I don't want a lot for Christmas
There is just one thing I needI don't care about the presents underneath the Christmas tree
I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
All I want for Christmas is you.
...
1 dicembre 2022
Svuto il cesto della roba sporca all'interno della lavatrice e sorrido notando un paio di boxer di Carlos, aggrovigliato fra tutti i miei capi intimi. Sono passati undici giorni da Abu Dhabi, da quel bacio davanti a tutti e finalmente, dopo mille intemperie, sto vivendo una vera e propria relazione con il pilota spagnolo. Le cose tra di noi vanno alla grande, ma effettivamente non sono diverse da com'erano prima; Continuiamo a parlare di calcio e formula1, ci mandiamo messaggi mentre non siamo assieme, facciamo sesso, molto sesso a dire il vero, e usciamo insieme. È tutto più o meno uguale, siamo sempre Carlos e Serena, le uniche cose cambiate sono i baci dati senza nascondersi e il nostro mezzo convivere. Già...mezzo convivere. Sono undici giorni che ci alterniamo fra casa sua e casa mia, subito dopo esser tornati da Abu Dhabi siamo rimasti per 4 giorni da lui, a Maranello, poi io sono tornata a Sassuolo e Carlos, dopo i suoi impegni, mi raggiunge qua a casa per passare il resto del tempo assieme. In questi undici giorni con lui mi sono completamente dimenticata cosa significa vivere e dormire da sola, ed è la sensazione più bella che possa esistere. Tornare a casa e trovarlo sul divano, spaparanzato a guardare la TV, sa di quotidianità, mettersi sotto le coperte e sentire due braccia stringerti forte sa di sicurezza, di casa. Stare veramente con Carlos sa di buono...di bello....di futuro.
«Stende mis boxer, señorita Genè?» le stesse braccia che mi stringono la notte, avvolgono il mio corpo anche ora.
«Estaban allí, tra la mia roba» rido, girdando di poco il viso e stampandogli un bacino sulla guancia
«Devo averli messi li por abitudine.» il mio sorriso si allarga ancora di più.
«No te preocupes. Comunque, che hai fatto hoy?» so che doveva andare in fabbrica, con Charles e Mattia, ma cosa dovevano fare non l'ho capito.
«El vídeo de Navidad.» aggrotto la fronte per la tale scocciatura con cui lo dice.
«Ti vedo scazzato. Come mai? A te piace tanto il Navidad.» faccio notare, richiudendo la finestra del balcone.
Lui sospira e si siede in una delle sedie della cucina, «Perchè questi contenuti sono completamente finti. Rovinano la magia del natale»
Lo guardo dolcemente e scorgo sul suo viso il vero disappunto per questa situazione. So quanto lui ama questa festa, mi ha sempre raccontato di tutte quelle tradizioni che ha la sua famiglia, e posso capire che fare questo tipo di cose gli smonti l'umore. Ho visto il video dell'anno scorso e l'espressione che aveva Carlos diceva proprio "questo è più finto di Max che saluta Ocon". Sono anche contenuti carini, per carità, ma non puoi pretendere che ci sia la stessa spontaneità che Charles aveva con Sebastian e Carlos aveva con Lando. Non fraintendetemi, Carlos e Charles hanno un rapporto bellissimo, sono una delle coppie migliori sulla griglia, ma è più un'amicizia professionale. Le cose erano diverse con Sebastian e Lando, soprattutto fra Carlos e Lando.
«Tengo un'idea» sorrido, andando verso la dispensa.
«Qué stai haciendo li dentro?» scoppia a ridere, trovandomi infilata in uno dei cassettoni.
«Cercavo...» allungo le mani «Este!» esclamo. Esco dal mio nascondiglio e poggio per terra lo scatolone delle decorazioni natalizie.
«Aiutami a decorare la casa.» trillo felicemente.
«Ma si fa todo el 8 de diciembre.» fa notare, togliendo la polvere accumulata sopra al contenitore.
Alzo le spalle e tolgo lo scotch «No importa. Aiutami»
Carlos rimane un po' perplesso da tutta questa mia confusione, ma poi si fa prendere dalle canzoni natalizie che ho fatto mettere ad Alexa, e si lascia completamente andare. Mi raggiunge in salone, afferra svariate ghirlande e, muovendo dei passi a tempo di musica, si mette a decorare la parte adibita alla televisione e alla playstation che si è portato per giocarci insieme la sera. A dire il vero, mettendo cianfrusaglie qua e la, ho constatato che in esattamente sette giorni la casa si è riempita di cose di Carlos; In camera mia c'è un suo paio di pantaloni e tre magliette, in sala c'è la playstation e gli occhiali da vista, in bagno c'è l'accappatoio, lo spazzolino e i prodotti per farsi la barba, in cucina ci sono tutti i cibi della sua dieta e nella palestrina improvvisata le sue scarpe da ginnastica.
«Esta cancion è muy bella» fa sapere, raggiungendomi da dietro. Le sue mani mi avvolgono la vita, «I don't care about the presents underneath the Christmas tree» sussura al mio orecchio, facendo ondeggiare i miei fianchi, «I just want you for my own» qualcosa di decisamente duro preme contro il mio fondoschiena, «More than you could ever know...Make my wish come true»
Mi rigiro fra le sue braccia e gli cingo il collo, avvicinandomi al suo viso, «Y quale sarebbe tu deseo?» soffio ad un centimetro dalle sue labbra.
«Los desideri non si pueden dire, non si realizzano se no.» mi morde il labbro inferiore e mi spinge più vicino a lui.
«Y se me lo muestras?» il ghigno sulle sue labbra aumenta drasticamente.
«Si, potrei» mi spinge delicatamente verso la parete «¿Por caso no estás sazia? Questa mañana no era suficiente para ti?»
Di tutta risposta alla sua provocazione, pian piano faccio scendere la mia mano verso la patta dei suoi pantaloni. Gli sfioro la mandibola, le labbra, i pettorali ben scolpiti, gli addominali allenati e poi infilo la mano al di sotto della tuta nera che porta. Inizio a toccarlo, strisciando piano la mano sulla stoffa dei suoi boxer e sembra piacergli molto, butta leggermente la testa indietro, mordendosi le labbra e stringendo di più la presa sul mio corpo. Nel momento in cui emette un piccolo ansimo decido che è il momento di andare oltre, porto la mano oltre i boxer e afferro il suo membro, sentendolo fremere sotto il mio tocco deciso. Faccio movimenti avanti e indietro, stuzzicando di tanto in tanto il glande, Carlos si prende ogni tocco e si lascia circondare dal piacere.
«El citofono...» geme piano, con la fronte appoggiata sulla mia spalla
«Chiunque sea, esperará» sussurro al suo orecchio, mordendogli il lobo
«SIENA SE QUE ESTÁS EN CASA! (Siena so che sei in casa!)» lo scatto che fa separare me e Carlos è così veloce da far perdere l'equilibrio ad atrambi.
«Es Marc?» mi chiede, con gli occhi sgranati.
«Si.»
Io e Carlos ci siamo dati alla pazza gioia, ma sapevamo che l'incubo Marc Genè si sarebbe palesato un giorno o l'altro. Papà era ad Abu Dhabi fino a l'altro ieri, ho visto le foto su Instagram, ma era inevitabile il suo ritorno e il suo presentarsi a casa mia. Non ha cambiato opinione, per lui non dobbiamo stare insieme e così ci dirà appena aprirò la porta. Perché si, io l'aprirò e Carlos starà al mio fianco, non mascherò o nasconderò i miei sentimenti solo perché Marc Genè non è d'accordo.
«Ciao papà.»
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Giovani Wannabe ~Carlos Sainz~
Romance«Tu non vai da nessuna parte...non senza di me almeno» Una frase che racchiude perfettamente il rapporto fra Serena e Carlos. Per entrambi non è stato facile e non sarà facile vivere nel mondo della Formula1, soprattutto quando le loro strade si inc...