31. Davvero credi che io sia sexy?

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Dopo la lezione di economia dovetti correre in camera perchè quella mattina, speranzoso del fatto che a marzo iniziasse a far caldo, avevo lasciato la felpa in stanza. Conclusione: erano quattro ore che stavo congelando e non c'è stato neanche un cazzo di professore che mi ha mandato a recuperare una fottutissima felpa.

Ovviamente non potevo neanche andare fra una lezione e l'altra perché i professori insistevano con la storia che avevo fatto 'troppi ritardi e troppe assenze' e 'se avessi continuato in questo modo avrebbero chiamato i miei genitori'. Ma che cazzo di scuola era quella? Ero al college, mica alle scuole elementari, non potevano chiamare i miei per ogni cosa che facevo! Quindi mi toccava andarla a prendere ora, con la conclusione che ci sarebbe stata sicuramente una fila infinita in mensa quando sarei arrivato io.

Entrando mi scontrai con Mattia che si accingeva ad uscire. Ovviamente lui aveva saltato tutte le lezioni senza farsi alcun problema. I professori a lui non dicevano niente, probabilmente perché persino loro ne erano spaventati.

"Ehi Matti, se mi aspetti un attimo recupero una felpa e poi andiamo insieme in mensa." Presi la prima felpa che trovai, ossia quella sul divano.

"Ehm... okay." Lo vidi un po' esitante nella risposta. "Però oggi sto con Luigi. Scusa riccio, ma è da un po' che non ci parlo seriamente. Mi manca." Aggiunse con un'alzata di spalle.

Ero invidioso di come parlava di Luigi, il suo tono era così dolce e non si vergognava, non nascondeva, tutto l'affetto che provava per lui. Sembrava voler dimostrare di essere orgoglioso di essere suo amico. Mi chiesi se avrebbe mai parlato così di me, magari proprio a Luigi.

"Ti capisco." Risposi sospirando. "Anche a me piacerebbe passare un po' di tempo con il mio migliore amico ma sai com'è..."

Guido mi mancava davvero tanto, mi mancava la sua allegria, la sua spensieratezza, le sue battute squallide, quasi peggio delle mie, vedere le sue guance arrossarsi quando iniziava ridere o i suoi occhi brillare quando vedevano qualcosa che gli piaceva. Ma soprattutto mi mancavano i suoi consigli e i suoi abbracci. Anche questa cosa di non poter raccontare niente di me e Mattia mi stava soffocando, ma sapevo di non poterlo dire a nessun altro. Non che non mi fidassi di Luca, ma sentivo che il primo che doveva saperlo fosse Guido e se non potevo dirlo a lui, beh, allora non l'avrei detto a nessuno.

"Scusa riccio, mi piacerebbe davvero tanto sentirti mentre ti lamenti..." Mi disse ironico. "...ma è davvero tardi e fra poco chiudono la mensa. Non so te, ma io voglio mangiare."

"Okay okay, mi muovo!" Esclamai mentre la sua mano sulla mia schiena mi spingeva fuori.

Appena fuori iniziò a squadrarmi. "Ehi, ma quella è la mia felpa!"

Io mi misi a ridere. "Ah sì?" Dissi facendo il finto tonto. "Ecco perchè mi sta così piccola!"

"Stai zitto, Christian." Socchiuse leggermente gli occhi per l'irritazione. "Io sono perfettamente nella media, sei tu che sei un gigante!"

Ridacchiai e mi piegai leggermente per raggiungere il suo orecchio. "E dai Matti, lo sai anche tu la verità, sei un piccolo nanetto." Mi guardò male. "Magari possiamo trovare una soluzione." Proseguii. "Scommetto che staresti da Dio con un paio di tacchi."

Mi diene uno spintone allontanandomi dal suo corpo. "Ma vaffanculo!" Si mise a urlare. "Sarò gay, ma non arrivo a certi livelli!" Io inevitabilmente risi.

"Uh, quindi vuoi farlo sapere a tutta la scuola? Pensavo che aver traumatizzato la cameriera fosse stato sufficiente."

Iniziò a camminare a passo di marcia verso la mensa cercando di seminarmi, ma avendo le gambe più lunghe delle sue lo raggiunsi in fretta.

Stanza 258 || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora