per imreadingaffIl trasferimento di Anita e Manuel a villa Balestra qualche settimana dopo l'incidente di Simone ha fatto sì che Manuel ammettesse, prima a sé stesso e poi all'altro ragazzo, i suoi sentimenti.
È per tale ragione che da due mesi ormai condividono la stanza, vivendo di fatto nella stessa casa.
A nulla erano servite le proposte di Dante che voleva dedicare a Manuel un'intera stanza della villa per garantirgli una certa privacy. Entrambi i ragazzi avevano insistito con il condividere quella di Simone, lasciando i due adulti piuttosto perplessi.
Nessuno infatti credeva che le cose tra i due si fossero evolute, dopo l'incidente. Sia Dante che Anita sanno che i loro figli hanno chiarito ogni cosa ma di certo non immaginano che il letto di Manuel venga disfatto la sera soltanto per non destare sospetti, perché tanto dormono stretti stretti in quello di Simone, oppure che il tempo che entrambi perdano in bagno non è indice di estrema vanità quanto piuttosto di tutti i baci che si scambiano sotto la doccia, oppure ancora che Manuel non si lamenti del fatto che ha i vestiti ancora in una valigia solo perché ruba quelli di Simone, che profumano di lui.
È a tutti gli effetti una relazione segreta e Simone mentirebbe se dicesse che avere Manuel costantemente attorno, durante quel periodo così difficile della sua vita, non sia una boccata d'aria fresca.
Glielo ricorda ogni sera, quando il più grande sgattaiola nel suo letto, e lui allora puntualmente gli ricorda che tutto ciò che fa, lo fa perché lo ama.
Una cosa che però Simone ha scoperto in quelle settimane di relazione è che Manuel, con le persone che ama, diventa estremamente protettivo e quindi non ci pensa due volte prima di esporsi per difenderle.
Se ne rende conto quando un pomeriggio lui e suo padre stanno discutendo animatamente e, non appena i toni di voce diventano un po' troppo alti, vede Manuel correre in suo soccorso, guadagnandosi anche una strigliata da parte del professore.
Ha dovuto allora spiegargli che apprezza da morire che cerchi in ogni modo di renderlo felice e di "proteggerlo" ma che deve cercare di trattenersi se non vuole litigare con suo padre o con sua madre e far scoprire loro tutto.
Manuel però non rinuncia a far sentire a Simone la sua vicinanza, anzi.
Impiega qualche giorno ma poi scopre nuovi metodi per poter stare vicino al suo ragazzo senza destare sospetti.
Una volta ruba dei biscotti dalla credenza perché Simone ha litigato con Dante e il ragazzo si rifiuta di scendere a cenare.
In passato avrebbe dato di matto probabilmente, accusando il professore di essere un pessimo padre al quale non importa che suo figlio mangi. Il nuovo Manuel invece si limita ad un bacio a fior di labbra per scacciare via il broncio di Simone e ad un «mangia questi che già sei troppo secco.» che fa ridere l'altro.
Un'altra volta, durante l'ennesima discussione tra Simone e suo padre che sta però avvenendo fuori scuola, afferra il braccio di Simone, portandolo dietro la sua schiena e solo allora incrocia le loro dita, stringendogli la mano libera dal tutore, così che Dante non possa vedere quell'intreccio ma in modo che Simone sappia che gli sta vicino, anche se tace, anche se li lascia discutere in silenzio.
Simone gliene è profondamente grato, a giudicare anche da come ricambia la stretta.
Un'altra volta ancora sono stesi sul letto del più piccolo, con il portatile su cui stanno guardando un film poggiato sul letto di Manuel, e la porta aperta.
Non si preoccupano che qualcuno li veda così avvinghiati l'un l'altro perché in fin dei conti il letto di Manuel è occupato dal portatile. È una scusa credibile.La discussione che nasce quel pomeriggio non è grave, come del resto tutte le altre, ma è abbastanza da incupire Simone, e questo spezza il cuore di Manuel.
Sia Dante che Virginia infatti interrompono quel momento tanto intimo quanto all'apparenza banale per iniziare una filippica con cui vogliono esortare Simone ad uscire e a trascorrere il tempo con altri coetanei, dato che nelle ultime settimane trascorre tutto il suo tempo in casa, non potendo neppure giocare a rugby.
I due adulti sono preoccupati perché non sanno che Simone ama stare in casa con Manuel proprio perché sta con Manuel. Probabilmente se sapessero della loro relazione, non avrebbero nulla da obiettare.
Allora Manuel la vede la tristezza farsi largo negli occhi di Simone e approfitta del fatto che sono entrambi sotto una spessa coperta per portare una mano sotto la sua maglietta ed accarezzargli la schiena con un pollice.
Ancora una volta quell' "io ci sono" è silenzioso, ma Simone lo sente forte e chiaro.
Una sera però sono tutti a cena e Manuel non è molto sicuro che riuscirà a non reagire, a non prendere le difese di Simone, perché ci sono stati i colloqui con i genitori e Dante naturalmente ha parlato con i colleghi soltanto alla fine e quasi tutti hanno avuto qualcosa di negativo da dire su Simone.
Per Manuel è inconcepibile che dopo tutto quello che il ragazzo ha passato, suo padre voglia fargli pesare il fatto che non ha più lo stesso rendimento scolastico di prima.
Vorrebbe urlare qualcosa come «professò io me preoccuperei più che su' figlio è vivo piuttosto che del fatto che non c'ha più 'a media del nove.» ma non lo fa, piuttosto approfitta del fatto che Simone sia seduto accanto a lui ed inizia a sfiorare la sua gamba con il piede, cercando di lasciargli delle tenere carezze.
L'ennesimo silenzioso "io ci sono, io non ti lascio" che però sembra non arrivare molto a Simone il quale, dopo aver preso un respiro profondo, risponde a suo padre.
Poggia entrambi i gomiti sul tavolo e «scusami se sono troppo impegnato a sopravvivere.» dice, e la voce un po' gli si spezza, insieme al cuore di Manuel che somiglia molto a dei cristalli frantumati.
«Simone... ne abbiamo già parlato.» cerca di dire Dante ma il ragazzo non glielo permette.
Sbatte una mano sul tavolo, «no! Cazzo, no! Tu nei hai parlato, ma mi hai mai lasciato parlare? Hai mai lasciato che a parlare fossi io?» urla.
Allora Manuel ne approfitta e quella mano la afferra. Stringe l'avambraccio e lo trascina sotto il tavolo, per poi iniziare a giocare con le sue dita che inizialmente sente tese ma poi percepisce più rilassate.
Resta così, ad ascoltare il suo ragazzo che discute con suo padre, almeno fin quando i due non sembrano chiarirsi e sul suo volto vede un'espressione più tranquilla.
Allora restano in silenzio, fin quando non raggiungono la loro camera e lì Simone lo trascina in un abbraccio stretto che si tramuta in loro due stesi sul letto, fronte contro fronte, con le braccia di Manuel strette attorno al busto del più piccolo.
«Grazie... per esserci sempre, in qualche modo.» mormora Simone, dopo un po', e allora Manuel si sposta e gli lascia un bacio in fronte, restando però con le labbra a contatto con la sua pelle.
«Ti amo.» sussurra, spostandogli i capelli per poter avere libero accesso alla fronte, alle tempie, e riempirle di baci.
«Non sarà sempre così Manuel, te lo giuro.» ribatte Simone che sente gli occhi diventare ludici, perché gli ultimi tempi non sono stati semplici per lui e teme che quella situazione diventi troppo per l'altro.
«T'ho detto che ti amo Simò, non mi interessa de niente se non di sta' co' te.» risponde però Manuel, baciandogli questa volta il naso.
«Ti amo anch'io.» è tutto quello che Simone biascica, prima di schiacciare la faccia nell'incavo del suo collo e chiudere gli occhi.
Il «dormi amore...» che sfugge a Manuel forse non riesce neppure a sentirlo, o forse sì.
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Little bit of perfect
FanfictionTutto l'amore del mondo in più o meno 1000 parole. (Raccolta)