cupcake

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Manuel proprio non capisce perché Simone abbia accettato l'invito di Laura. Preferirebbe di gran lunga restare in camera del più piccolo a fare i compiti per il giorno successivo, e non perché gli piaccia studiare ma solo perché ciò gli consentirebbe di potergli rubare tutti i baci che vuole, quando e come vuole.

Crede di avergli sentito dire qualcosa circa il fatto che non trascorrono mai del tempo con il resto della classe ma non saprebbe esattamente a cosa si riferisse il suo ragazzo dato che era troppo distratto dalla morbidezza della pelle dei suoi fianchi e dal profumo del suo collo, lo stesso su cui era impegnato a lasciare baci umidi, mentre lui lo teneva stretto in braccio.

Ad ogni modo, ora si ritrova in moto, diretto verso il centro e già sente una forte disperazione all'idea di non poter baciare Simone, prendergli la mano, giocare con le sue dita o i suoi capelli, nascondere una mano sotto la sua felpa, per almeno le prossime due ore.

È un'abitudine recente, in realtà, quella di trascorrere il suo tempo libero con Simone tra le gambe ed una mano sotto la sua felpa, ad accarezzargli la pancia, anche solo con il pollice. È un'abitudine recente perché Manuel soltanto da poco ha trovato il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti e soltanto da poco Simone ha iniziato ad indossare felpe e maglioni oversize.

Quel pomeriggio, in particolare, ha addosso una felpa rosa che sembra gigante, forse semplicemente perché ha bisogno di una taglia in più considerata la sua altezza e tutto ciò che indossa finisce sempre per sembrare enorme. Manuel non se ne lamenta, lo trova indicibilmente adorabile. Ed è per questo che decide di parcheggiare abbastanza distante dal bar in cui l'intera classe ha appuntamento.

«Ma perché ci fermiamo qui?» gli chiede infatti Simone, mentre si sfila il casco.

«Me pari 'n cupcake Simò, sei troppo adorabile» ridacchia allora Manuel, che in mente aveva soltanto di passare un po' di tempo a sbaciucchiarlo, prima di raggiungere gli altri, ma ora si ritrova di fronte al suo ragazzo che, oltre ad essere sempre così carino, ha anche le guance e la punta del naso arrossate a causa del freddo.

«Manuel» Simone ride, nonostante quel discorso non abbia il minimo senso né tantomeno risponda alla sua domanda.

Poi il più grande lo fa poggiare alla sella della moto, gli fa allargare le gambe e ci si piazza in mezzo. Gli mette due mani sui fianchi e lo bacia.

«Volevo sta' un po' così, solo noi due» gli spiega poi, facendo sfiorare i loro nasi.

«Stiamo sempre solo noi due, Manu» gli fa notare Simone, senza riuscire a trattenere un sorriso.

«E te dispiace? Oh» Manuel si finge offeso, fa per allontanarsi ma l'altro lo tira per la felpa.

«Ma vie' qua, stai zitto, che sembro? Un cupcake?» Simone lo bacia ancora, poi si scosta.

«Immagina se a scuola sapessero che Manuel Ferro ha un ragazzo, che somiglia ad un cupcake e che lui trova anche adorabile» lo schernisce, baciandogli poi la punta del naso.

Manuel di tutta risposta si poggia col mento sulla sua spalla, cingendogli il busto con le braccia. Lui, a sua volta, lo stringe.

«Tu non pensi che me vergogno di te, vero? Perché io non me vergogno, tu sei la cosa più bella della vita mia, però...» sussurra Manuel, inspirando un po' di quello che, da qualche tempo, è il suo profumo preferito.

«Non lo penso, e ti ho già detto che abbiamo tutto il tempo del mondo» sorride piano Simone.

Manuel resta fermo, in silenzio, chiude gli occhi. Gi sembra che ad esistere siano soltanto loro due, così, e gli piace, da morire.

Little bit of perfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora