addosso.

"Grazie mille Guido, davvero grazie di cuore!" Lo sentii ridacchiare.

"Io, Luca e Alex proprio ti facevamo schifo come amici, eh?" Mi rispose ridendo.

"Magari fosse così semplice, Guido." Quella frase mi scappò dalla bocca. Non avrei dovuto dirla e, purtroppo per me, da come mi guardava stranito Guido capii che mi aveva sentito e la mia faccia colpevole sembrava aggravare la situazione.

"Che intendi, Christian?"

Mi morsicchiai il labbro inferiore. Come ne avrei rimediato adesso?

"Chri, sai che di me puoi fidarti, vero?" Allora me ne uscii con la cosa meno improbabile di tutte: la verità.

"Io... io credo che mi piaccia."

"Chi? Mattia? AHAHAHAH." Iniziò a ridere forte, ma si fermò piano piano quando notò che avevo le mani dietro la schiena, continuavo a mordicchiarmi il labbro e il mio sguardo era fisso sul pavimento, intento a guardare le punte delle mie Puma nere scontrarsi fra di loro. D'un tratto sbiancò.

"Stai scherzando, vero?" Scossi la testa timidamente.

"Ma Christian, non può piacerti Mattia Zenzola!" Iniziò ad urlare. Gli misi una mano davanti la bocca.

"E abbassa la voce, coglione! E poi non ne sono neanche sicuro!"

"Ho appena accettato il fatto che siete amici, non puoi dirmi una cosa del genere!"

"Sì lo so, è sbagliato, io sono sbagliato. Non dovrebbe piacermi un ragazzo e, Guido, io sono molto confuso perché non mi era successo niente del genere prima. Lo so, adesso ti faccio schifo probabilmente."

Guido mi strinse in un abbraccio stritolante, ma senza farmi male.

"Chri, sai cosa me ne frega se ti piacciono i ragazzi o no, non è quello il problema. Il problema è proprio il ragazzo che ti piace."

"Fa male sapere che non ricambierà mai..." era la prima volta che mettevo quelle cose con me stesso. Non mi sentii meglio, ma almeno ero più consapevole. "Vorrei solo poterlo baciare ancora..."

"Wait wait wait a second! Come ancora?"

"Devi promettermi che non dirai niente a nessuno, Guido."

"Certo, come vuoi... ma adesso dimmi tutto per bene."

E lo feci. Gli raccontai per filo e per segno tutto quello che era successo con Mattia, soprattutto in città, soprattutto di quel bacio che mi aveva cambiato la vita. Sì, perché la mia vita non sarebbe mai più tornata quella di una volta.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora