36. Non dirmi che non ti sono mancato

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Non so dove riuscii a trovare il coraggio di alzarmi e abbandonare la morbida superficie di moquette rossa che mi aveva accolto so solo che fui estremamente felice di averlo fatto appena in tempo, perché poco dopo uscì Luigi che mi rivolse un sorriso triste.

"Ciao Christian! Sei qua da tanto?" Mi chiese evidentemente nervoso. Avrei voluto rispondergli 'abbastanza da sentire il tuo migliore amico distruggermi completamente. Oh e grazie per avere provato a difendermi!' mentre invece mi limitai a un semplice sorriso stiracchiato e un "Sono arrivato in questo istante."

Lo vidi grattarsi la testa nervosamente e sulla sua bocca comparve una smorfia.

"Io... ehm... sì ecco, ora dovrei andare, sai. E poi Guido ha detto che voleva vedermi quindi..." Era molto impacciato e non potei fare a meno di sorridere del suo disagio. Sapevo benissimo perché non poteva stare con me e il fatto che lo facesse per proteggere Guido e non sé stesso lo rendeva ancora più dolce.

"Tranquillo, ho capito. Quando Guido chiama, Luigi accorre!" Lui evidentemente fraintese le mie parole, perché si fece subito preoccupato.

"Oh no, ma non è come pensi, rimani tu il migliore amico di Guido! Lui mi parla sempre di te e di quanto gli manchi e il mio migliore amico è Mattia, lo sai! Quello che c'è fra me e lui è diverso, non voglio assolutamente rubarti il tuo amico!" Quel discorso mi fece scoppiare a ridere, perché non stavo affatto pensando a quello. La mia risata confuse maggiormente Luigi che aggrottò le sopracciglia.

"Non volevo insinuare niente Gigi. Puoi stare con Guido quanto vuoi, anzi sono felice che ci sia qualcuno che si prende cura di lui come stai facendo tu. Luca non può di certo spezzarsi in mille e a volte Alex non ha... ecco, diciamo la dolcezza necessaria per lui. Quindi non ti preoccupare, vai pure da lui e anche in fretta prima che Dario ci veda." Gli feci un occhiolino, simbolo del fatto che avevo capito perfettamente il motivo per cui non potesse intrattenersi con me e del fatto che poteva stare con Guido quanto voleva per quanto mi riguardava. Lui mi rivolse un sorriso di gratitudine e alzò un cenno della mano per salutarmi. Quelle poche frasi e gesti stavano a significare per entrambi che continuavamo ad essere amici, ma che per cause superiori non potevamo stare insieme. Lo sapevamo, non ci stavamo bene, ma ce ne facevamo una ragione. Era meglio così per tutti.

Lui se ne stava già andando, quando d'un tratto tornò indietro di qualche passo.

"Quello che dice Mattia... Beh cerca di ascoltare solo una parola su tre di quelle che pronuncia. È abituato a mentire e gli viene molto difficile dire la verità." Detto questo se ne andò definitivamente.

Sapevo bene che quello che aveva detto era vero, mi aveva mentito per quasi tutto il tempo, probabilmente l'unica volta in cui era stato davvero sincero con me era stato quando aveva detto di odiarmi.

Ora il Christian dolce e fragile che fino a poco fa si era seduto a disperarsi in mezzo ad un corridoio, avrebbe lasciato perdere tutto, si sarebbe allontanato da Mattia e avrebbe cercato di sopravvivere fino alla fine dell'anno stringendo i denti. Ma adesso, senza volerlo, Luigi mi aveva fatto scattare qualcosa con quelle parole. L'aveva detto anche lui che Mattia era un bugiardo e l'aveva detto con una tale semplicità da farla quasi sembrare una cosa positiva. Perché? Perché non lo puniva per il fatto di essere un tale stronzo?

No, sparire dalla circolazione sarebbe stato troppo facile per lui, non se lo meritava.

Mi odi Mattia? Mi odi perché mi pensi troppo? Bene, farò in modo che tu mi pensi sempre, così tanto che il tuo odio nei miei confronti diventerà così elevato che non farai a meno di pensare a quanto mi odi ogni secondo della tua futile vita. L'odio è pur sempre meglio dell'indifferenza attuale, no? Almeno è un qualcosa. Almeno penserà a me.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora