capitolo diciannove.

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And it's hard, the days just seem so dark
The moon, and the stars are nothing without you

Your touch, your skin, where do I begin?
No words can explain the way I'm missing you
Deny this emptiness, this hole that I'm inside
These tears, they tell their own story
Told me not to cry when you were gone
But the feeling's overwhelming, it's much too strong.


9 ottobre 2022

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9 ottobre 2022

Un mese. Stavo per uscirne pazza a passare giornate intere sedentaria a Barcellona, non sono piu capace a rimanere per più di una settimana nello stesso posto, io ho bisogno di muovermi. Ed è proprio nella sfiga di una delle perdite più sentite della F1, che io ho ritrovato un pellizco di fortuna. La morte di Jules Bianchi, nel lontano 2014, e il piovoso GP di Suzuka, dove lo abbiamo perso, sono stati gli escamotage per convincere quel estúpido di mio padre a farmi tornare nei circuiti.

"Solo per questo GP, Siena" mi ha detto, chiamandomi con il mio secondo nome, "Finita questa settimana te ne torni in Spagna, a Barcellona" ha chiarito il concetto, passandomi il mio PassPaddock,"E guai se ti vedo con Sainz. Se scopro che vi siete solo parlati, altro che Barcellona, ti mando in Argentina da tua madre" e il discorso si è concluso con me che alzavo le mani in segno di resa, già consapevole che sarebbe stato uno dei GP più noiosi della mia vita. Poi la sua presenza costante è davvero una palla al piede, siamo a Suzuka da meno di 48 ore, strano da dire perché di solito io arrivo con i piloti, e già mi son pentita di non esser rimasta a Barcellona. Forse sarebbe stato meno pesante.

«Sissi! Oddio, sei tornata!» non faccio in tempo a sorpassare i tornelli, che Max mi si lancia addosso.

«Verstappen giù le mani da mia figlia»

«Papà piantala! Mi sta solo abbracciando e poi siamo amici da due anni» lui mi trucida con lo sguardo e ci separa.

«Anche Sainz era solo un amico, ma avete lo stesso scopato»

Affondo le mani fra le ciocche dei mie capelli e sbuffo esausta, «Sei estenuante, io me ne vado al Club» cerca di ribattere, ma lo interrompo, quasi ignorandolo «Max! Vamos, dale!» noto che l'olandese osserva mio padre e, infine, mi affianca.

So cosa sta pensando, vorrebbe chiedermi come mai sono sparita dalla faccia della terra per un mese intero, per qualche motivo non ho più risposto a nessuno, perché Carlos sta facendo schifo ad ogni GP, dov'è il mio solito pass rosso e come mai sono arrivata solo la domenica di gara, eppure non lo fa, resta nel silenzio, avvolgendomi la vita con un braccio per farmi capire che lui è lì...per me. E io lo ringrazio, perché di parlare non ho voglia e, men che meno, ho voglia di nominare lo spagnolo che ora ci sta camminando davanti, la tuta rossa è lasciata aperta, con le maniche legate in vita, probabilmente sente caldo anche se piove, se no l'avrebbs tutta su freddoloso com'è lui. La termica rossa evidenzia il suo fisico scolpito, facendo risaltare i pettorali e i bicipiti definiti, i capelli gli ricadono sulla fronte, lasciando scivolare via le goccioline della bottiglietta d'acqua che si svuota in testa prima di ogni gara, la barba di qualche giorno gli incornicia un volto poco luminoso e abbastanza distrutto, come se le ore di sonno gli venissero a mancare sempre di più ogni notte.

Giovani Wannabe ~Carlos Sainz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora