06. Ma è sempre così...

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Si penserebbe che dopo l'abbraccio tra me e Mattia le cose fossero migliorate. La verità? Non lo so neanche io perché da quella sera continuavo a evitarlo, non andavo mai in camera se non per dormire, in mensa ci stavo il meno possibile e penso di non avere mai passato così tanto tempo nelle aule di scuola prima.

Il fatto è che ero in imbarazzo, avevo mostrato a Mattia una parte di me che non avevo mai mostrato a nessuno, io non ero il tipo che metteva in mostra i suoi sentimenti. Già lo avevo fatto con Guido, il che non andava bene, quel posto mi stava cambiando. Avevo sempre avuto un sacco di amici, ma il nostro rapporto si limitava a pendere per il culo i prof e i compagni, ubriacarsi, andare alle feste e divertirsi. E se con Guido era già stato tanto, con Mattia era stato decisamente troppo. Mi ero mostrato spaventato e vulnerabile davanti a lui, ma la parte peggiore è che mi era piaciuto.

Mi era piaciuto stare abbracciato a lui, mi era piaciuto sentire le sue braccia fare su e giù per la mia schiena, mi era piaciuto sentire la sua testa sulla mia spalla, mi era piaciuto quando mi aveva stretto a sé più di quanto fossimo già e avevo odiato Alex quando era entrato dalla porta e aveva rovinato tutto. Mi era piaciuto davvero e questo non andava affatto bene, per questo quando Luca, Guido e Alex mi avevano chiesto se volessi andare con loro in città quel weekend avevo accettato, nonostante la voglia non fosse molta.

Ora ero in camera e stavo finendo di preparare lo zaino con le cose. Ero in ritardo, lo sapevo, ma volevo entrare in camera il più tardi possibile; grazie al cielo Mattia non era lì. Non l'avessi mai detto, proprio in qual momento entrò il diavolo dagli occhi azzurri. Si bloccò un attimo vedendomi, poi scosse le spalle, prese un borsone vicino al suo letto e il giubbotto e fece per uscire.

"Ehi aspetta, dove stai andando?"

"Vado in città con Luigi." Rispose semplicemente e fece di nuovo per uscire, ma la mia voce lo fermò ancora.

"Ma ci devo andare io!"

"Ah davvero? Beh non ti preoccupare, ti starò alla larga."

Stavolta uscì veramente sbattendo la porta.

Perché mi era sembrato quasi di vedere una scintilla di tristezza nei suoi occhi? E perché mi era sembrato che la sua voce si fosse spezzata sull'ultima parola? Ma soprattutto, perché le parole di Luigi continuavano a risuonarmi nella testa? 'Stagli accanto... stagli accanto... stagli accanto.'

"Ehi Christian, sei pronto?" Luca era entrato nella stanza e sembrava un po' preoccupato nel vedermi imbambolato così mi affrettai a fingere un sorriso.

"Sì certo, andiamo!"

-

Il viaggio in macchina andò abbastanza bene, io e i ragazzi cantammo tutte le canzoni che passavano alla radio e per un po' riuscii a dimenticarmi di tutto.

La città di cui parlavano tutti era effettivamente molto piccola, il che aumentava le probabilità di vedere Mattia, ma era sempre meglio di quello stupido college. Parcheggiammo davanti all'unico ostello che c'era e ci dividemmo: Luca e Guido avrebbero dormito insieme, mentre io avrei dormito con Alex. Nel pomeriggio facemmo un giro per i negozi e prendemmo un po' d'aria fresca.

"Questa sera andiamo tutti in un bar ad ubriacarci!" Urlò Guido tutto convinto.

"Guido... ti devo ricordare cos'è successo l'ultima volta?" Lo ammonì Luca.

Il biondo borbottò qualcosa di incomprensibile con fare scocciato che mi fece scoppiare a ridere.

"Dai non ti preoccupare napoletano, ci vengo io a bere con te!"

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora