05. Stagli accanto

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Le ore di lezione passarono abbastanza in fretta, Mattia da ieri non mi aveva più rivolto la parola, non mi aveva neanche aspettato per la colazione. A pranzo avevo raccontato ai ragazzi che quel pomeriggio avrei preso un caffè con Luigi e avevo aggiunto con soddisfazione che Mattia non ne era rimasto contento.

"Ma che cazzo Christian! Ma sei impazzito?"

"Guido, cazzo, abbassa la voce, ci stanno guardando tutti!" Il biondo abbassò solo un po' il tono di voce.

"Noi ti diciamo di stargli lontano e tu lo fai incazzare?" Borbottai qualcosa che non era una vera risposta.

"E dai Guì, non esagerare. Christian infondo non sta facendo niente di male." Provò ad intervenire Luca in mia difesa.

"No, Guido ha ragione." Il tono di Alex era fermo, serio e deciso, metteva paura. "Lo sai benissimo cosa potrebbe fare, l'ha già fatto una volta. Niente gli impedisce di farlo di nuovo."

"Non abbiamo prove Alex..."

"E dai Luca! Che altro potrebbe essere successo?"

"Magari quello che lui ha detto che è successo."

"Non essere ingenuo. Sappiamo benissimo quello che è successo!" A quel punto non potendo perdere l'occasione intervenni.

"Io no, me lo spiegate?"

"Christian, se hai un minimo di cervello scusati con Mattia, anche senza motivo e non andare a quel fottuto appuntamento con Luigi!" Detto questo Alex si alzò e se ne andò senza aggiungere una parola.

Ovviamente non lo ascoltai e qualche ora dopo ero seduto in caffetteria ad aspettare Luigi anche se in realtà un po' mi sentivo in colpa.

Non ci pensai troppo però, perché in quel momento arrivò Luigi.

"Ehi Christian! Sei qua da tanto? Scusa se sono in ritardo..." Quel ragazzo era sempre sorridente, continuavo a chiedermi come facesse ad essere amico di Mattia.

"No tranquillo, sono appena arrivato." Gli sorrisi anch'io di rimando.

Prendemmo il caffè e iniziammo a parlare del più e del meno, mentre cercavo di trovare il momento più opportuno per inserire l'argomento "Mattia".

Stavamo ridendo per una cosa che gli avevo raccontato, quando Luigi disse la frase che aspettavo.

"AHAHAHAHAH perché non posso avere un coinquilino come te? Il mio è una noia mortale!"

"Oh, beh, Mattia farebbe volentieri cambio, mi odia."

"No, ma che dici, non ti odia! Solo che ultimamente cerca di fare il freddo con le persone, ma in realtà penso che tu gli stia piuttosto simpatico!"

"Ma per favore... Probabilmente ti avrà supplicato di non venire qua."

"Beh... in effetti sì. Ma secondo me è perché aveva paura che gli potessi fregare il compagno di stanza."

"Guarda che è esattamente il contrario, aveva paura che il suo schifoso compagno di stanza invadente gli rubasse il migliore amico." Dicendo questa frase mi si incrinò un po' la voce, speravo solo che Luigi non se ne fosse accorto.

Luigi non diceva niente, sentivo solo il suo sguardo addosso, ma io avevo un improvviso interesse nei confronti del mio caffè, stavo anche stritolando la tazza.

"Lui non è come pensi." Trovai finalmente il coraggio di alzare gli occhi dalla tazza. Mi stava fissando con uno sguardo... non sapevo neppure come definirlo, sembrava quasi dispiaciuto.

"Ah no?" Fu l'unica cosa che fui in grado di chiedere.

"No... lui fino a due anni fa era sempre allegro e spensierato, coinvolgeva tutti con le sue battute e i suoi scherzi. Era il più popolare della scuola, tutti lo adoravano, tutti volevano essere suoi amici. Dopo successe..." Aspettai ansioso, vidi la sua faccia farsi sofferente. Prese un profondo respiro prima di continuare.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora