3 volte in cui Manuel scopre che Simone scarabocchia il suo nome sui libri e non dice nulla + 1 in cui dice qualcosa
1.
Manuel crede di poter contare sulle dita di una mano le volte in cui ha aperto un libro di matematica di sua spontanea volontà e, soprattutto, quelle ha iniziato a studiare.
È un caldo pomeriggio di Settembre quando questa sorta di miracolo avviene di nuovo e lui e Simone sono seduti nel giardino di quest'ultimo, approfittando appunto dei raggi del sole ancora cocente.
«Iniziamo da matematica.» ha suggerito Simone e con un sincero «'sta roba fa schifo, piace solo a te Simò.» lui ha anche cercato di protestare; poi però il minore gli ha fatto notare che non sarebbe stata una giustificazione valida al tre che sarebbe apparso sul registro il giorno successivo e così è stato proprio lui a recuperare il libro dallo zaino dell'amico.
«Poi un giorno mi spiegherai perché devi sempre usare i miei libri.» borbotta infatti quest'ultimo, mentre lo vede estrarre lo spesso tomo.
«Ma te m'hai mai visto co' 'n libro?»
Simone si passa le mani tra i capelli, poi si colpisce gli occhi con i palmi e sbuffa. «Non ti sopporto più.» esclama.
Manuel ride, è felice di perdere tempo. È felice che quel siparietto gli stia risparmiando minuti che probabilmente avrebbe passato a svolgere strani esercizi. In realtà è felice di stare lì con Simone e basta.
«Te? Sapessi io.» scherza infatti, mentendo spudoratamente, visto che trascorrere il suo tempo con il più piccolo è diventata la sua cosa preferita.
Ride ancor più forte quando Simone rimuove le mani dal suo viso per guardarlo e subito gli rifila l'occhiata più truce e soprattutto più finta che lui abbia mai visto.
«Prego?» gli suggerisce di ripetere.
«Hai sentito bene oh, prendi 'sto quaderno va'.»
«No, io non prendo proprio niente. Mi stai dando fastidio e vorresti pure copiare i compiti da me?» Simone ha un sopracciglio alzato e cerca di restare serio, ma Manuel riesce a vederlo, riesce a leggere dietro quella facciata che in realtà sta solo cercando di non ridere.«Non ce sai fa' comunque.» dice infatti, andando effettivamente ad aprire il libro ad una pagina a caso e poi recuperando un quaderno a quadretti dal suo zaino, insieme ad una penna.
«Che?» domanda Simone, la fronte aggrottata.
«Non sai menti', te se legge tutto 'n faccia.»
Simone allora scoppia a ridere solo perché l'alternativa sarebbe scoppiare a piangere perché quelle parole implicano che Manuel riesca a leggere i suoi occhi, che lo guardi abbastanza e che lo osservi tanto da aver imparato a conoscerne ogni minimo dettaglio, e lui non può permettere al suo cuore di lavorare così tanto di fantasia.
«Dettami l'esercizio. E poi lo facciamo insieme, chiaro?» dice piuttosto, invece di ribattere.
Manuel annuisce ma un sorriso impertinente non accenna a voler abbandonare il suo volto.
Dopo aver effettivamente dettato l'esercizio a Simone ed averlo copiato a sua volta però, inizia ad annoiarsi. Così, mentre l'amico cerca di risolvere quella che per lui è una complicatissima equazione, decide di sfogliare un po' il libro.
È felice che Simone sia particolarmente impegnato quando, qualche secondo dopo, si ritrova davanti una delle pagine che trattano l'argomento che la professoressa ha spiegato soltanto due giorni prima. È felice che Simone non lo stia guardando perché su quella pagina riesce a leggere il suo nome ben quattro volte, scritto a matita.
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Little bit of perfect
Fiksi PenggemarTutto l'amore del mondo in più o meno 1000 parole. (Raccolta)