capitolo trentacinque.

1.3K 38 3
                                    

No regrets, just love
Yeah, we can dance until we die

You and I will be young forever
'Cause you make me
Feel like I'm living a teenage dream
The way you turn me on, I can't sleep
Let's run away and don't ever look back, ever look back, oh

You and I will be young forever'Cause you make meFeel like I'm living a teenage dreamThe way you turn me on, I can't sleepLet's run away and don't ever look back, ever look back, oh

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

...

27 febbraio 2023

pov Carlos

Inspiro a pieni polmoni l'aria fesca di Zallaq e tiro su il mio sup, incamminandomi velocemente verso la distesa cristallina, decisamente più piatta rispetto alle ultime due volte che ci sono venuto. Gnaia direbbe The Rock, nei panni di Mitch Buchannon, guida della squadra di bagnini nel film rivisitato del vero Baywatch, ma meglio così, le onde e i sup non vanno mai d'accordo. Salgo sulla tavola gonfiabile, mettendomi in ginocchio, e punto verso il largo, dove la piccola figura di una Serena in lontananza si distingue fra lo scintillio dell'acqua. Le cose fra noi due sembrano essersi placate, il discorso del lavoro Sky non è più uscito dopo quel momento famelico che ci ha travolto quando sono tornato in hotel. Ho davvero un sacco di domande da porle, ma non lo faccio, mi limito a trattarla come al solito: con amore. Abbiamo deciso di restare qua in Bahrein fino a domani mattina e le giornate le stiamo passando proprio come piace a noi due: Relax, golf, padel, mare e momenti intimi, alternati fra la passione travolgente e carezze delicate, con parole dolci sussurrate all'orecchio. Il fatto di questo probabile posto di lavoro non si è interposto fra noi due e il nostro rapporto, o meglio, l'ha fatto ma solo per qualche ora, il tempo di sbollire la rabbia che mi ha assalito nel momento in cui l'ho scoperto in quel pessimo modo.

«Serena» gli arrivo alle spalle, facendo scontrare le punte dei nostri sup.

«Carlos» sorride, guardandomi da sopra la spalla. I suoi occhioni verdi, colpiti dai raggi del sole calante, scintillano più dell'acqua. È bellissima.

«Tengo una cosa da dirti...» sussurro, affiancando i nostri sup e sedendomi a gambe incrociate come lei.

«Dígame» sorride e sorride ancora. Non dovrebbe mai smettere di sorridere, il suo volto sarebbe sprecato senza quel sorrisone da bambina.

Mi sciolgo ogni volta che la vedo così, il mio cervello smette di ragionare con razionalità quando incontra quei due diamanti verdi, sono come il canto di una sirena per i marinai, non posso scappare. Hanno un potere allucinante sulla mia persona, sono capaci di cambiarmi l'umore anche solo con uno sguardo. Vorrei non dipendere così tanto da un paio di occhio, ma oramai è troppo tardi, ne sono completamente, dannatamente e perdutamente innamorato. Certe volte vorrei sapere se lei se ne rende conto, se si accorge del modo in cui la guardo quando mi mostra i suoi occhietti. Lando mi prende sempre in giro, dice che divento un bambino davanti a tutti i regali che riceve a natale...e forse un po' è vero. Prima non potevo ammetterlo nemmeno a me stesso, anche se sapevo fosse cosi, ma ora posso ammetterlo e, anzi, ne vado fiero perché la amo davvero tanto.

«Devi accettare quel lavoro» dico, di punto in bianco.

«Que?» annuisco. È la cosa giusta, infondo lo so. «Accetta el lavoro por Sky, Nena» lei mi guarda scioccata, non se lo aspettava probabilmente e, sinceramente, nemmeno io mi aspettavo questo stesso pensiero da parte mia.

Quando l'ho scoperto avrei voluto urlare, spaccare tutto e insultarla; Dopo tutto quello che avevamo passato, lei si voleva separare da me e dal lavoro che ci ha fatto conoscere, rischiando di rovinare tutti gli sforzi che abbiamo fatto per crearci la nostra felicità, poi però, mentre la stringevo fra le mie braccia, dopo quella travolgente passione che ci ha colpiti 4 giorni fa, ho capito che non potevo obbligarla a scegliere fra me e il suo sogno. Mentre la osservavo addormentata contro il mio petto, l'unica cosa che riuscivo a pensare era quella stupida frase che le ho detto appena tornato in stanza. "Eres una stronza", ma no, lei non è una stronza, o meglio, non lo è stata sotto questo punto di vista, sono stato io lo stronzo, il codardo che non ha avuto il coraggio di essere subito felice per lei ma bensì il coglione che le ha urlato di tutto. Me ne pento, se ci ripenso ora mi sento davvero un piccolo uomo, lei è la mia donna, la persona a cui ho messo il mio cuore in mano, la ragazza che si è fidata di me e non meritava certamente quelle mie parole.

«Amore» mi si avvicina, portando entrambe le manine sulle mie guance, «C'è tiempo, ok? Ho un mese por pensarci. Godiamoci esta vacanza» annuisco e poggio una mano sulla sua. 

«Te amo» sussurro, facendo sfiorare i nostri nasi. Non mi stancherò mai di dirglielo.

«Yo anche te amo e ahora besame»

Me ne frego di tutto e la bacio con tutto l'amore di cui dispongo verso di lei, facendoci finire entrambi in acqua. Subito vengo corrisposto con la stessa passione divampante che ci coglie ogni volta che le nostre labbra entrano in collisione, togliendoci fino all'ultimo respiro. Le sue gambe snelle si muovono da sole, andando a circondare il mio bacino, e non perdo un secondo per stringerle con malcelata possessione il fondoschiena. Serena stringe fra le sue dita le ciocche dei miei capelli, avvicinandomi sempre di più a lei e facendo fondere ogni mio muscolo teso con ogni sua curva morbida, provocando ansimi tra un bacio e un morso lasciato fra le nostre bocche. Abbandono le sue labbra, così dannatamente invitanti, e mi getto sul suo collo, succhiando e mordendo la sua pelle di un tono più scuro, grazie all'abbronzatura di questi giorni, Serena si abbandona al mio tocco, reclinando il capo da un lato e lasciandomi tutto lo spazio che voglio. Si stringe a me, quasi come volesse far scomparire i nostri corpi l'uno nell'altro, ma provocando semplicemente più desiderio ad entrambi. Le nostre intimità si scontrano e si strusciano, facendo crescere sempre di più lo sguardo lussurioso nei nostri occhi dilatati dall'eccitazione.  

«Carlos...» il mio nome, ansimato dalle sue dolci labbra, mi fa perdere completamente la ragione. Oltrepasso il tessuto dello slip giallo, puntando dritto al suo punto più debole, Serena geme piano al mio orecchio e ne morde il lobo. 

«Mi reina...» mi slaccio il costume, con urgenza, con bramosità di farla mia, ed entro in lei con una spinta secca, lasciandola senza fiato.

Il rumore della spiaggia, la musica del bar oltre gli ombrelloni e le poche persone che passeggiano sulla sabbia diventano solo uno sfondo, adesso esistiamo solo io e lei, il nostro amore e il sole calante che riscalda i nostri corpi pervasi da brividi di piacere. Sono vere e proprie scariche elettriche, ad ogni affondo sento la testa girare sempre di più, tanto da portarmi a gemere piano il suo nome. Sono questi momenti di follia e passione che mi fanno capire quanto Serena era, è e sarà sempre un punto fondamentale della mia vita, sto capendo sempre di più quanto vorrei averla con me giorno e notte, addormentarmi sempre con lei a fianco, svegliarmi ogni mattina con il suo corpicino fra le mie braccia, ritrovarla sempre a casa dopo i vari impegni da svolgere fuori, rifugiarmi nelle sue braccia dopo una vittoria o una sconfitta...semplicemente affrontare tutto con lei al mio fianco. Ed è con questi pensieri che raggiungiamo l'apice, mascherando l'urlo appagante l'uno sulla bocca dell'altra.

«Wow...è stato...» il fiato corto non le permette di continuare la frase, ma le sue guance rosse mi fanno capire pienamente che ha vissuto il momento proprio come me, «Oddio! Dici que qualcuno ha visto qualcosa?» si allontana dal mio corpo, guardando preoccupata a destra e a sinistra.

«I ragazzi dici?» chiedo, indicando Lando e Daniel al bar, rimasti qua con noi per rilassarsi un po' «Assolutamente no!» continuo, ritirandola a me «Porque mai andare a largo se non por fare del sano e rigenerante sexo» sorrido maliziosamente, ricevendo una pacca sulla spalla come risposta

«Carlos!» mi canzona, scoppiando a ridere, «Non sapevo di questa tua vena così erotica» rido anche io e le lascio un bacino sulla fronte

«Y ancora no hai visto todo, Nena» le pizzico un fianco, per poi prenderla per mano e ritornare verso la riva, trascinandoci dietro i nostri sup. 

fine pov Carlos

Giovani Wannabe ~Carlos Sainz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora