21. "Albero"

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Adrian non immaginava che avrebbe rivisto tanto presto quel posto.

Eppure con un po' di lungimiranza avrebbe potuto pensarci.

Dove era finita la sua vantata lungimiranza?

Era andata a farsi fottere già in quella notte di pioggia, quando per la prima volta era arrivato lì, quando il suo solo pensiero era cosa potesse passare nella testa di un uomo che si butta in mezzo a un diluvio gridando contro il cielo, e perché quel gesto tanto assurdo gli sembrasse così pieno di dolore e di bellezza...

"È venuto a fare la scorta di artemisia, signor Vesna? Immagino che dopo averla assaggiata sia difficile farne a meno!"

Il padrone di casa sfoderò un sorriso sornione, incorniciato dal rosso ispido della barba.

"In verità..."

"In verità, Vòrkne, è venuto a parlare con me. Vero?"

Vòrkne non si girò neppure verso la persona che gli era apparsa alle spalle.

"Niente vi vieta di bere mentre parlate."

Sorrise di nuovo ad Adrian e fece largo sulla porta, permettendogli di trovarsi finalmente faccia a faccia con l'uomo che aveva cercato per mesi. Un uomo nascosto in piena vista, proprio nel luogo dove per la prima volta aveva sentito pronunciare il suo nome.

"Fai gli onori di casa, Thièl, e non farmi fare brutta figura!"

Il giovane allargò le braccia in segno di benevolo assenso.

"Ma sì, ma sì! Gli amici di Noam sono sempre i benvenuti. Ci sto." rise, e il suo viso si illuminò di una luce arrogante "Ti aspettavo prima, Adrian." e gli allungò la mano "Se vuoi stare al mio passo devi essere più veloce!"

Adrian afferrò quella mano e lo fissò dritto negli occhi: erano tanto simili a quelli di Noam, ma più scuri, più notturni.

"Non so ancora se devo o non devo stare al tuo passo. Non avrei bisogno di parlarti, se già lo sapessi."

"Ragionevole. Quindi andiamo di sopra e parliamo. Artemisia sì o artemisia no?"

***

Thièl Dolbruk era uno degli uomini più intriganti che avesse mai incontrato: somigliava a Noam, aveva lo stesso taglio di labbra, gli stessi segni d'espressione, lo stesso volto pulito, con sopracciglia morbide, fronte morbida, contorni morbidi, ma la sensazione che quei due trasmettevano era del tutto diversa: se la morbidezza di Noam lo faceva apparire rassicurante, quella di Thièl insospettiva, ed era continuamente contraddetta dalla velocità dei suoi movimenti, dall'attenzione con cui controllava il proprio spazio personale e dalla precisione con cui i suoi occhi si posavano sulle cose. Bellissimo, forse più del fratello: appena più alto, spalle più ampie, fisico atletico, capelli biondi arruffati e una maglietta mezza manica indossata in barba alla temperatura.

"Svuota le tasche, sii gentile." con due dita fece l'esempio, mostrando l'interno delle tasche dei propri pantaloni "Evitiamo la situazione imbarazzante di una perquisizione. Tra parentesi, qualsiasi messaggio esca da questa stanza, io lo saprò. Ma preferisco prevenire che curare. "

Adrian appoggiò il cellulare, spento, su una cassapanca e replicò il gesto delle tasche.

"Se avessi voluto spiare te, non lo sapresti. Ma in un caso del genere non mi sarei presentato."

"Splendido! Allora sei venuto fin quassù solo per l'onore di conoscermi: sono lusingato!" diede in una risata insolente e si gettò a sedere sul letto, a suo agio "Scommetto che Noam non sa che sei qui."

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