Fu Isabelle a svegliarsi per prima, e Selene ne fu molto contenta, temeva che non si sarebbe mai più risvegliata. Tutti erano in apprensione per lei dopo quello che era successo. Isabelle si sentiva strana nonostante avesse riposato un paio d'ore, forse era l'effetto di quel viaggio astrale che aveva fatto prima, ma c'era qualcosa che non andava, ma ancora non sapeva dire che cosa fosse con precisione, erano solo sensazioni, avvertenze.
" Fai attenzione Isabelle, non ti sforzare troppo, sei ancora debole. Vieni, scendiamo, andiamo dagli altri. "
" No Selene, prima voglio andare da Morean, sai dov'è? "
" Penso che anche lui stia riposando in una delle camere qui vicino. Andiamo a cercarlo."
Uscirono dalla stanza e controllarono in quale altra camera fosse. Lo trovarono, dormiva profondamente e non si accorse che Isabelle era entrata. Selene li lasciò da soli e scese in sala dagli altri.
Isabelle rimase ferma a guardarlo dormire, il suo bel Morean: non voleva svegliarlo, anche lui aveva bisogno di un sonno ristoratore e così rimase in silenzio per qualche tempo. I suoi lineamenti fini pur essendo un uomo, la barba che gli era cresciuta in questi giorni, i suoi capelli lunghi un po' scompigliati... Gli sfiorò dolcemente il viso e gli prese la mano. Morean si svegliò e aprì gli occhi, in un primo momento non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, era confuso, poi vide Isabelle lì vicino a lui e si ricordò.
" Isabelle! Ti sei svegliata! Sono felice di vedere che stai bene! Io.. mi dispiace tanto, so cos'ho fatto e mi dispiace davvero... Hai sentito male? Ti ho colpita? Perdonami! "
Morean quasi piangeva, ma Isabelle lo abbracciò e cercò di calmarlo.
" Stai tranquillo, non è successo niente, vedi siamo qui entrambi e stiamo bene, e questo è l'importante. Ti senti un po' meglio adesso? Hai dormito un po' ? Questa notte spero che sia l'ultima notte della maledizione. "
" Si sto bene, e tu hai riposato, Isabelle? Lo spero davvero, non ce la faccio più, sta diventando troppo pesante, non credevo che potesse essere così faticoso... Soprattutto per la mente, è come se qualcosa di maligno ti comandasse il cervello e tu non hai nessuna difesa, devi soccombere e basta. Ma la notte scorsa... Mi ricordo che quando ti ho portata con me sulla montagna ho avuto delle incertezze, mi è parso di essere riuscito a frenare quell'impeto di violenza della maledizione. Ti guardavo addormentata fra le mie braccia e provavo affetto per te, cioè non io ma lo squartatore, lo squartatore che non dovrebbe avere nessun briciolo di emozione... Quindi qualcosa dei miei sentimenti è riuscito a trapassare il velo della maledizione e ha impedito che ti facessi sul serio del male... "
" Si, questo l'ho sentito anche io, in quel momento non c'era malvagità in te, nonostante fossi trasformato, quindi qualcosa di buono ha avuto il sopravvento sulla magia nera. Ma non dobbiamo basarci solo su questo, stasera devi prendere l'infuso di Margot e speriamo che vada tutto bene. "
" Lo spero anch'io, Isabelle. Ora vieni, andiamo dagli altri. "
Finalmente ora tutti potevano tirare un sospiro di sollievo ed allentare la tensione. Ma solo per qualche ora. Dorian andò a preparare le catene di ferro nelle cantine sotto casa sua, sperava che non si fossero rotte sotto la forza di Morean trasformato, ma questo non poteva succedere, Morean avrebbe preso l'infuso di verbena e avrebbe perso quasi tutte le forze. Una volta sistemato bene tutto in cantina, Dorian andò a riposare un po', anche lui era stanco, tutta quell'ansia e quelle preoccupazioni. Doveva essere nel pieno delle sue capacità vampiresche quella sera per poter bloccare Morean. Salì nella sua casa, aprì la sua bara e si addormentò.
Gli altri aspettarono a casa di Lucien. Morean voleva andare a casa sua per vedere Ebony, l'ultima volta era scappata via a nascondersi chissà dove. Isabelle lo accompagnò, la loro casa era vicina al Garden District e sarebbero ritornati subito. Margot rilesse i suoi libri di incantesimi, voleva essere sicura di non essersi lasciata sfuggire niente, anche un minimo dettaglio era importante. Seth uscì a fare una passeggiata lungo i marciapiedi del Garden District, non voleva riposare, voleva solo schiarirsi la mente e prendere un po' d'aria fresca. Selene lo vide uscire e lo seguì. Voleva scusarsi per il modo in cui gli aveva risposto il giorno prima, mentre cercavano una soluzione all'incantesimo. Seth era molto autoritario, questo l'aveva capito, non si riusciva mai a capire cosa gli passasse per la testa, non un gesto o un'espressione che lasciasse trapelare qualcosa. Mio dio! Era troppo severo, forse anche con se stesso. E Selene sembrava essere quasi attratta da questo comportamento. Ci sarà stato un modo per scalfire la sua corazza di ferro.
" Seth, perdonami, io... volevo scusarmi per ieri, per come ti ho risposto... non avrei dovuto aggredirti a quel modo... "
" Oh no Selene, lascia stare, non è niente, siamo tutti molto nervosi ed irrequieti in questi giorni problematici, poi tu hai anche fatto un viaggio con i tuoi poteri, sei stata molto coraggiosa a venire fin qui per dare un aiuto. "
" Dovevo farlo, Seth, sapevo che mio padre stava sbagliando, che le cose non erano andate come credeva lui, o almeno solo in parte. Spero che il nostro piano funzioni. Tu cosa ne pensi? Non ti nascondo che ho qualche timore, eppure Lucien sembra abbastanza convinto... "
" Hai fatto bene ad indagare per conto tuo. La verità a volte si cela sotto altri aspetti che bisogna scoprire e non lasciare nell'ombra. Io spero che funzioni, non sono molto convinto neanche io, ma dobbiamo crederci, Selene. E' la nostra unica speranza. "
Continuarono la passeggiata ancora per un po', poi tornarono indietro. Erano agitati, nonostante la giornata si stesse per concludere e la sera stava quasi arrivando. Avrebbero scoperto un'altra verità nelle ore seguenti, se l'infuso di erbe sarebbe stato davvero efficace come si sperava o se si fosse rivelato un'inutile perdita di tempo.
Dorian non aveva riposato molto bene, anzi per niente. Aveva cercato di dormire e forse ci era anche riuscito, ma poi aveva avuto degli incubi, dei sogni così strani e senza senso che l'avevano angosciato ancora di più. Forse era solo frutto del suo cervello che non faceva altro che pensare alla riuscita dell'infuso per annullare l'incantesimo, e si era autosuggestionato anche nel sonno. Si svegliò irrequieto, doveva andare a casa di Lucien, si sarebbero trovati tutti lì prima che giungesse la sera. Si sforzò di restare calmo e di non dare ascolto a quei sogni strampalati che aveva fatto.
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Morean Il Vampiro
VampirParigi, fine 1800. Un incontro inaspettato fra un vampiro dai modi gentili e una ragazza di buona famiglia cambierà le loro vite. Per sempre. Dovranno affrontare pericoli mortali e nemici, risolvere misteri ed inganni, ma non saranno soli. Nascerann...