50. È tutta colpa tua!

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Dopo tre giorni Luca venne a noi finalmente trionfante.

Ci disse entusiasta che finalmente Alex si era deciso a parlargli e che pian piano stavano risolvendo le cose con lui. Cercò ovviamente di provare a convincerci a parlare con lui come alla fine avevamo fatto io e Luigi con Guido, ma ovviamente entrambi ci rifiutammo ardentemente. Andiamo, Luigi non ci aveva neanche mai parlato, se non quando Mirko frequentava il gruppo suo e di Mattia. Anche il biondo si rifiutò categoricamente.

Un conto era Guido, che aveva accusato Mattia di avere collaborato con Dario, il che era già stato difficile da perdonare, un altro conto era proprio collaborare con Dario come aveva fatto Alex, mettendo in pericolo la vita dei propri migliori amici. Luca era quasi morto e davvero non riuscivo a credere che proprio lui fra tutti volesse riaverlo come amico.

Ebbi discussioni con lui sull'argomento. Cercavo di fargli capire che Alex non era il ragazzo che credeva che fosse e che era una di quelle persone che era meglio perdere piuttosto che trovare. Ma lui si intestardiva, diceva che eravamo noi che non capivamo. Luca di solito era sempre piuttosto calmo, ma l'aggressività che ci metteva quando entravamo in argomento era impressionante.

Era talmente convinto di questa 'ingenuità di Alex', come amava chiamarla lui, che era arrivato a chiedere anche a Mattia di andarci a parlare. Al che lui aveva giustamente riposto con un: "Ma ti sei rincoglionito? Ci odiavamo anche prima, perché le cose dovrebbero essere cambiate? Semmai sono peggiorate!" Ma Luca non desisteva, cercava in ogni maniera di convincerci attraverso tutte le tecniche possibili ed immaginabili, infilando frasi pro-Alex nei discorsi in modo che sembrassero affermazioni casuali, nella speranza di convincerci o di farci sentire la sua mancanza.

Ma noi eravamo fermi sulle nostre posizioni e una volta in cui fu piuttosto insistente fummo vicini a litigare anche con lui. Dopo quella volta decise di calmarsi un po', ma continuava comunque a sostenere la sua causa. Non mi sarei stupito nel vederlo appendere strani cartelloni per tutto il college. Mi dispiaceva però anche essere troppo duro con lui. Sapevo che era in un periodo difficile, la sua ragazza aveva detto che l'avrebbe contattato presto, ma da quando l'aveva aiutato a scappare non l'aveva più sentita. Era terrorizzato dall'idea che suo padre avesse potuto farle del male.

"Fin quando sono io, posso sopportarlo, ma lei non la deve toccare." Aveva detto un giorno. Non che ne parlasse molto comunque. Anzi, in realtà non ne parlava quasi mai e noi eravamo piuttosto preoccupati. Schivava l'argomento, ogni tanto diceva qualcosa, ma doveva essere lui decidere quando e come e comunque la discussione non andava mai oltre al minuto, perché poi cambiava argomento. Luca sapeva essere così imprevedibile a volte, non credevo che sarei mai riuscito realmente a capirlo fino in fondo. Non era come Guido che era un libro aperto.

Certo, tranne quando spariva con Luigi per intere ore e se gli chiedevi cosa avessero fatto, rispondeva solo: "cose". Che diavolo di risposta era? E Luigi lo stesso. Mattia stava iniziando davvero a non sopportare più la cosa.

"È tutta colpa tua!" Mi disse un giorno.

"Mia? E cosa avrei fatto?" Gli chiesi incredulo.

"Sei tu che hai fatto conoscere Luigi e il biondino! Prima Luigi non era così strano." Evidentemente Luigi doveva appena avergli dato un'altra misteriosa risposta, perché era così nervoso solo quando questo accadeva. Non mi andava però che riversasse il suo nervosismo su di me, così: "Stai dicendo che vorresti non avermi mai conosciuto?" Lo provocai.

"No, sto dicendo che vorrei che vorrei che loro due non si fossero conosciuti. Ribatté.

"Ma sono i nostri rispettivi migliori amici, era ovvio che prima o poi si sarebbero conosciuti." Gli dissi ovvio alzando gli occhi al cielo.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora