26. E me lo dici solo adesso?

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Il giorno dopo Tommaso mi fece l'immancabile riassunto di quello che aveva fatto il giorno prima in città. Ovviamente non me ne fregava niente e avevo anche supplicato Mattia di tornare a essere il mio compagno di stanza ma lui non aveva accettato con la scusa del: "Bisogna tenersi stretti gli amici, ma ancora più stretti i nemici!" Mi spiegò che voleva continuare a restare in camera con Dario per poterlo controllare nel caso decidesse di attaccare anche Luca. Quando gli feci notare che a lui non fregava niente di Luca, lui mi rispose che era vero ma che gli importava da me.

"Davvero?" Gli chiesi alquanto sorpreso.

"Certo, ho trovato qualcuno con cui posso liberarmi delle mie frustrazioni sessuali e lo voglio alla massima forma!" Mi fece un occhiolino e si allontanò per tornarsene nella sua camera.

Immagino che avrei dovuto aspettarmi una risposta del genere, ma ci rimasi comunque male.

Era ovvio che per lui fossi soltanto una specie di giocattolino. Pensavo che dopo la scorsa notte fosse cambiata ogni cosa, che mi avesse aperto un pezzo del suo cuore ma ovviamente mi sbagliavo.

Mi sedetti sbuffando al tavolo di Luca e Alex, Guido ovviamente si era già volatilizzato prima del mio arrivo.

"Che succede Christian?" Mi chiese subito Luca preoccupato.

"Fammi indovinare." Intervenne Alex. "Problemi con Mattia? Ma che novità!"

"No, non è che abbia un problema con lui adesso, va tutto bene, solo che... abbiamo un rapporto strano. Lui è strano."

"Lo ripeterò fino alla morte..." Mi rispose il castano. "...non capisco perché ti ostini ad essere suo amico o quella specie di roba che siete."

"Ma Ale, lui..."

"No, davvero, va bene. Non voglio sapere niente." Mi interruppe subito lui mettendo una mano davanti.

"Okay Ale, scusa."

"Comunque Alex..." Si intromise Luca. "Dovresti imparare ad accettare il fatto che si parla di Mattia, è un amico di Christian, non puoi fare finta che non esista per sempre!"

"Già sopporto a malapena il fatto che siano amici, pretendi pure altro?" Gli ringhiò contro in risposta. "Se fosse per me, Zenzola non starebbe neanche in questa scuola!"

"Alex!" Lo riprese di nuovo il castano.

"Luca, stai tranquillo. Posso capirlo davvero, non è un problema."

"Sei sicuro Chri?"

"Sì, non ti preoccupare! Almeno se Alex non mi parla so il motivo al contrario di qualcun altro..." Li guardai speranzoso. "A voi Guido non ha detto niente, vero?"

Li vidi abbassare le teste e Luca mormorare un "Mi spiace, Christian."

"Oggi ci provo a parlare."

"Non so se sia il caso." Mi disse Alex. "Quando vorrà parlarti, verrà lui da te, per ora è meglio lasciargli i suoi spazi."

"No, a lui ci tengo, è il mio migliore amico! Non lo lascerò andare in questo modo. Oggi ci vado a parlare, il caso è chiuso."

"Secondo me ha ragione, Alex, almeno deve provarci, deve dimostrargli che gli manca."

Alex guardò prima me e poi Luca, poi si alzò di scatto.

"Fate come volete!" E detto ciò, se ne andò e sembrava... arrabbiato? Forse è perché io e Luca ultimamente ci schieriamo sempre contro di lui. Probabilmente dopo dovrò scusarmi anche con lui. Ma in quel momento la mia priorità era Guido.

Lo cercai ovunque e lo intravidi dopo le lezioni pomeridiane in cortile che stava parlando con un suo compagno di classe, Albe se non sbaglio. Subito mi diressi verso di lui, prima che riuscisse a vedermi e quindi a scappare.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora