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Il sangue stillava lentamente dal corpo di Dorian, goccia dopo goccia, controllato da una forza malvagia e crudele. Per la legge di gravità avrebbe dovuto scorrere molto più velocemente dai fori e dissanguarlo in poco tempo, ma il sadismo di Belial faceva si che tutto scorresse lentamente, si gustava la scena con piacere. Neanche la furia dell'altro vampiro lo preoccupava minimamente. Lui era un demone della peggior specie, era uno dei più potenti demoni dell'Inferno e non aveva paura di niente di nessuno: era lui che infliggeva atroci sofferenze e terrorizzava gli animi più fragili.

Ma non sempre le cose vanno secondo i piani e ben presto anche Belial avrebbe conosciuto i capricci del fato.

Belial volle provocare Morean, quel vampiro così stolto da pensare di poter fronteggiarsi con lui, non aveva nessuna possibilità contro di lui. Sul volto di Belial affiorò quel suo ghigno malefico che sa di follia e tuonò contro Morean:

" Tu, vampiro stolto ed insolente! Cosa credi di fare? Non sai chi sono io? Belial il Malvagio è qui di fronte a te e tu non sei altro che un piccolissimo insetto insignificante, pronto per essere schiacciato, ah ah ah! "

Morean era colmo di rabbia e di risentimento, di odio verso di lui e questo essere aveva ancora il coraggio di schernirlo, di prenderlo in giro a questo modo? Però non aveva tutti i torti, Seth lo aveva avvisato che è praticamente impossibile tentare uno scontro con un demone. Lui è un vampiro molto forte e coraggioso, ma a volte forza e coraggio non sono sufficienti quando si ha a che fare con esseri malvagi sovrannaturali, appartenenti al mondo degli inferi. Un demone è molto più forte di un vampiro e questo Morean lo sapeva. A parte che fino a quel momento non aveva mai visto un demone da vicino, tanto meno non aveva mai combattuto uno scontro con uno di loro. Ma la sua rabbia era più forte di qualunque ragione, Dorian stava rischiando la vita per colpa sua e avrebbe fatto di tutto per salvarlo.

In quella zona del bosco era calata una fitta oscurità, più scura delle altre notti, il vento ululava fra gli alberi acquistando velocità e portando con sè le foglie sparse sul terriccio. Nessun animale notturno osava avvicinarsi, il pericolo mortale era percepito dai loro sensi e il silenzio era l'unico rumore, accompagnato dai fischi del vento.

Morean aveva lo sguardo duro e truce fisso su quell'essere, la sua faccia era contratta in una maschera di odio e rancore. Non aveva nessuna intenzione di lasciarsi intimorire e avanzò di qualche passo, in segno di sfida.

" So chi sei e non mi fai paura, mostro! Io sarò anche un insetto insignificante, ma so usare il cervello più di te che sei tanto grande e grosso e parli tanto, ti credi forte e libero e invece sei sottomesso come uno schiavo a tua insaputa! "

Belial fu visibilmente irritato da questo affronto, nessuno aveva mai osato mancargli di rispetto, lui era il grande demone assoluto, impeccabile sotto ogni aspetto, schiavo di nessuno, padrone di se stesso soltanto e questo vampiro lo stava insultando a suo rischio e pericolo. Lo avrebbe punito.

" Vedo che hai fegato, ragazzo, ma stai scavando la tua fossa con le tue stesse mani! Ti sei meritato una bella punizione! Vedrai di cosa sono capace! "

Seth aveva tentato in tutti i modi di rianimare Nikolas, ma senza ottenere nessun risultato. Non riceveva niente da lui, il vuoto assoluto, e questo perché Nikolas era svenuto, sperava che lo fosse perché pensare che fosse morto era un pensiero troppo terribile. Era molto probabile che i suoi poteri di vampiro fossero stati momentaneamente neutralizzati da una forza demoniaca: se questa forza fosse stata sconfitta allora Nikolas sarebbe tornato in vita e avrebbe potuto curare le ferite con il suo stesso sangue. Bisognava distruggere il grosso demone, Seth era più che sicuro che era lui il centro del potere e che anche la possessione di Nathalia fosse stata causata da lui. Per il momento non c'era più niente da fare per il povero Nikolas. Il suo corpo era freddo, molto freddo, e aveva perso molto sangue. Quello stato di incoscienza causato dal violento scontro col macigno lo stava trascinando in luoghi bui ed oscuri e se non lo avessero aiutato al più presto, forse Nikolas sarebbe morto davvero.

Seth tornò al cimitero, camminando svelto in mezzo agli alberi senza farsi vedere. Morean si era lanciato su Nathalia e l'aveva stesa in poco tempo. Ben fatto! Un punto a loro favore anche se la parte più difficile doveva ancora arrivare. Ma quando Morean fronteggiò così sfacciatamente Belial, Seth si sentì quasi mancare il terreno sotto ai piedi. Cosa diavolo gli era passato per la testa? Stuzzicare un demone era controproducente, poteva finire molto male. Trattenne il fiato, pronto ad intervenire in qualsiasi momento per aiutare Morean.

Morean non aspettava altro che far infuriare Belial, lo voleva provocare per fargli perdere la sua fredda lucidità, sapeva che doveva avere un punto debole e fra tutte le storie che aveva sentito raccontare sui demoni, se ne ricordava una che diceva che i demoni amano parlare con le loro vittime, cercano di manipolarli e confonderli con tante parole, verità miste a bugie, e più parlano più si sentono invincibili, sentono di avere le loro vittime in pugno. Ed è proprio in questi momenti che subiscono le peggiori sconfitte.

Solo che Morean non era un prete esorcista, ma era un vampiro molto forte, era uno squartatore e il suo fuoco feroce avrebbe potuto rallentare Belial e, insieme a Seth, sarebbero anche riusciti a fermarlo in qualche modo.

Morean non lasciò neanche il tempo a Belial di pensare alla sua prossima mossa, si lanciò su di lui con una furia che non aveva mai sentito prima, si sentiva animato da una forza ben superiore a quella dello squartatore che aveva sempre conosciuto. Eppure non c'era stato nessun cambiamento in lui di cui fosse a conoscenza. Era ancora più veloce di prima, più veloce della luce e quando si scagliò contro il demone, dal petto di Morean salì un ruggito bestiale che mandò in frantumi i resti delle lapidi che salivano dal terreno. Un nuovo fuoco animava l'anima del vampiro, una nuova luce brillava nei suoi occhi color delle fiamme.

Con un potente balzo saltò addosso a Belial e gli mollò un terribile pugno in faccia. Ma Morean non aveva fatto bene i conti, non sapeva che la pelle dei demoni è molto molto dura, quasi simile alla pietra, questo non lo aveva accennato nessuno nei racconti, e quella di Belial era la più dura e resistente di tutti. Nonostante i vampiri abbiano una soglia molto alta del dolore, l'impatto fu pesante per Morean. Le scaglie che ricoprivano il volto del demone si infilarono nella mano di Morean come lame taglienti, il sangue colava dal pungo chiuso, ma Morean resistette ugualmente, digrignò i denti per attutire il dolore, i canini sporgenti dalle sue labbra.

Belial non si aspettava un attacco così diretto, così impavido e ne fu sorpreso. Non si aspettava neppure di sentire il colpo così forte sul suo viso. Non era possibile che quel vampiro avesse così tanta forza, eppure quello che Belial avvertiva era il bruciore di un taglio alla guancia, non c'erano dubbi. La sua corazza era stata scalfita! Non era mai successo prima d'ora! Rimase disorientato e perplesso, quasi impaurito dal fatto che potesse avere dei punti deboli nascosti di cui nemmeno lui stesso ne era a conoscenza.

Seth assistette alla scena col sudore sulla fronte: quel ragazzo era davvero testardo, ma doveva riconoscere che sapeva il fatto suo, anche se agiva sempre d'impulso. Approfittò di questo momento di distrazione per entrare in scena ad aiutare Morean. Si lanciò dritto su in cielo per poi piombare giù a tutta velocità sulla testa di Belial con le mani giunte in un pugno di ferro. Se Morean era riuscito a sfregiargli il volto, allora anche lui avrebbe potuto ferirlo in qualche modo. Doveva stare solo attento a quel brutto paio di corna che aveva sulla testa, non sarebbe stato bello bucarsi le mani a quel modo.

Ma Belial non si fece cogliere di sorpresa una seconda volta. Alzò il suo braccio senza nemmeno voltare la testa e la discesa di Seth fu arrestata in modo violento, scaraventandolo a terra. Ora sul volto di Belial c'era di nuovo il suo ghigno malefico.

Si diresse verso Morean con furia incontrollata, pestando rumorosamente ad ogni passo i suoi zoccoli sul terreno, facendo saltare in aria le pietre, gli occhi lampeggiavano fulmini rossastri. Era fuori di sé per aver ricevuto quegli attacchi, stava perdendo la sua lucidità, il suo interesse adesso era concentrato su quel vampiro che aveva osato sfidarlo. Morean lo aspettava, accumulando dentro di sé una collera accecante guidata da una forza interiore: con i pugni chiusi e i piedi ben piantati a terra, si preparò allo scontro, pronto a scattare verso il demone come una belva selvaggia.


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