14. Okay, di cosa vuoi parlare?

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"Guido, ti posso parlare?"

"Ehm... okay!" Salutò con un cenno i suoi compagni di classe e venne verso di me.

"Ti va se un giorno di questi facciamo un giro insieme?"

"Certo, ma non lo facciamo già di solito?" Chiese, stranito dalla mia domanda. Come minimo ora pensava che avessi una cotta anche per lui.

La domanda successiva gliela porsi con gli occhi puntati sulle mie mani, che non riuscivano a stare ferme.

"E va bene se vengono anche Luigi e Mattia?" Lo vidi sbiancare e per un attimo temetti che stesse per svenire.

"Cosa? No! Qualsiasi cosa tu abbi in testa, scordatela!"

"Per favore, Guì! Gli ho detto che volevi conoscerli..."

"Ma che ti è saltato in testa? Non ho nessuna voglia di conoscerli! Ho detto che avrei cercato di accettare la tua amicizia con Mattia, non che volessi diventare il suo nuovo migliore amico!"

"Ma è questione di qualche minuto! Poi tu con qualche scusa ti allontani con Luigi e lasci me da solo con Mattia."

"Ancora peggio! Io manco lo conosco 'sto Luigi."

"È simpatico." Azzardai.

"Non me ne fotte niente se è simpatico. Non puoi chiederlo a Luca? Lui lo farebbe con piacere!"

"Sì, ma Luca è troppo invadente, farebbe un sacco di domande personali e mi metterebbe in imbarazzo! E poi secondo te come lo spiego a Luca che voglio rimanere da solo con Mattia?"

Lo vidi tentennare un po' così colsi l'occasione per insistere e cercare di farlo crollare.

"E dai, secondo te chi dovrei portare? Alex? Così scoppia una bella rissa? Sei l'unico di cui mi fido, Guì. Farò tutto quello che vuoi."

Gli feci gli occhioni da cucciolo nella speranza di persuaderlo.

"Lo so già che me ne pentirò amaramente, ma... va bene." Gli saltai praticamente addosso.

"Grazie, grazie, grazie! Ti adoro!" Lui si mise a ridacchiare.

"Okay, okay, ti adoro anch'io, ma adesso lasciami che non respiro." Allentai la mia morsa stritolante in cui l'avevo imprigionato, senza però lasciarlo del tutto.

"Allora, quand'è il grande giorno?" Chiese alzato gli occhi al cielo.

"Non lo so. Vado a chiederlo a Matti!" Dissi raggiante staccandomi da lui e facendo già i primi passi verso le scale.

"Sì, come se fosse per questo che vai da Matti." Sottolineò il 'Matti' con un tono canzonatorio, io per tutta risposta mi girai e gli feci una linguaccia, per poi scoppiare a ridere mentre iniziavo a salire le scale.

Non potevo dargli torto. Infondo era vero, ogni singola fibra del mio corpo richiamava la presenza di Mattia. L'avevo visto poco tempo prima eppure già mi mancava, avevo voglia di vederlo... Da quando avevo ammesso con me stesso che forse provavo qualcosa per lui, non riuscivo a smettere di pensarlo, il suo nome risuonava come un eco nella mia testa.

Mattia Mattia Mattia Mattia Mattia Mattia

Ormai era una specie di sottofondo nella mia testa, la più bella musica che avessi mai sentito, a parte la sua voce ovviamente!

Entrai in camera e trovai Mattia seduto sul divanetto che stava leggendo un libro, probabilmente di scuola. Strano, era la prima volta che lo vedevo studiare, studiava anche meno di me. Ed io non studiavo affatto. Quando entrai si voltò verso di me.

"Scusa, non volevo disturbarti, continua pure." Detto questo, si girò e tornò a leggere il suo libro.

Io, non sapendo bene cosa fare, presi il mio laptop e iniziai a cazzeggiare su Twitter. Dopo aver controllato le interazioni e dato una scorsa alla timeline, finii quasi inconsapevolmente sul profilo di Mattia. Gli lanciai un'occhiata di sottecchi giusto per assicurarmi che stesse ancora leggendo il suo libro. Beccarmi mentre lo stalkeravo su Twitter non sarebbe stato il massimo.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora