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Cordelia aveva comprato il biglietto di sola andata per la nave. Erano rimasti soltanto pochi posti disponibili sull'ultima corsa della nave che salpava proprio quella sera e Cordelia percepì questo fatto come un segno del destino. Doveva partire il prima possibile, doveva mettere chilometri e chilometri fra lei e quel bel vampiro biondo che quasi le aveva rubato il cuore. Ritornare nella sua vecchia casa a Quarto Oggiaro, vicino a Milano, era una grande emozione, nonostante tutto. Avrebbe potuto fare molto più in fretta usando i poteri magici che aveva, essendo una delle tre parche, ma, a dire la verità, questi poteri alla fine lei non li voleva e cercava di usarli il meno possibile. Quindi l'aspettava un bel viaggio rilassante sull'Atlantico. Dopo aver salutato tutti i suoi amici, e in particolare modo Dorian, uscì per tempo e si recò al porto. Non c'era tanta gente a quell'ora della sera. Meglio così. La confusione le dava fastidio. Aveva bisogno di stare tranquilla con se stessa per riordinare i pensieri e anche i sentimenti. Non aveva nessun rimpianto, partire era l'unica cosa giusta da fare. Mentre era seduta su una panchina, in attesa che arrivasse la sua nave, sentì chiamare il suo nome da distante.

Qualche ora prima, una nave commerciale proveniente dalla Grecia aveva fatto scalo a New Orleans. Il personale viaggiante aveva scaricato enormi casse di legno in porto e, in quel trambusto, nessuno notò un'ombra veloce e furtiva uscire dall'interno della nave. La figura misteriosa si nascose fra i vicoli vicino al porto e, col favore dell'oscurità, aspettò il momento opportuno per passeggiare nei dintorni. Aveva voluto fare una sorpresa ai suoi vecchi amici, una grande sorpresa, senza preavviso. La vita ad Atene non era poi così male. Come aveva previsto, nessun mortale si ricordò di lui quando rientrò nella sua patria. Era finalmente ritornato nella sua terra natale, la terra che l'aveva visto nascere mortale e che lo aveva anche visto rinascere come essere immortale. Un vampiro. Un vampiro con ancora le sembianze umane, e quelle sembianze umane appartenevano ad un disertore delle guardie reali. A quei tempi non aveva avuto nessun'altra scelta se non quella di scappare dalla Grecia e rifugiarsi in Francia. Adesso, Seth si aggirava solitario per il porto. Camminava avanti e indietro, con un fare quasi nervoso. Eppure non avrebbe dovuto essere nervoso, dato che era ritornato dai suoi amici di vecchia data. Forse si sentiva in colpa per averli abbandonati mesi fa, quando erano sulla nave di ritorno dalla Moldavia? Si sentiva un vigliacco? O, piuttosto, temeva che i suoi amici non l'avessero accolto con l'entusiasmo e l'affetto che lui si aspettava? La sua testa rimuginava questi pensieri infelici, quando si accorse che una donna si era seduta su una di quelle panchine poco distanti. Aveva un'aria familiare quella donna, anche nell'oscurità lui poteva scorgere perfettamente i lineamenti di una persona, come se fosse stato in piena luce. La conosceva, ma non poteva avvicinarsi più di tanto, perché, se si fosse sbagliato, avrebbe fatto una pessima figura. Ma era sicuro di conoscerla, o era solo la sua mente che, in preda ai rimorsi, gli faceva brutti scherzi? Eppure sembrava proprio lei, Cordelia, con i suoi capelli mossi e neri, sciolti sulle spalle. Decise di rischiare il tutto per tutto e chiamò la donna sulla panchina.

" Cordelia! Cordelia, sei proprio tu? "

Cordelia si girò bruscamente, quasi un po' impaurita nel sentirsi chiamare nel buio della sera, ma quando vide la persona che la stava chiamando, un sorriso raggiante comparve sul suo volto. Un uomo di bell'aspetto, alto, con capelli lunghi e scuri e un pizzetto che gli donava un'aria signorile, era lì in piedi. Ma era Seth! L'amico di Morean! Cordelia gli andò incontro e si strinsero in un abbraccio.

" E' bello rivederti, Seth! Dopo tutto questo tempo! "

" Anche per me, Cordelia! Ma cosa ci fai qui al porto? Sei per caso in partenza? "

" Si, ho deciso di ritornare a casa. Ormai il mio tempo qui è finito. Ma tu che cosa stai aspettando qui al buio? Perché non vai da Lucien e dagli altri? Saranno così contenti di rivederti, Seth! "

In quel momento, una nave giunse in porto, una nave possente e tutta illuminata. Era la nave di Cordelia. I due si salutarono di nuovo e Cordelia si avvicinò alla banchina dove la nave stava attraccando. Seth indugiò ancora un po', e poi si incamminò verso la città. Non gli piaceva fare visita agli amici verso sera, gli sembrava quasi di disturbare. Se solo non avesse tentennato così tanto quando era arrivato a New Orleans ore fa. Ma adesso niente aveva più importanza. Adesso doveva affrontare questo altro incontro, il più importante, il più temuto.

Quella stessa sera, Selene e Hily partirono per l'Olanda. Partirono ugualmente insieme anche se, fra di loro, erano nate delle incomprensioni. Hily desiderava ardentemente tornare a casa, respirare l'aria europea. Ne aveva avuto abbastanza dell'America e di quei vampiri. Usarono i loro poteri magici di streghe per compiere il tragitto nel minor tempo possibile. Uscirono fuori in giardino e, in un battito d'ali, scomparvero dalla vista dei loro amici.

Arrivarono a Rotterdam che era già mattino. Dannato fuso orario. Hily non si intromise nella discussione fra Selene e i loro genitori. Sapeva che suo padre non avrebbe mai accettato la decisione di Selene, ma era anche vero che sua sorella minore sapeva badare a se stessa. L'unico rammarico che aveva era quel conto in sospeso con Selene. Erano sempre state molto legate fin da piccole e le dispiaceva parecchio aver litigato con lei a New Orleans.

Selene era in camera sua. Stava mettendo le cose più importanti in un borsone. Alcuni vestiti, libri e amuleti. Non aveva molto da portare con sé. Per tutta la casa risuonavano le urla di rabbia e di disappunto di suo padre Viktor, mentre sua madre Amanda cercava di calmarlo e di farlo ragionare inutilmente. Poteva sbraitare quanto voleva, lei non avrebbe mai cambiato idea. Poi Hily comparve sulla soglia della porta, con un'espressione di dolcezza e malinconia.

" Ascolta, sorellina, non voglio che ci lasciamo così, senza più parlarci, senza più sorrisi fra di noi. Tu hai scelto la tua strada e ne hai tutto il diritto. Anche se sarai lontana ti vorrò sempre bene, piccola peste! Ma promettimi che almeno qualche volta ci vedremo. "

" Oh Hily! Lo sai che non sarei mai potuta partire con questo peso nel cuore. Ti sarei venuta a cercare. Ci siamo sempre dette tutto, con sincerità e semplicità, e voglio che sia sempre così! "

Le due sorelle si strinsero in un forte abbraccio, pieno di significati. Avevano fatto pace, tutto si era risolto fra di loro. Adesso Selene sarebbe potuta partire a cuor leggero.

Seth era arrivato davanti alla villa di Lucien. Era sera e le luci delle case nella via si riflettevano sulla strada. Rimase ancora un po' lì fuori, incerto se entrare o no. Come mai si era rammollito così tanto? Un tempo era diverso, un tempo era più intransigente e non si sarebbe mai fatto scrupoli. Che fossero stati i sentimenti a cambiarlo? Non aveva mai avuto molti nella sua lunga vita, era sempre stato un solitario, a parte qualche conoscenza di convenienza. Ma da quando aveva incontrato Morean e Isabelle e poi tutti gli altri, aveva conosciuto il vero significato dell'amicizia. Voleva bene a Morean come ad un fratello, e gli era mancato in quei mesi che aveva vissuto ad Atene. Ora basta perdere tempo, doveva entrare in quella casa e rivedere i suoi cari amici.


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