Morean Il Vampiro

9.

Seth era riuscito a scoprire qualcosa. Aveva parlato con un suo amico umano fidato della triste storia di Isabelle, e questi gli aveva detto che poteva trattarsi di una specie di ripicca di qualche collega del padre. Ormai l'ambiente del commercio era diventato spietato, non era più come una volta dove tutti andavano d'accordo, fatta eccezione per i soliti litigi e piccole scaramucce. Adesso bisognava essere più cauti, un po' perché in tutto il mondo le richieste e le vendite delle varie merci stavano salendo alle stelle per via della nascita fiorente delle città europee, e anche perché in città era giunto da tempo un nuovo mercante. Proveniva dall'Olanda, nel nord Europa e anche lui commerciava sete e tessuti. Si faceva chiamare Steinar Van Der Meer. Dicevano che nella sua attività era un mercante avido e cinico, nonostante la sua giovane età: aveva sempre sete di soldi e non si lasciava sfuggire nessun tipo di affare, doveva essere sempre lui il migliore di tutti, anche a costo di tramare sordidi piani contro chi gli intralciava il cammino. Era una persona perfida e senza scrupoli e non si fermava davanti a nulla.

Questo poteva essere un buon inizio. Seth non perse tempo e si recò subito da Morean.

" Grazie, Seth, ottimo lavoro. Ora dobbiamo cercare di capire qualcosa di più, i traffici di questo Van Der Meer, i suoi contatti, sempre che abbia qualcuno, visto che, stando a quello che si dice, deve andare d'accordo solo con se stesso. "

" Domani andremo al mercato di Paris Saint-Germain. Mi hanno detto che si trova lì. E poi studieremo la situazione, vedremo cosa potremo fare. Bisogna stare molto attenti a non dare nell'occhio, Morean, bisogna indagare con discrezione, chiedendo alle persone giuste. Le spie sono dappertutto. "

Detto questo, Seth se ne andò via.

Quella notte Morean non riusciva a dormire, troppi pensieri gli affollavano la mente, avrebbe voluto mettere le mani su quel verme e fargliela pagare amaramente, ma non erano ancora sicuri che fosse realmente lui il colpevole. Il suo cuore era in preda a sentimenti violenti, ma avrebbe aspettato.

Ebony dormiva beatamente vicino a lui, e il suo calore lo confortava. Finalmente riuscì a prendere sonno, ma non fu un sonno tranquillo. Immagini oscure di figure incappucciate turbinavano nella sua mente, boschi infestati da fantasmi tormentavano i suoi sogni agitati. Quando, ad un certo punto, la nebbia si dissolse dal bosco, ed una figura di giovane donna si avvicinò: aveva un lungo vestito bianco, sembrava quasi eterea... Morean si accorse che era la sua Isabelle! E, a fianco a lei, camminava una gatta nera dagli occhi azzurro ghiaccio. L'atmosfera era tesa nel sogno. Isabelle stava chiedendo aiuto a Morean.

" Morean, amore mio, aiutami! Aiutaci! "

" Isabelle... io... cosa posso fare? "

" Segui la via della seta... aiutaci! Ebony ti starà accanto... "

La figura svanì e il sogno terminò bruscamente. Morean si sveglio di soprassalto e frastornato. Prese il suo fazzoletto di lino e si asciugò il velo di sudore sanguigno che gli copriva la fronte. Aveva sognato Isabelle e lei lo aveva aiutato, indicandogli la strada da seguire, e gli aveva anche confermato quello che lui aveva sempre pensato fino ad ora: Ebony era Isabelle, in un modo che lui ancora non sapeva spiegarsi, ma era così.

Il mattino dopo Morean e Seth erano al mercato. C'era un viavai di gente incredibile: chi stava montando i tendoni dei banchi, chi sistemava enormi casse e chi stava già curiosando in strada.

Erano giunti davanti ad un banco che esponeva i più bei tessuti e sete mai viste: velluti e rasi dai mille colori, rifiniture perfette con ricami deliziosi. Doveva essere proprio questo il tendone di Van Der Meer. Un giovane di corporatura esile stava scrivendo su dei libri, forse note di fatture o documentazioni. Aveva capelli castano scuro raccolti in un legaccio appena sopra le spalle, il viso magro e spigoloso denotava scaltrezza e anche una certa antipatia, il tutto accentuato da un naso aquilino.