Lassù non si stava poi così tanto male, c'erano un sacco di persone con cui poter parlare, ma se da un lato questo faceva piacere, dall'altro lato faceva riflettere parecchio.
Era come essere vivi, ma in un'altra forma. Ognuno aveva i vestiti che indossava al momento della sua 'partenza' : c'era chi era venuto via di sua spontanea volontà, accettando il suo destino in modo naturale, e c'era chi, come lei, era stato chiamato troppo presto e in modo troppo violento. Lassù si raccontavano le loro storie e lei ne aveva ascoltate talmente così tante che stentava a crederci.
Lei lo aveva visto da lassù, aveva visto tutto quello che era successo, tutto quello che lui aveva fatto, anche se non approvava la sua vendetta, o almeno la approvava solo in parte. E aveva anche visto la sua vera natura di creatura delle tenebre e questo l'aveva spaventata un po' all'inizio, per lei i vampiri esistevano solo nei racconti di sera intorno al fuoco, o nei libri che aveva letto. Non era scioccata, non era spaventata a tal punto da provare ribrezzo e orrore, no, questo mai. Era solo sorpresa da questa rivelazione, ma neanche poi tanto così sorpresa alla fine. E a dire il vero questo non sarebbe stato nemmeno un problema, come invece lui aveva pensato. Il vero problema era non potergli stare accanto come lei aveva sempre desiderato, e vederlo da lassù, così triste e affranto, le aveva spezzato il cuore ogni volta. Vederlo ma non poterlo aiutare, non poter fare niente di concreto per alleviare il suo dolore. Questo la distruggeva.
L'unica cosa che, forse, lei poteva fare era entrare nei suoi sogni: poteva apparigli, poteva parlargli e toccarlo, proprio come se fosse ancora viva, ma erano brevi momenti che lui poteva scambiare per fantasie e sensazioni. No, lui non stava impazzendo, non stava avendo allucinazioni, avrebbe voluto urlarglielo da lassù che era tutto vero, che era proprio lei che gli stava parlando e non un'immaginazione della sua mente, ma non sapeva come fare, non poteva avvicinarsi a lui più di così, solo nei sogni.
Si struggeva a sentirlo soffrire così tanto. Aveva cercato di farlo ragionare in uno di quei brevi momenti, di dargli un po' di coraggio per andare avanti. Si era fatta vedere forte davanti a lui, anche se poi, dentro, lei stava male quanto lui, anche se lui, alla fine, non aveva visto altro che un fantasma o un'illusione, solo una proiezione. Ma in qualche modo lui era riuscito a trarre un piccolo aiuto da queste sue apparizioni, lei era riuscita a confortarlo un po' con le sue parole ed i suoi gesti. Ma chi avrebbe confortato lei? Anche lei soffriva e si tormentava, non si dava pace per questa situazione: non sopportava più di poterlo vedere senza mai poterlo toccare ed abbracciare veramente.
Poi Morean partì ed Isabelle ne fu felice, almeno lui aveva altro a cui pensare e poi c'era Ebony con lui, erano così carini insieme! Ma le mancava così tanto il suo Morean! Stava sempre a guardarlo, ogni ora, ogni giorno della sua vita sulla terra, guardava tutto quello che lui faceva. Lassù non c'era la cognizione del tempo, non esisteva, e anche se era un posto bellissimo, per Isabelle era una condanna senza fine. Fino a quando qualcuno decise che, tutto sommato, Isabelle poteva ritornare sulla terra, ma non sarebbe ritornata in forma umana, questo no, era proprio impossibile, poteva tornare solo in una forma più eterea, quasi incorporea, quasi come un angelo. E soltanto Morean avrebbe potuto vederla. Ma bisognava aspettare che la nave giungesse sulla terraferma. Per Isabelle fu una gioia immensa e non finì mai di ringraziare chi le aveva fatto questo immenso dono.
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Morean Il Vampiro
VampireParigi, fine 1800. Un incontro inaspettato fra un vampiro dai modi gentili e una ragazza di buona famiglia cambierà le loro vite. Per sempre. Dovranno affrontare pericoli mortali e nemici, risolvere misteri ed inganni, ma non saranno soli. Nascerann...