45. Sono un po' arrugginito

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Il giorno dopo aprii gli occhi lentamente e subito i ricordi della sera prima mi invasero la testa. Un sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra prima che potessi rendermene conto. Tirai leggermente su la testa e vidi che ero rannicchiato contro il petto di Mattia, il suo braccio cingeva la mia vita. Il mio sorriso si allargò ancora di più. Inevitabilmente i miei occhi corsero subito al viso del mio ragazzo.

Ancora non riuscivo a credere di poterlo chiamare in quel modo veramente. Avrei tanto voluto poterlo urlare al mondo, solo che non ero del tutto sicuro di cosa pensasse lui, probabilmente al di fuori di Bergamo preferiva rimanere nascosto. Ma non riuscivo veramente a preoccuparmi di quelle cose in quel momento, riuscivo solo a guardare il suo viso rilassato e a pensare a quanto sembrasse in pace. I capelli gli ricadevano disordinati sulla fronte, così allungai un braccio e glieli scostai con la mano.

Era davvero bellissimo, mi inebriava totalmente qualsiasi senso; quando c'era lui non riuscivo a vedere nient'altro, perdevo completamente la testa. Era una bella sensazione, ma quando finalmente me ne rendevo conto mi sentivo così stupido. Era incredibile quello che riusciva a farmi un semplice ragazzo, non avrei mai pensato di potermi sentire in un simile modo. E probabilmente non mi sarebbe successo mai più.

Avevo provato a pensare a come sarebbe continuata la mia vita se ci fossimo lasciati, cosa che comunque non era così improbabile dati i nostri continui litigi, ma dopo averlo avuto veramente, non riuscivo più ad immaginarmela. Mi sembrava una realtà praticamente impossibile e terribilmente buia, quindi non mi riuscivo proprio a figurarmela.

Decisi inoltre che era giunto il momento di informare anche Luca della situazione, infondo era uno dei miei migliori amici e mi avrebbe capito e forse, con un po' più di calma e delicatezza, lo avrebbe fatto anche Alex. Della sua reazione non ero altrettanto ottimista, ma sapevo che mi voleva bene e quindi forse con il tempo avrebbe imparato ad accettare la cosa. Luca e Guido mi avrebbero sicuramente aiutato a convincerlo; forse avrebbe dovuto passare un po' di tempo con Mattia, in modo da potersi rendere conto lui stesso che non era così terribile. Certo, era più facile a dirlo che a farlo e avrei dovuto parlarne anche con Mattia, il quale a sua volta non è che esattamente morisse dalla voglia di diventare amico di Alex. Ma forse lui avrebbe fatto uno sforzo se glielo avessi chiesto io.

'Faresti questo per me, Matti?' mi chiesi mentre lo guardavo. Prima che potessi davvero rendermene conto, mi stavo piegando verso di lui per baciarlo. Quando mi allontanai, lo vidi strizzare gli occhi per poi sbatterli un paio di volte nel tentativo di mettere a fuoco la stanza. Si bloccò un attimo quando i suoi occhi incrociarono i miei, ma non riuscivo bene a decifrare la sua espressione.

"Che cazzo di ore sono?" Chiese poi senza molta delicatezza e dovetti trattenermi dal ridere. Diedi un veloce sguardo alla sveglia sul mio comodino.

"Sono le nove e un quarto, mi dispiace, non volevo svegliarti." Gli sussurrai in risposta.

"La prossima volta che non vuoi svegliarmi evita di baciarmi, no?" Mi ripose ruvido e già mi stavo spaventando all'idea che potesse essersi arrabbiato. Perfetto, non stavamo insieme neanche da ventiquattr'ore e già litigavamo. Poi però il suo volto si aprì in un timido sorriso.

"Sì, però ehm... Non è che mi sia dispiaciuto come risveglio." Mi disse arrossendo un po'.

"Davvero?" Gli chiesi io illuminandomi.

"Sì, ma non farmelo ripetere, non sono bravo con queste... cose. E inoltre sono un po' arrugginito." Ammise quasi vergognandosi.

"Oh beh, io non sono pratico proprio per niente. Penso di non avere mai avuto una vera ragazza. O ragazzo." Gli dissi allegro.

"Pf, ma per favore! Dire cose sdolcinate ogni minuto sembra essere il tuo talento naturale." Ignorando il mio 'Non è affatto vero!', proseguì chiedendomi se davvero non avessi mai avuto una ragazza.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora