capitolo ventisette.

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Yo te quiero aunque no quiera
Tú eres puro, puro chantaje
P

uro, puro chantaje
Vas libre como el aire
No soy de ti ni de nadie
Cómo tú me tientas cuando tú te mueves
Esos movimientos sexy siempre me entretienen
Sabe' manipularme bien con tu cadera.

uro, puro chantajeVas libre como el aireNo soy de ti ni de nadieCómo tú me tientas cuando tú te muevesEsos movimientos sexy siempre me entretienenSabe' manipularme bien con tu cadera

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22 dicembre 2022

Quando Carlos, cinque giorni fa, mi ha detto "matrimonio di mio cugino" il mio cuore ha tergiversato e le maledizioni, verso si lui, si sono fatte largo nella mia testa. La situazione, ora che ci troviamo in chiesa, è tutt'altro che cambiata, forse persino peggiorata; Lui se ne sta la, sull'altare, sorridendo felice per esser stato scelto come testimone, mentre io sono qua, in mezzo a tutti i suoi parenti ancora un po' sconosciuti e, per quanto abbia Lando al mio fianco, mi sento completamente a disagio. Già sono una persona riservata e poco socievole, tendo a fare il riccio, ma quando sono in mezzo alle altre persone il tutto peggiora. In più questa chiesa è così grande e dispersiva, le decorazioni sembrano ingrandire tutto e io devo fare affidamento su tutto il mio autocontrollo per non farmi prendere dal panico.

«È bellissimo questo posto» mi riscuote dai miei pensieri Lando, sussurrando al mio orecchio.

Senza distogliere lo sguardo dalle vetrate colorate, annuisco, «Mucho

È un posto da sogno, la delicatezza è l'elemento chiave di ogni inserto, disegno e affresco, tutti sognerebbe di sposarsi in una chiesa così, ma io non faccio parte di quel tutti...io non voglio proprio sposarmi. Se ci si ama davvero, non serve un consacramento, non serve assolutamente nulla, ci si ama e basta. Indossare un bel vestito bianco e fare una festa super costosa non coronerà mai il quanto una persona può amare, io lo chiamo puro e spocchioso esibizionismo, perché è quello alla fine; Mostrare quanto si è bravi a mettere su una festa. Non giudico chi si vuole sposare, anzi, mi piace andare ai matrimoni e scroccare cibo gratis, ma io non mi sposerò mai. Questo discorso è uscito anche con Carlos, nemmeno tanto tempo fa, sono quasi certa fosse il venerdì del GP di Imola, e la pensava quasi come me, lui è meno restio al fatto che sia uno spreco di soldi, le feste gli piacciono. Fosse per Carlos vi sarebbero solo quelle il giorno del matrimonio.
...

«Ahora... ¡música!» urla Lando, in uno spagnolo un po' così così, balzando sul palco della console.

Un boato generale si innalza nella grande sala e tanti applausi accompagnano l'inizio della prima canzone, che DJ Lando ha deciso di far partire. Salgo anche io sul palchetto e appoggio i gomiti sulla console, lasciando ricadere la testa sulle mani e voltandomi a guardare Lando; È concentrato ma, al contempo, il suo visino è rilassato e felice. Adoro vederlo così, sento il cuore scaldarsi, soprattutto perché il giorno in cui ci siamo conosciuti stava piangendo nel motorhome di Carlos per via della gara andata male. Ricorderò quel giorno come il giorno in cui ho incontrato una delle persone più importanti della mia vita. Pur essendo lui, in primis, uno dei migliori amici di Carlos, non si è tirato indietro dall'essere anche il mio di migliore amico, non si è instaurata un'amicizia coltivata solo con la presenza dello spagnolo, dopo un po' di volte che siamo usciti tutti e tre insieme, abbiamo iniziato ad uscire anche solo io e Lando. È davvero importante per me, adesso non riuscirei più ad immaginare la mia vita senza di lui.

«È bello verlo feliz» mi sussurra una voce, mentre due braccia avvolgono i miei fianchi.

«Quanto menos pensa alla brutta stagione que ha passato, mejor è» dico al suo orecchio, così che mi senta pur avendo la musica a palla vicino.

Carlos annuisce e posa le labbra sulla mia spalla, «Sei bella Nena». Le guance mi vanno in fiamme.

«Anche tu no eres male» gli sorriso, rigirandomi fra le sue braccia. Quando la pressione delle sue dita, affusolate sui miei fianchi, aumenta, gli cingo il collo.

«Vamos a bailar?» propongo, strofinando il mio naso contro il suo. Carlos sorride dolcemente.

«Prometes di non provocarme aquí, in mezzo a toda mi familia?» ghigno maliziosamente, mordendomi il labbro, ma poi annuisco. Non mi sembra davvero il caso di dare spettacolo oggi, soprattutto perché è la giornata di suo cugino e Ia, che è così dannatamente bella da farmi invidia.

Ci spostiamo ai piedi del palchetto e subito Carlos torna a stringere i mie fianchi da dietro, io sono con il volto rivolto verso la console e non posso non notare le facce perverse che Lando ci sta facendo. Scoppio a ridere, attirando l'attenzione di Carlos che, a sua volta, ride notando quel bambinone di Lando. Questa complicità fra noi tre è la cosa che più preferisco in assoluto, davvero, un po' si era persa quando, quest'estate, Lando e Luisa si sono lasciati, sgretolando il nostro quartetto disfunzionale, ma poi siamo riusciti a ricostruirci, diventando un magnifico trio. Ci sono volute alcune settimane per tutti, Lando ci stava male, come giusto che fosse dato che amava tanto Isa, io e Carlos invece ci siamo rimasti un po' male perché comunque abbiamo "perso" una buona amica. Dopo la rottura Luisa ha deciso di tornate in Portogallo, così io e Carlos ora la sentiamo solo via telefono.

«A que pensi?» chiede Carlos.

«All'estate, al nostro gruppo e a Isa» percepisco il suo sorriso contro il mio collo.

«Ti manca tanto??» annuisco.

«Pero dal 27 al 30 dicembre vado da ella en Lisboa» la notizia mi esce con una voce più trillata del solito, me è solo perché sono felice. Non ci vediamo da inizio settembre e parlare in chat non è la stessa cosa che stringerla fra le mie braccia.

«Hablando de natale...» mi trascina verso i divanetti «Passalo conmigo».
Il poco champagne che avevo in bocca mi va di traverso.

«Que?» sibilo, spiazzata da tale domanda.

«Sí, pásalo con me y mi familia

«No es el caso...» Carlos mi afferra le guance, costringendomi a guardarlo.

«Sí, è el caso» dice dolcemente «Uno: sei mi novia. Dos: non voglio que resti sola» una lacrima lascia il mio occhio all'idea che davvero lo passerei da sola se non accettassi l'invito di Carlos. Non parlo con mio papà da giorni, mia madre chi l'ha più vista e il resto dei miei parenti o sono per il mondo o sono morti.

«Carlos non voglio disturbare» appende la testa da un lato e ni guarda male.

So cosa sta per dire, ne abbiamo parlato milioni di volte, lui si ostina a dire che devo smetterla di pensare di essere un peso o un disturbo per quelli che mi stanno intorno, e io continuo a dirlo come se le sue parole non esistessero, è più forte di me questa cosa. Siamo anche finiti a litigare per questo fatto, non parlandoci per una giornata intera, ma poi la sera mi ha stretta a lui e ci siamo addormentati sul divano tutti avvinghiati. Una delle notti più belle della mia vita, percepivo le sue braccia strette al mio corpo anche se stavo dormendo.

«No te mando a fanculo porque te amo, pero realmente saresti da mandarci» ridacchio e mi avvicino al suo viso.

«Quindi me ami?» annuisce, schioccandomi un bacio a stampo «Allora, forse, dovrei aceptar».

Annuisce ancora, «Me pare una grande idea aceptar».

«Bueno, allora dirò a Luisa que tenemos dos ospiti en Lisboa.» Carlos aggrotta la fronte, ma chiarisco subito tutto «Verrai conmigo y convencerás a Lando.»

«Tu sei loca.» annuisco e, con una camminata che nemmeno pensavo di saper fare, ritorno a scatenarmi in pista.

I suoi occhi sono sul mio corpo. Li sento.
Mi piacciono. La pelle mi arde sotto il desiderio erotico dei suoi sguardi profondi, il cuore mi pompa il sangue a mille e il cervello si è staccato nel momento esatto che Lando ha fatto partite Chantaje, di Shakira. Non smetto di muovermi, ondeggio i fianchi in modo sensuale, voglio farlo penare un pochino, ma poi cederò. Non so resistergli. Poco e ci ritroveremo a fare sesso in bagno. 100%.

Giovani Wannabe ~Carlos Sainz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora