10. Mattia, penso di stare diventando pazzo

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La mattina, io e Mattia la passammo in un bar a fare colazione. Niente di speciale, ma era bello passare del tempo così, come se fossimo davvero amici. E forse lo stavamo veramente diventando, nonostante Mattia continuasse a negarlo.

"Qui vicino c'è un parco, ti va di fare una partita a calcio?" Sorrisi entusiasta a quella proposta.

"Certo, adoro il calcio!"

"Non ti fare illusioni riccio, tanto vinco io."

E in effetti andò così; mi stracciò alla grande, un po' perché era molto più bravo di me, un po' perché mi distraeva. Mattia sudato era, se possibile, ancora più bello.

No Christian! Avevamo detto di smetterla di fare questi pensieri, ricordi? Quindi stop.
Fantastico, ora parlo anche da solo...

"Okay Matti, hai vinto!" Ormai avevo perso il conto da quanto stavamo giocando.

"Vinto? Ti ho distrutto, riccio!"

"Sì sì, come vuoi tu."

Mattia prese una bottiglietta d'acqua lì vicino e se la versò in testa. Io lo imitai subito, più che altro per cercare di risvegliarmi dei pensieri che mi stava provocando quella visione. Beh non servì a molto, per quanto mi sforzassi non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle goccioline che gli scivolavano lungo la faccia o dalla sua maglietta, ora bagnata, che gli aderiva perfettamente il corpo mettendo in risalto i suoi addominali.

Basta Christian, devi smetterla, hai capito? Pensa a Elena D'Amario... pensa a Elena D'Amario...

Per un attimo andò meglio fino a quando i suoi capelli si accorciarono, diventando di un castano più chiaro fino a diventare biondi, e il suo corpo si trasformò in uno maschile. Okay Christian, ho capito qual è il tuo problema: tu stai diventando pazzo. Sì è proprio così, quell'inferno di scuola ti sta facendo ammattire e ora non capisci più niente.

"Mattia, penso di stare diventando pazzo. Secondo te dovrei rinchiudermi in una clinica?" Chiesi mentre mi sedevo sull'erba.

Lo sentii ridere e raggiungermi sul prato mentre asciugava i capelli con un asciugamano. Dio se era bello!

"Perché pensi di stare diventando pazzo, Chri?"

"Io... ehm... beh... ecco..." Balbettai mentre iniziavo a diventare tutto rosso. E adesso cosa mi sarei inventato?

Per fortuna fui interrotto dal suono del mio cellulare. Vidi che era una chiamata. Di Alex. Okay, forse avevo parlato troppo presto. Presi un respiro profondo e risposi:

"Pronto?" Sentivo la mia voce tremare.

"Ciao Christian, ti stai divertendo in città con il tuo amichetto Mattia? Ieri quando Luca mi ha detto che eri con lui ho sperato fino all'ultimo che stesse scherzando e che tu fossi malato, ma a quanto mi sembra di capire stai bene..."

Stetti zitto incapace di rispondere. La sua voce era quasi minacciosa, mi faceva paura. Era arrabbiato e tanto.

"Ehi Cuppy, stai bene? Chi è al telefono?" Probabilmente dovevo avere una strana faccia perché Mattia sembrava davvero preoccupato. Cercai di sorridere e scuotere la testa, per fargli segno che era tutto a posto.

"Oh ma che dolci, vi date anche i soprannomi adesso?" Continuavo a non rispondergli, ero come paralizzato.

"Cos'è, Mattia ti ha mangiato la lingua? Comunque non c'è problema, avremo il tempo di parlarne bene quando tornerai a scuola." Poi quasi in un sussurro che non sapevo neanche se fosse rivolto a me aggiunse "Se tornerai a scuola..." Detto questo attaccò.

Io scaraventai il cellulare sull'erba.

"Christian? Cos'è successo?" Mi chiese mentre recuperava e mi porgeva il mio cellulare.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora