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Avevano parlato a lungo, Morean gli aveva spiegato ogni cosa per filo e per segno, il commercio del padre di Isabelle, le varie ipotesi del dottore. Seth conosceva monsieur Gérard De La Fontaine, ma non personalmente. Sapeva che era un commerciante molto stimato da tutti per i suoi tessuti di ottima qualità, era una persona umile e di buon cuore e la triste notizia della tragica morte di sua figlia aveva scosso tutta Parigi.

Seth aveva promesso a Morean che si sarebbe fatto sentire presto. Voleva parlare con alcuni dei suoi contatti nel campo tessile.

Così Morean tornò a casa, un pochino più sollevato dal fatto che almeno stavano iniziando a fare qualcosa, la sua ricerca stava prendendo forma, anche se erano appena agli inizi. Seth era un vampiro che sapeva il fatto suo, aveva modi concreti di fare e gli infondeva un po' di coraggio. Sperava tanto di riuscire a trovare il colpevole, quell'essere schifoso era degno solo della morte per quello che aveva fatto ad Isabelle.

Gli mancava così tanto! Erano passati solo pochi giorni dal funerale, ma a Morean parevano un'eternità. E lui, purtroppo, aveva davvero un'eternità davanti a sé. Un'eternità di solitudine e di rimpianto, di tristezza e di dolore. Niente gli avrebbe mai più ridato la sua Isabelle. Non pensava che un amore così grande potesse fare anche così tanto male, aveva l'anima ridotta a brandelli, dilaniata dal tormento e, anche se il suo cuore non batteva più, era come se stesse sanguinando.

L'unico piccolo conforto che aveva erano le attenzioni di quello strano animale che aveva incontrato nel bosco. Sembrava che a Ebony mancasse proprio la parola. Quando rientrava a casa, lei gli andava incontro miagolando e muovendo delicatamente la coda: gli passava in mezzo alle gambe, strusciando il suo manto scuro sui pantaloni.

Era una gatta dolce ed affettuosa, come non ne aveva mai visto prima. Quando Morean si sedeva sulla poltrona, affranto dai suoi pensieri, lei gli saltava sulle ginocchia e faceva le fusa, leccando dolcemente le sue mani, aprendo e chiudendo i suoi occhi felini. Sembrava quasi che Ebony sapesse esattamente di cosa avesse bisogno, sembrava che ogni volta volesse consolarlo e rassicurarlo.

Morean era contento di aver trovato quell'amica così preziosa: era così dolce ed ogni giorno che passava le si affezionava sempre di più. E quegli occhi azzurro ghiaccio così intensi da sembrare che gli leggessero l'anima... Erano come quelli di Isabelle. Anche il comportamento di Ebony era uguale al suo, sempre attenta alle sue necessità.

Ora che rifletteva meglio, aveva incontrato Ebony proprio il giorno del funerale di Isabelle, ed era comparsa dal nulla questa gatta... C'era qualcosa di molto strano che ancora non riusciva a capire o, forse, aveva paura ad ammetterlo perché, se veramente fosse stato come lui stava iniziando ad intuire, si trattava di un qualcosa davvero fuori dal normale, di trascendentale. Era mai possibile che l'anima di Isabelle si fosse reincarnata nel corpo di un gatto dopo la sua morte? Ma cosa stava dicendo! Questa era pura follia! Eppure quella gatta che viveva lì in casa con lui, il suo carattere dolce, e quegli occhi identici a quelli di Isabelle... e il modo in cui l'aveva trovata nel bosco... Se solo Ebony avesse potuto parlargli! Ah, stava impazzendo, ma dentro di sé sapeva che Isabelle viveva, anzi, riviveva in Ebony!

Da quel giorno, Morean ed Ebony divennero inseparabili. Era un po' come avere ancora del tempo da trascorrere insieme alla sua Isabelle. Certo, era alquanto strano, ma la sua compagnia era la cosa più preziosa che ci fosse al mondo. Coccolava Ebony con infinita tenerezza, le accarezzava dolcemente la testa e le zampe, la baciava delicatamente sul naso ed Ebony gradiva ogni coccola di Morean, facendo fusa a profusione e mostrando il ventre in segno di estrema fiducia nei suoi confronti, in quella tipica posizione che contraddistingue i gatti.

Morean le aveva preparato un piccolo giaciglio vicino all'armadio, nella sua camera da letto. Per un po' di tempo Ebony dormì lì, ma una notte saltò sul letto dove Morean stava dormendo, si acciambellò vicino a lui, fra la piega delle gambe e lo stomaco e dormirono insieme così ogni notte seguente.


Morean Il VampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora