you just gotta listen

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Ci sono tanti modi per dire ti amo.

Allacciati la cintura

Manuel ha iniziato a guidare da poco. Si sposta in una piccola auto usata che condivide con sua madre.
Simone, come fosse una naturale conseguenza, è diventato parte integrante di quel veicolo.
Ci è quindi stato abbastanza da sapere che, senza le sue raccomandazioni, Manuel ad allacciarsi la cintura non ci pensa nemmeno.
Ha perso il conto delle volte in cui ha dovuto supplicarlo, per cui non può evitare di preoccuparsi ogniqualvolta l'amico esce senza di lui. Sa anche che è irrazionale preoccuparsi in quel modo, ma allo stesso tempo sa che chiedere a sé stesso di non avere a cuore l'incolumità della persona che ama sarebbe follia, una lotta persa in partenza.

E c'è quindi una scena che si ripete ogniqualvolta il maggiore si allontana da villa Balestra per tornare a casa.

«Manuel.» si ritrova Simone a borbottare, poggiato alla portiera, dato che puntualmente lo accompagna fino alla macchina.

«Dimme.»
«Non dimentichi niente?»

Manuel sbuffa, si allaccia la cintura, lo guarda e «contento?» esclama, spazientito.

«Sì, grazie. Molto.» ribatte Simone, soddisfatto.

Ma Simone non si limita a questo, perché ogni volta che invita Manuel a casa, lo costringe letteralmente ad inviargli un selfie di lui con la cintura allacciata, prima di partire, al punto che il maggiore un giorno non ne può più.

Arriva a villa Balestra, scende dall'auto e la prima cosa che dice a Simone è «ma te lo sai che io poi potrei pure togliermela dopo averte fatto 'a foto?», incrociando le braccia al petto.

Simone storce un po' il naso.

«Lo faresti?» domanda, con fare teatrale, una mano poggiata al petto. Poi senza attendere una risposta scuote una mano e «no, non lo faresti.» dice, entrando in casa.

E Manuel non può che seguirlo borbottando un «no, non lo farei.» che Simone nemmeno sente.

Portati una giacca

Simone è freddoloso. Manuel l'ha imparato a sue spese. L'ha imparato perché dopo l'incidente il loro livello di confidenza è, se possibile, aumentato, ed una sera, usciti con la classe, Simone ha iniziato a colpirgli un braccio con un dito per poi strusciarcisi sopra con la testa, borbottando qualcosa del tipo «ho freddo, mi dai la tua felpa?» in loop, finché Manuel non si è arreso ed è rimasto con una semplice t-shirt con qualcosa come dieci gradi fuori.

Per cui ora, la mattina, quando sente particolarmente freddo Manuel non esita ad inviargli un messaggio prima di uscire di casa per andare a scuola.

"Portati una felpa in più" gli scrive, e si sente tanto sua madre.

Ed è ormai un automatismo per lui, al punto che, partiti per la gita del quarto anno, ha messo in valigia tre felpe in più, perché era sicuro che Simone le avrebbe dimenticate, o meglio, avrebbe avuto bisogno di uno strato extra.

E gliele lancia dietro prima di uscire dalla stanza.

«Prendi questa Simò.»
«Ma fa caldo!»
«Seh, qua c'hai caldo, poi fuori se gela.»

Purtroppo non riesce a non arrossire quando Simone ribatte.

«Non devi preoccuparti per me eh.» gli dice infatti, con un sorriso enorme ad illuminargli il viso.

Attento (a dove metti i piedi)

Manuel è sbadato quando cammina, sua madre gliel'ha sempre detto. Lui non l'ha mai ammesso. Ma da quando ha capito di essere attratto da Simone la cosa è drammaticamente peggiorata. È peggiorata perché cammina osservandolo e rischia sempre di inciampare, soprattutto per le stradine di Roma.

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