all about the "🥹"

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Se a Manuel avessero detto, appena compiuti i sedici anni, che sarebbe riuscito a conquistare una laurea in filosofia con il massimo dei voti, non ci avrebbe creduto. Probabilmente avrebbe riso e pensato di essere vittima di uno scherzo di cattivo gusto.

Se poi gli avessero detto che sarebbe stato fidanzato da quasi sei anni, probabilmente ci avrebbe creduto ma avrebbe pensato che si trattasse di un miracolo. E se avessero specificato che si sarebbe trattato di Simone Balestra, il suo migliore amico, avrebbe sinceramente storto il naso.

Eppure è successo tutto, non esattamente nell'ordine, ma con una quasi incredibile meticolosità.

Ora, a testimonianza di quanto assurda e meravigliosa sia la sua vita, infatti, sta ballando nel salotto di quella che è stata casa sua per un periodo e forse lo sarà per sempre.

Sta ballando nel salone di villa Balestra perché è lì che ha deciso — di comune accordo con il suo ex professore di filosofia — di festeggiare la sua laurea.
Dopotutto è grazie a Dante Balestra che ha deciso di cambiare vita ed è anche un po' grazie a lui se esiste chi la vita gliel'ha migliorata per sempre.

Sua madre pensa che lui non si accorga degli sguardi che si scambia con Dante; è seduta sul bracciolo del divano mentre l'uomo è accomodato sui cuscini e la contempla con uno sguardo pregno di affetto.
Condividono lo stesso bicchiere di vino e Manuel, a sedici anni, avrebbe protestato, forse si sarebbe chiesto cosa ci fosse di sbagliato in sua madre, ma ora riesce solo ad essere felice. Felice di vedere la donna della sua vita felice.

Parlando di persone della sua vita, più a destra, spostando lo sguardo, Manuel è certo di vedere le spalle di quello che è l'uomo della sua vita che si sta dirigendo in terrazza.

Sa che Simone ha bisogno di tempo da solo, che restare troppo tempo in mezzo alla gente lo scombussola e sa che probabilmente quello è il suo momento di pausa. Sa anche se se si avvicinasse, Simone non farebbe altro che tirarlo sulle sue ginocchia, stringergli i fianchi e baciargli il collo, e poi forse la mandibola e poi magari strofinerebbe il naso nella sua barba e gli sussurrerebbe quanto lo ama, perché se c'è una persona che Simone vuole accanto sempre, quella è proprio Manuel.
Tuttavia, Manuel è consapevole che tutte le persone riunite in quella stanza sono lì per lui, così decide di lasciare che il suo ragazzo si goda il fresco della sera e resta all'interno.

È così che si ritrova a ballare in modo goffo con Andrea e Lorenzo mentre Chicca — l'unica compagna di classe del liceo con cui è ancora in contatto — fa loro un video.

Non è un esperto di ballo ma sa cavarsela. Lui e Simone sono stati in discoteca più volte di quanto il minore voglia ricordare, forse.

Le cose cambiano drasticamente dopo le prime cinque canzoni.

Manuel, infatti, decide di chiedere al DJ di far partire Macarena.

Le urla ed i fischi dei presenti divertiti diventano presto un coro e lui non può fare altro che ridere ed annuire.

«Festa mia regole mie, oh.» esclama, ordinando poi a tutti di ballare.

«Poche storie, tutti qua!» dice subito, ed è felice di constatare che la maggior parte degli invitati si sia davvero avvicinata per ballare con lui quella strana canzone.

È sul punto di portare, per l'ennesima volta, una mano a palmo aperto davanti a sé, per seguire la coreografia della canzone, quando i suoi occhi si alzano e finiscono proprio fuori la casa. Il suo sguardo attraversa la porta spalancata del salone e si posa su Simone.

Simone è seduto di fianco sulla sedia a capotavola, poggiato con il braccio allo schienale e la testa leggermente inclinata. Lo sta osservando come fosse l'unico nella stanza.

È una sensazione che Manuel avverte da sempre, spera di essere tanto fortunato da poterla avvertire per sempre. Soprattutto perché non appena Simone realizza che il suo sguardo è ricambiato, inizia a sorridere.

Se fosse umanamente possibile, probabilmente chiunque si avvicini a Simone riuscirebbe a scorgere il suo cuore dietro le sue pupille, tuttavia, non è neppure necessario, perché il modo in cui sta sorridendo a Manuel ed il modo in cui le guance gli si tingono di rosa soltanto perché il suo ragazzo lo sta osservando di rimando renderebbe chiaro il suo amore anche ad occhi chiusi.

Irradia tenerezza Simone quando guarda Manuel che balla in modo buffo e Manuel non sa cos'abbia fatto per meritare uno sguardo simile ma sa che non farà mai nulla per perderlo, non di proposito almeno.

Alla fine non ne può più di restargli lontano, così lo raggiunge, si posiziona proprio davanti a lui e gli prende il viso tra le mani.

«Tu sei la vita mia, lo sai?» mormora, prima di abbassarsi e baciarlo dolcemente sulle labbra. 

Lo sente sorridere e pensa che, insieme allo sguardo innamorato su di sé, quella è una sensazione che non vuole perdere mai.

«Sei ubriaco, Manu?» Simone scherza, mentre gli poggia le mani sui fianchi e lo attira a sé facendolo sedere sulle sue ginocchia a cavalcioni.

Manuel fa schioccare la lingua, «no, me basta guardarti mentre me guardi pe' diventa' un coglione innamorato.» dice, sporgendosi per abbracciarlo.

Simone muove una mano su e giù lungo la sua schiena e soffoca un singhiozzo asciutto, ride un po'. «E meno male che sei innamorato, oppure avremmo qualche problema.» scherza.

«Coglione.» Manuel biascica sul suo collo, prima di lasciarci un bacio.

Poi sente delle mani posarsi sul suo collo. Simone lo costringe a spostarsi per poterlo guardare negli occhi mentre ha due mani sul suo viso.

«Sono tanto, tanto, tanto fiero di te, Manuel Ferro.» dice, serio, con più vocali di quante siano necessarie in quei tanto.

A Manuel scende una lacrima, corre subito ad asciugarla ma Simone gli prende la mano e la bacia, invece.

«Sei bello pure quando ti commuovi e non fai lo stronzo, non ti preoccupare.» chiarisce, facendo ridere entrambi.

Manuel si accomoda del tutto su di lui, poggiando la guancia sulla sua fronte, con una mano gioca con le dita di una mano di Simone e con l'altra gli accarezza i capelli.

«Simo'...» mormora, senza spostarsi.
«Mh?»
«Lo so che te piace di più sta' qua così, ma ci vieni a balla' solo una canzone co' me?» domanda.

Simone intreccia le loro dita, «c'è un piccolo problema.» dice.

«Quale?»
«Per farmi ballare dovresti prima farmi alzare.» ridacchia.

Lo notano tutti il modo in cui Simone guarda Manuel, nessuno osa commentare anche da lontano quella magia, per paura di spezzarla.

Non sanno che nessuno dei due ha intenzione di lasciare che si spezzi, ma forse diventa piuttosto evidente quando Manuel guarda Simone fingere di ballare ed ha esattamente la stessa espressione, solo un po' più inebetita.

Little bit of perfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora