capitolo trenta.

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Maybe I'm foolish
Maybe I'm blind

Thinking I can see through this
And see what's behind
Got no way to prove it
So maybe I'm blind
But I'm only human after all.


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...

30 dicembre 2022

Se pace e relax era quello che pensavamo di passare in questo paradiso terrestre, la fantastica idea di Carlos e Luisa, quella di portare Charles e Charlotte nello stesso posto, ha mandato tutto all'aria, oltre ad esserci sempre un'aria molto tesa quando stiamo tutti insieme, la maggior parte delle volte che Charles e Charlotte si rivolgono la parola è per litigare. Il 28 mattina si sono visti, perché il monegasco è arrivato all'hotel, e vi posso assicurare che peggior momento non c'è stato. Ho provato in tutti i modi ad evitare che quei due si incontrassero, tenendo Charlotte sempre con me, ma ad ora di pranzo è stato inevitabile e il loro incontro è avvenuto, a primo impatto abbiamo pensato che le cose non si sarebbero complicate, alla fine si sono lasciati in buoni rapporti come Luisa e Lando, ma le seguenti due ore di occhiatacce e frecciatine hanno fatto intendere a tutti che quei due non potevano andare d'accordo come l'altra ex coppia.

«Che mal di testa» sbuffo, abbandonandomi a peso morto, sul lettone.

«Ma ancora? È da quando siamo arrivati che hai male alla testa» mi fa notare Luisa, sedendosi al mio fianco. Gli altri sono tutti a fare snowboard, ma noi non siamo capaci e abbiamo optato per stare in hotel.

«Non dirlemo guarda. È cosi fastidioso» arriccio le labbra, massagiandomi le tempie.

«Quando torni a casa dovresti farti vedere da un medico. Magari è la cervicale» ipotizza, sfiorando il suo stesso collo. Ci ragiono su e faccio un mini accenno positivo, «Parlando d'altro...» sorride maliziosamente «Come va fra te e Carlos? Sembrate cosi affiatati» sorride, con gli occhi illuminati.

Le inizio a raccontare tutta la storia, iniziando da quel giorno sulla pitlane. Io e lei parliamo molto via telefono, ma questo argomento credo abbia preferito non toccarlo, deve aver sentito dai media i problemi che ha causato fra me e mio papà. Apprezzo molto il fatto che abbia aspettato ad essere quattrocchi e in un posto abbastanza appartato, perché questo argomento "Serena Carlos" è molto delicato per me, preferisco sempre tenere un profilo basso ed evitare di mostrare la nostra storia sui social, non è segreta, ma è privata, che è ben diverso. La gente sa di noi, non ci nascondiamo quando usciamo di casa, ma platealmente o sui social non mostriamo baci e cose così. A Luisa però posso raccontare tutto, è mia amica e una valida confidente da quando ne ho memoria, quindi non tralascio nessun dettaglio. Lei ascolta e, arrivate alla parte in cui mi son ritrovata in casa Sainz per le feste, fa un mega sorriso, si vede che è molto contenta per me, proprio come lo sono state Charlotte e Kelly, e questo mi fa capire che sono davvero mie amiche. Una qualsiasi persona avrebbe potuto guardarmi con gelosia e dirmi di smetterla di vantarmi di quello che ho, ma loro no, anzi, loro spingevano per saperne di più. È difficile trovare amici quando si è un personaggio pubblico, o comunque una figura conosciuta, molto spesso la gente si avvicina a te solo per la notorietà che hai, e non davvero per creare un rapporto con te. Io conosco questa sensazione perché il cognome che porto è molto conosciuto, uno membro della famiglia Genè non passa mai inosservato, soprattutto nell'età delle medie e del liceo le persone mi si avvicinavano solo perché speravano che io gli facessi conoscere mio padre o qualche altro pilota di rango importante.  Sebastian Vettel, Fernando Alonso e Lewis Hamilton erano i più gettonati fra le richieste assurde che mi facevano i miei "amici". Devi saperti scegliere le persone e farti un'analisi di chi hai intorno prima rispetto al resto delle persone e, per fortuna, io ci sono riuscita con Medea alle medie e con Marta e Edoardo al liceo. Pochi ma buoni direbbe nonna Siena e a me va davvero benissimo così, non ho bisogno di tanti amici, mi bastano i pochi che ho. Alla lista dei pochi ma buoni, nel futuro, si sono aggiunti anche Lando, Luisa, Kelly, Charlotte, Charles e Max, ma con loro è diverso, le mura difensive non sono servite, proveniamo dallo stesso mondo e abbiamo avuto gli stessi problemi di fiducia. Ora mi sento perfettamente a mio agio con il mondo che mi circonda, il gruppetto che ho mi basta e mi avanza, non sono mai stata una persona da grandi cerchie di amici. Nonna Siena ha sempre detto che meno si è, più forte è l'amicizia e ora posso dire con certezza che è vero. Ne ho passate tante con ognuno di loro e sono segnata dentro dalle belle e brutte esperienze che ci ho passato, ora come ora non potrei vedermi senza nessuno di loro.

E voi direte: Carlos dove l'ha lasciato? Non è un tuo amico prima di tutto? Ma la risposta è molto semplice: Carlos è stato, è e sarà sempre più di un amico. Siamo stati quasiamici, certo, però era innegabile che fra me e lui c'era un'attrazione fisica non da poco, prima non volevo vederlo, ero troppo spaventata dalle conseguenze, ma ora che siamo a questo punto, rivedendo tutte le foto e i video di noi due, c'è un cartello gigantescamente luminoso sopra la nostra testa che urla "Voi due avete bisogno di una dose di sesso insieme". Però Carlos non è solo sesso e sentimenti amorosi, c'è ben altro fra noi due e ne sono talmente felice, molto più felice di quando siamo riusciti a metterci insieme. Fra me e lui c'è anche amicizia...quella vera, qualla pura e genuina.  Prima di ogni altra cosa, Lui per me è un amico, un confidente di cui non potrei fare a meno, la spalla su cui piangere se tutto va male, la casa dove andare quando la mia mi asfissia, le risate che mi mancano quando è un brutto periodo e...e niente, Carlos è quasi tutto per me.

«Ma guarda come ti brillano gli occhi a parlare di lui!» si gasa la portoghese, stringendomi le guance. Allontano le sue mani e la fulmino.

«Non iniziare a fare come Kelly, me ne basta una» Luisa scoppia a ridere.

«Dico seriamente Sissi. Si vede che lo ami davvero» abbasso lo sguardo e tiro su col naso. Vorrei che anche mio papà la pensasse come tutti gli altri, è difficile vivere senza il suo affetto, soprattutto perché è l'unico che ho avuto ogni giorno della mia vita.

«Che succede?» si preoccupa, facendo alzare il mio sguardo al suo.

«Nul...» come tre sere fa, non faccio in tempo a parlare, che un conato di vomito mi sale fino alla bocca.

È questione di secondi e mi ritrovo con la testa dentro al water, buttando fuori tutta la colazione e il pranzo della giornata. Luisa mi si avvicina e cerca di aiutarmi, come tutti i miei amici oramai sa qual è il mio problema e sa anche come tentare di aiutarmi. La coda bassa che mi fa impedisce ai capelli di finirei sul viso e le carezze sulla mia schiena alleviano i tremori del mio corpo. Non ce la faccio più...due volte in una settimana è distruttivo per me.

«Vaffanculo...» sussurro, esausta.

«Ti sta venendo l'influenza?» si preoccupa la portoghese.

«Che cazzo ne so guarda. È già la seconda volta, è successo anche tre giorni fa» Luisa annuisce.

«Magari c'è qualcosa nel cibo che ti da fastidio» alzo le spalle e scrollo la testa.
Non sono intollerante a nessun cibo e tanto meno allergica, «Posso farti una domanda?» vedo il suo sguardo mutare, come se avesse realizzato qualcosa.

«Che succede Isa?» lei resta zitta qualche secondo, fissando il pavimento, poi i suoi occhi tornando ai miei.
I suoi pensieri mi trafiggono come lame, «Non dirl-»

«E se fosse così? Pensaci. Hai sempre male alla testa, vomiti, ti manca solo il perenne sonno» scuoto la testa e mi alzo, tornando in camera.

«Non diciamo scemenze. Non posso essere inc-» mi blocco, fisso davanti a me, ai piedi del letto, sulla valigia aperta.

«Serena?» sento Luisa alle mie spalle.

«Che giorno è oggi?» chiedo, inginocchiandomi davanti alla valigia.

«Venerdì 30»

«Ho un ritardo di 14 giorni» le faccio sapere, guardandola dal basso, mentre fra le mani ho il pacchetto di tampax.

Giovani Wannabe ~Carlos Sainz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora